Per gli americani: colonizzare l'Europa

Per gli americani: colonizzare l'Europa Scopi della guerra di "liberazione,, Per gli americani: colonizzare l'Europa Arrivati al punto in cui siamo, ci sembra non debba più sussistere dubbio al riguardo delle « vere intenzioni » delle tre grandi Potenze Unite sull'assetto futuro dell'Europa. Contro la Germania, affiancata dai suoi alleati del continente, impegnata in una guerra di vita o di morte, la più grande guerra della sua storia, per difendere l'Europa, stanno Russia, Inghilterra e Nordamerica le quali ripetono che fanno la guerra per « liberare » l'Europa, in verità per sottomettere l'Europa ai fini di propria utilità, ciascuna per suo conto. Non si fanno grandi guerre, non si mandano al massacro milioni di uomini per scopi altruistici. Ognuno vuol trarre, il suo utile. Del resto di quale specie sia questa « liberazione » dell'Europa, Russia America e Inghilterra coi loro" atti e con linguaggio talvolta binatale, senza veli e sottintesi, non hanno mancato in tempi recentissimi di farcelo sapere, come documenteremo più sotto. Guerra di continenti A tutti ormai appare chiaro che la guerra d'Europa o la vincerà la Germania o la vin; cera la Russia. Ed è pure generalmente ammesso, da una parte e dall'altra, che i'Europa, quale che sia l'esito di questa guerra, si avvierà verso una forma di solidarietà continentale, unione o federazione, richiesta dai tempi in cui, con le armi moderne, si conta e si va non più per nazioni ma per continenti. L'Europa si avvierà verso un'unione continentale in funzione schiettamente e puramente europea, sosteniamo noi,, perche l'Europa , con tutta la sua civiltà madre ' del mondo non può morire o perdere la sua posizione di primato; in' funzione asiaticorussa per la sovietizzazione del mondo, lasciano intendere i Russi; in funzione oce'anicoamericana od oceanico-britannicà, affermano rispettivamente e Nordamericani e Inglesi attraverso dichiarazioni e indiscrezioni di loro autorevoli rappresentanti, contro il colosso euroasiatico lasso sovietico per il prossimo domani, contro non si sa mai cosa altro per il più lontano. domani. Dobbiamo convincerci una buona volta che nel mondo di oggi — nell'epoca di guerre di continenti — anche in Europa non si può più contare o ragionare per nazione o per popolo bensì per continente, in pace e in guerra. Con le conflagrazioni attuali che si estendono a tutto il mondo, con i tremendi mezzi bellici di oggi e di domani, non c'è tempo nè spazio per fare solamente ed egoisticamente gli italiani o 1 francesi o i tedeschi, e via dicendo. Si fa o l'europeo o l'antieuropeo. Si è o con l'Europa e solidariamente per l'Europa o si è contro l'Europa. La sorte di ogni singolo popolo europeo è legata alla sorte del continente. Se vincesse la Russia, per fare un esempio, è chiaro che alla sovietizzazione dell'Europa non si sottrarrebbero nè Tedeschi nè Francesi nè Spagnoli nè Italiani. E' assurdo pensare che col Soviet a Berlino a Parigi a Madrid a Vienna a Budapest, a Belgrado, si possa evitare il Soviet a Roma o a Milano. Per quale fine Ma vediamo per qual fine combattono, contro l'Europa, Inglesi Americani e Russi, senza veli nè sottintesi. Cominciamo dai Russi che sarebbero i vincitori padroni nel caso di vittoria delle Nazioni Unite sull'Europa. I Russi — la verità scaturisce chiara dai loro ultimi atti e propositi diplomatici e propagandistici — mirano a diventare i padroni del continente europeo, offrendo tante belle quanto false prospettive, mirano ad incorporare le varie nazioni dell'Europa, ed anche alcuni popoli del Nordafrica, nel grande colosso sovietico euroasiatico, che diventerebbe in tal modo il più vasto il più potente e forse il più popolato Superstato del mondo, dal mare di Bering all'Atlantico, dal mare Artico all'Oceano Indiano attraverso le immensità territoriali d'Asia e d'Africa. I Russi, per realizzare questa federazione 0 unione progressista di « repubbliche socialiste sovietiche» d'Asia d'Europa e in parte d'Africa, naturalmente sotto l'imperio di Mosca almeno in un primo tempo, si valgono: 1°) della forza delle armi dell'esercito rosso fin dove arriverà e fin dove sarà necessario; 2°) del tema panslavista; 3°) del miraggio comunista e disfattista dei fronti interni dei popoli europei necessariamente stanchi della guerra e quindi aperti, in eccezionali condizioni di favore, alla penetrazione delle idee estremiste interne e federative esterne sotto l'inganno della « libertà nazionale » e del « nuovo ordinamento internazionale per una pace .perpetua ». Il panslavismo, si sa, e uno strumento dell'imperialismo russo. 