VEDERCI CHIARO di Concetto Pettinato

VEDERCI CHIARO VEDERCI CHIARO Se fossimo operai comunisti, vorremmo tenere ai nostri organizzatori un discorsetto del genere di quello seguente: « Voi ci spronate, compagni, a disertare le fabbriche e a sabotare la produzione, e i consigli di questo genere ordinariamente noi lavoratori li mettiamo sul conto dell'amicizia sviscerata che ci portano i nostri direttori, di coscienza, quand'anche ci tocchi poi scontarli con qualche settimana di miseria nera o magari con la deportazione in Polonia, che è, sì, un modo di avvicinarci alla Russia, ma non rappresenta di sicuro il più caro dei nostri sogni nè la maniera più efficace di realizzare le nostre aspirazioni sociali. Nel caso in ispecie, tuttavia, i vostri consigli ci lasciano, confessiamolo, alquanto perplessi. « Siamo operai, sta bene : ma siamo operai italiani, e agli italiani piace ragionare e veder chiaro in quello che 'fanno. Ora le vostre istigazioni allo sciopero ci sembrano muovere ne} momento attuale, da una premessa discutibile. Paralizzare la produzione nazionale dovrebbe servire, se non ci inganniamo, ad aiutare gli Anglo-americani. Il che, a prima occhiata, potrebbe aver l'aria di un buon affare, dato che gli Anglo-americani sono alleati dei nostri amici russi. Ma poi, a pensarci meglio, ci viene da . chiederci : « E se in tal modo facessimo il giuoco altrui? « Democrazie e Sovieti combattono di conserva, lo sappiamo: ma nessuno ci farà credere, e voi meno degli altri, che combattano per gli stessi scopi. La loro alleanza è l'alleanza del diavolo con l'acqua santa. Finché si tratta di buttar giù la Germania, niente di meglio dell'agire d'accordo. Ma il giorno che l'impresa fosse riuscita, ce la salutate, voi, l'u- , nità d'azione fra la plutocrazia e il sovietismo ! Sappiamo bene che ha Fabbri co, l'interessante foglietto che di quando in quando ci , cacciate in mano alla chetichella, mette volentieri sovietismo e democrazia popolare nello stesso sacco, come se l'uno e l'altra fossero fratelli siamesi: ma sappiamo altrettanto bene, compagni, che si tratta di due cose radicalmente diverse, giacché per ignorarlo dovremmo aver dimenticato tutto quello che il socialismo ci insegnò sulla borghesia capitalista ai tempi di Filippo Turati e di Pietro Nenni ovvero non aver capito quello che oggi voi ci insegnate sul comunismo di Stalin. Sono due cose diverse, anzi due cose opposte. Ora perchè mettete tanta insistenza nell'istigarci ad aiutare coloro in cui tutte le nostre letture, dall'epoca delle Università Popolari del buon Fabietti, ci hanno dipinto gli avversari irreconciliabili di ogni forma di socialismo? Che il comunismo sia davvero più vicino del socialismo alle idee e agli interessi della borghesia plutocratica? « Capiremmo la vostra propaganda, compagni, qualora sul fronte di Nettuno e di Cassino, insième con gli eserciti mercenari degli anglo-americani, fossero in linea gli eserciti proletari del grande compagno di Mosca. Ma in Italia di soldati sovietici non ne vediamo. Se, paralizzando la produzione degli stabilimenti, riuscissimo a rendere più difficile o addirittura impossibile, cosa ancora da dimostrare, la difesa tedesca, l'effetto raggiunto starebbe dunque nell'estendere l'occupazione militare anglo-americana alla intera penisola, e non già nell'aprire la penisola alle forze di Stalin. E credete voi che la prospettiva sia tale da tentarci? Credete voi sinceramente che dopo avere occupato per intero l'Italia i plutocrati di Londra e di Washington si ritirerebbero in buon ordine per lasciarci costituire in casa nostra i Sovieti? E se quei signori non avessero posto invece tanto impegno nella loro campagna fuorché per impedire la sovietizzazione del nostro paese e riconsolidarvi al contrario, più o meno eguale a se stesso, il vecchio capitalismo liberale, quello del quale una letteratura e: norme, in parte anche di marca sovietica, ha bollate 5 fuoco le colpe e di cui l'è sperienza dei più vecchi tra noi ci ha ammaestrati a temere sopra ogni cosa il ritorno? « Siamo operai modesti, senza grande istruzione e incapaci di competere con voi, compagni organizzatori, nelle giostre oratorie. Ma un po' di intelligenza l'abbiamo • noi pure, e ci piace servircela. Ora quello che noi vediamo è semplicemente questo, eppecitsmvbqsdzdgiipmtamstcnnplnladndiocttlrlszmddCqcnzmvl o i o o o a i e e è o i i ? i a i l . , e o a a