La scatola dei compassi

La scatola dei compassi La scatola dei compassi La signora Anna, rientrando, trovò il figliuolo clip, un ginocchio sulla seggiola, i gomiti puntati nulla tavola, stava in contemplazione della scatola di compassi, arrivata allora allora. Ella si chinò ad ammirare. — Magnifica, vero, Vittorio? Il ragazzo grugnì qualcosa in segno di assentimento, ma senza mostrare il minimo entusiasmo. Chiuso, duro, ostile, intrattabile su questo argomento, un tantino crudele, come sono i figli. — Pardi è stato gentile, però — ella insinuò con una dolce voce tremante. —■ Non ti pare? Quante belle cose ti ha già regalate ! Vittorio alzò le spalle. — Sei tu che gli dici di farmi questi regali, sei sempre tu. — IVfa la bicicletta. — Oh, anche quella me l"ha regalata perchè glie lo hai suggerito tu. — Comunque, lo ringrazierai, vero, stasera, quando verrà ? Vittorio non disse nè sì nè . no, scivolò via, silenziosamente. E la aera, quando l'ardi venne, non si lasciò trovare. La signora Anna diceva con tono lamentoso: — Ma dove si è cacciato Vittorio? Venne a rispondere la vec chia domestica, con viso ar cigno : — Il signorino è andato dai signori qui vicino. Sono ve muti a chiamarlo. Giocano a tombola. — Perbacco ! — fece Pardi con bonomia accentuata. — Se si gioca a tombola, sfido! Ci andrei anch'io. — E' una casa allegra — spiegò la signora Anna. — Una casa piena di ragazzi. [Vittorio ci si trova bene. — Naturale ! Pardi prese in mano la scatola dei compassi e l'aprì. I compassi brillavano nitidi e vivaci sul fondo di velluto color turchino cupo. — Che bellezza! L'avessero regalata a me quand'ero i ragazzo mi sarebbe parso di possedere un tesoro, ila a me nessuno regalava mai niente. E a lui è piaciuta ? — Immensamente ! Ora verrà a ringraziarti. Venne invece la domestica, col solito rinfresco: infuso di tiglio profumato all'arancio. Pardi che aveva un raffreddore cronico lo prendeva volentieri. Bevvero in silenzio, poi lui accese una sigaretta, mentre lei scalettava a capo chino. Porse pensavano entrambi come si sarebbero sentiti felici al tempo della grande passione, se avessero potuto star vicini, così, sotto la stessa lampada, nel cerchio dell'intimità domestica. Allora, solo l'idea che lei avrebbe potuto un giorno rimaner libera e rendere realizzabile quel sogno, li faceva tremare e impallidire di emozione. Poi, lei era rimasta vedova, e parecchi anni erano passati. I capelli di lui si facevan grigi, e grigi sarebbero pure stati quelli di lei senza quella discreta, quasi timida tintura. Dapprima egli veniva a trovarla tutte le sere, ora invece doveva diradare le sue visite. Sospirò profondamente, schiacciò il mpmsz o o . i i i i e ò l mozzicone di sigaretta nel posacenere e disse: — Inutile nascondercelo, mia cara, non ho potuto o saputo fare la conquista di Vittorio. E' chiaro, no? — Oli! —gemette lei, senz'alzare il capo — un ragazzo ! — Un ragazzo, d'accordo, ma. tuo figlio. Ella non osò ribattere, come non osava lamentarsi di quella lotta domestica che la logorava : suo figlio, la vechia domestica, perfino Tito, il piccolo cane, tutti contro, tutti contro. Non appena si vedeva Pardi, Vittorio, col viso chiuso, gli occhi sfuggenti, le labbra serrate, spariva; la domestica, ingrugnata, non apriva più bocca, il canino abbaiava, rabbioso. Era. una guerra spietata, in cui bisognava soccombere. Lui parve leggerle nel pensiero. Non hai più il coraggio di una volta, mia cara ! — E tu ? — Forse nemmeno io. Pensarono entrambi a quel tempo quando il fuoco dell'amore che sembrava divorarli, li rendeva audaci, astuti, sdegnosi di tutto ciò che non era passione, immemori del mondo intero. — Eppure — disse lui, quasi timidamente — ho fatto pure di tutto per amicarmelo ! — Oh, tu sei sempre stato tanto buono con lui. — Non è questo. E' che quel ragazzo mi piace tanto. Per un senso di pudore non osò dire: <t gli voglio bene ». Ma questa era la verità. Venuto anche per lui il tempo dei dolci affetti, nulla gli sarebbe stato più caro di vivere paternamente vicino a quella giovinezza in boccio, nessuna conquista sarebbe stata per lui più profondamente inebriante. E aveva fatto di tutto per raggiungerla: gentilezze, assiduità, doni di ogni specie, studio delicato di tutto quanto il ragazzo potava desiderare. Ma nulla aveva valso, tutto era stato inutile. — Forse — pensò la donna con'un brivido di paura — è questo il nostro castigo. — E' certo questo il castigo — pensò anche l'uomo. Dopo un lungo silenzio, egli si alzò, per andarsene. Ella domandò, come al solito : — Quando .torni ? — Una di queste sere. Per ora sono piuttosto impegnato ; ho un mucchio di affari sulle braccia. Totcva anche darsi che non tornasse più. ella pensò. Ma non disse nulla. Rimasta sola, stette ancora un poco a scalzettare, finche sentì rientrare, cautamente, il ragazzo. — Sei sola? Un po' impacciato, egli la guardò, e disse, con sforzo: — Mi piace, sai, la scatola. — Sì ? Adesso va a letto, caro. Buona notte. Lo baciò, non sentiva nessun risentimento contro di lui, ma solo una struggente e dolorosa tenerezza. Poi si ritirò anche lei nella sua camera e la scatola dei compassi rimase là, abbandonata sulla tavola. Carola Prosperi mtcmFrsbs

Persone citate: Carola Prosperi, Pardi