1 popoli slavi e slavofili diventerebbero le prime vittime del totalitarismo russo. La slavofilia russa e bolscevica è un efficace1' strumento di cui si serve l'imperialismo moscovita, come lo è pure la idea delle « indipendenze e delle libertà nazionali ». E' nota, altresì, la dottrina orientale secondo la quale ai popoli slavi spetterebbe quel compito direttivo dell'Europa e quindi quel primato che le nazioni occidentali «invecchiate» sarebbero destinate a perdere. E a non diverso scopo mira pure il « neoslavismo » di marca russa che dovrebbe servire a conciliare il nazionalismo lusso col nazionalismo degli altri popoli slavi. In tal caso, Ubi maior minor cessat. La Costituzione dello Stato |a mosaico sovietico — che conta oggi 16 repubbliche, 42 nazionalità e 180 lingue parlate diverse — è stata elaborata appunto a tale scopo. L'art. 13 della Costituzione staliniana del 1936 conferma che lo Stato federale sovietico è composto dall'unione « liberamente consentita » (dice proprio cosi) delle repubbliche socialiste sovietiche « uguali in diritto » e a prescindere dalla nazionalità, ed afferma nell'articolo successivo che ogni repubblica ha diritto di « uscire liberamente dall'Unione » quando lo voglia. A parte il materialistico livellamento per cui la comunità dei Kirghisi o degli Usbecchi, per esempio, dovrebbe essere pari, in diritti e doveri, alla nazione civile, per dire un nome, dei Polacchi, a parte questo, l'inganno dell'art. 14 della Costituzione sovietica è a tutti evidente. Infatti se un popolo che' fosse stato incorporato, volente, o nolente, nell'Unione sovietica avesse l'intenzione un giorno di uscirne, tale suo tentativo verrebbe valutato e trattato in sede di politica interna, cioè come movimento rivoluzionario, _ e pertanto sarebbe destinato a venir soffocato nel sangue. La riforma . costituzionale approvata ultimamente dal Consiglio Supremo dei Soviet, di cui ci ha dato notizia Molotof il primo febbraio corr. e in base alla quale ogni repubblica facente parte dell'Unione sovietica potrà tenere un proprio esercito. nazionale (« nerbo dell'esercito rosso » ha commentato Radio Mosca), e fare una propria politica estera con propri diplomatici e proprie rappresentanze all'estero, ci offre infine una esatta e impressionante visione dei veri scopi della politica imperialistica russa. Politica che mira, sotto diversi pretesti e con vari miraggi, alla creazione del più potente Superstato del mondo che, per quanto continuasse ad esser definito « libera unione o federazione di Stati » (non sappiamo se Mosca parlerà ancora di voler conciliare l'idea della dittatura del proletariato con quellf della nazionalità), rimarrebbe pur sempre un colossale mostruoso organismo internazionale europeo-asiatico sotto, non diciamo l'egida, ma l'imperio del Cremlino. Brutalità americana E gli Inglesi, quali obiettivi hanno palesato nella loro guerra contro l'Europa? Non bisogna mai dimenticare, innanzi tutto, che la potenza britannica s'è sempre poggiata su un'Europa discorde, tenuta a tutti i costi divisa. Di fronte alla minaccia di una Russia troppo potente del domani — in caso di vittoria delle Nazioni Unite — gli Inglesi, per non morire con l'Europa, vorranno avere ai loro ordini ed organizzare ai propri servizi una comunità europea occidentale e un cordone sanitario antirusso ? antiasiatico ? Illusione del debole contro il forte, tanto più che la direzione della guerra anglosassone è andata in mano americana. I Nordamericani sono più sinceri è brutali nelle loro affermazioni. Gli Stati Uniti di America pregustano nientemeno il disfacimento, la distruzione industriale e quindi l'affamamento dell'Europa, per farla poi fungere, colle sue centinaia di milioni di abitanti, da mercato di sbocco e di sfruttamento della plutocrazia industriale yankee. Sono parole loro. Il Vicepresidente americano Wallace nel suo ultimo discorso tenuto a San Francisco ha senz'altro detto: « E' indispensabile distruggere la capacità produttiva dell'Europa la quale altrimenti neutralizzerebbe il nostro bisogno di espansione commerciale ». Più chiari di così non sapremmo esprimerci. Colonizzare l'Europa. E un giornalista americano, Peter Drucker, scrive sulla Democratic Evening Post, dopo aver osservato che delle quattro grandi Potenze Alleate tre sono interamente o in modo non predominante non europee e la quarta, la Gran Bretagna, deve la sua posizione mondiale principalmente al suo impero non europeo, scrive testualmente: « l'Europa continentale ha cessato di essere di primaria importanza negli affari internazionali ». < L'attuale è una guerra per la successione alla posizione predominante tenuta dall'Europa nella politica de! XIX secolo. I desideri, le aspirazioni, i punti di vista europei dovranno d'ora in poi essere subordinati alle esigenze d'una politica mondiale non europea ». Inutile aggiungere chiarimenti a questo linguaggio già troppo chiaro. In conclusione: Russia, Inghilterra e Stati Uniti si battono per asservire l'Europa e farne un coefficiente più o meno essenziale, della rispettiva politica extra-europea. A battersi per l'Europa non resta, dunque, che la Germania. Quanto tempo ancora e quanta fatica dovremo spendere per far si che un'idea cosi chiara entri nella mente di tutti? Antonio Lovato

Persone citate: Antonio Lovato, Peter Drucker, Polacchi