à e e i e l o o o : i e a i, ni, ln o eao, alle saremmo lieti conoscere in proposito il parere del compagno Ercoli, che dovrebbe essere domani il nostro piccolo Stalin: gli industriali italiani,- a differenza dell'usato, non sembrano troppo malcontenti della prospettiva di vederci incrociare le braccia. Non sappiamo se questo loro atteggiamento sia da imputare alla paura della socializzazione delle aziende, contro di cui li vediamo, fra le quinte, gareggiare di ostilità coi più intransigenti di voi, ma il certo è che non si può dire che da parte di molti fra loro venga fatto uno sforzo eccessivo per alimentare la pace sociale. « Conosciamo grossi agglomerati industriali che non si sono adattati malvolentieri alla vostra opposizione contro le Commissioni Interne: ed è difficile non riconoscere, per dispetto che si possa provarne, che là dove le Commissioni Interne si so no costituite i conflitti del lavoro non sono mai giunti a degenerare in agitazioni di classe. Dobbiamo dedurne che queste agitazioni, tradizionale spauracchio degli industriali, appaiano loro oggi il minore dei mali? E che dire, per invocare un altro esempio, di quella Società elettrotecnica e chimica lombarda la quale, dopo avere occultato il macchinario e le materie prime del proprio spolettificio, si è data a licenziare in massa impiegati e maestranze sotto il pretesto di non essere più in grado di continuare la produzione ? Come spiegare il caso di quell'altra grande azienda chimica di Valdossola che sino a poco tempo fa sovvenzionava i ribelli delle vicine montagne fornendo loro viveri e denaro in abbondanza e che non smise il gioco se non quando, in cospetto delle accresciute esigenze dei suoi protetti, ritenne preferibile invocare a sua volta la protezione delle autorità repubblicane? « Abbiamo qui la prova salvo errore, che parecchi capitalisti italiani fanno o farebbero volentieri del loro meglio per sabotare la guerra, cioè per aiutare gli Anglo-americani a progredire nell'invasione della penisola. Ma credete voi sul serio, compagni organizzatori, che, comportandosi in tal modo, costoro si propongano di consegnare l'Italia a Stalin su un piatto d'argento ? Credete voi sul serio che una classe padronale già fin troppo allarmata dall'imminenza di una socializzazione che a noi pare1 una rivoluzione all'acqua di rose, agisca come agisce, almeno stando alle apparenze, per far piacere a noi comunisti? Non vi sembra molto più logico supporre che te Inghilterra e Stati Uniti lasciano al potere Badoglio e accordano la loro sprezzante protezione a Vittorio Savoja sia unicamente perchè la plutocrazia atlantica preferirebbe, tutto sommato e in attesa di meglio, un'Italia ligia ai dettami del proprio capitalismo a un'Italia trasformata da una rivoluzione sociale ? Come dubitare, in ogni caso, che il vero senso dell'atteggiamento ambiguo di tanti industriali del Nord stia nell'offrirsi di aiutare il nemico a vincere la guerra compensandone coi propri maneggi interni la incapacità militare, a patto che egli garentisca loro i mezzi per restare quello che sono, cioè per poter continuare a sfruttare comodamente l'operaio come si è sempre fatto in regime' liberale e come si propongono di continuare a fare gli industriali inglesi e americani ? « Voi ci istigate a disertare le officine e a stringerci la cintola per obbedire alle vostre consegne: benissimo! Bravi ! Ma dimostrateci, prima, di grazia, che la paralisi della produzione italiana e sacrifici nostri e dei nostri figli gioverebbero alla Russia dei Sovieti e non ai miliardari di Sheffield, di Manchester, di Cardiff, di Leeds, di Detroit, di Chicago, di Cincinnati. Provateci che i nostri scioperi servirebbero la causa del progresso sociale europeo, e non quella del ritorno alla barbarie capitalista dell'Ot tocento, sia pur mascherata di cerotti filantropici quali piani Beveridge e le altre farse del genere. Spiegateci, sopra tutto, compagni orga nizzatori, perchè mai quelli tra voi che le autorità repubblicane giungono a mettere al fresco vengano regolarmente scoperti in possesso di sterline d'oro — solo l'altro giorno a uno di voi ne vennero sequestrate settanta — e fateci comprendere che cosa il verbo sovietico abbia mai a che fare con la cavalleria di San Giorgio! »; Ecco quel che diremmo ai nostri organizzatori, se fossimo operai comunisti... Concetto Pettinato saCtmgsnlinlnvlmfmflnpvtptdadcrobdLndlds