Maresciallo Kesselring smaschera le mostruose menzogne nemiche

Maresciallo Kesselring smaschera le mostruose menzogne nemiche Nè truppe, né armi erano nella storica Abbazìa Maresciallo Kesselring smaschera le mostruose menzogne nemiche Un'esplicita dichiarazione del Comandante in capo delle Forze Armate Germaniche in Italia, convalidata dalle affermazioni dell'Abate e dall'amministratore dell'Abbazia Roma, 17 febbraio. In merito al barbaro bombardamento della veneranda Abbazia di Montecassino, il Comandante in Capo delle Forze tedesche operanti in Italia ha dichiarato quanto segue: 1) Il 15 febbraio, fra le ore 9,30 e le 10, parecchie ondate di aerei quadrimotori da combattimento angloamericani hanno lanciato numerose bombe sull'Abbazia di Montecassino, la Casa Madre dell'Ordine dei Benedettini. Il Monastero è stato completamente distrutto ed un gran numero di persone che vi abitavano sono rimaste uccise, travolte fra le macerie o ferite. Il Monastero era già stato gravemente danneggiato il . l . a - E , à ri i i n o u a : e a i i i o n , a e e i 13 gennaio dall'artiglieria nemica. 2) Il Comando nemico affenma che l'attacco ha permesso di annientare le truppe tedesche che si trovavano nel convento e di distruggerne le opere difensive. Io dichiaro esplicitamente a questo proposito: « Alcuni mesi addietro, il Vaticano, per mezzo della Ambasciata di Germania pres. so la Santa Sede, si rivolse a me con la preghiera di non includere nella zona delle operazioni il Convento di Montecassino. Io lio subito accettato questa proposta, a condizione che essa fosse accolta anche dall'avversario, ed ho proibito ai soldati tedeschi di entrare nell'Abbazia e di portarsi nelle sue immediate vicinanze. La stretta osservanza di quest'ordine è stata garantita dai competenti comandanti e da appositi posti di blocco, nonche dalla Polizia militare ». Pino al momento del bom bardamento non è stato nep pure fatto uso del permesso di ricoverare dei feriti gravi nel Convento, in caso di necessità, Al contrario è stafco permesso a numerosi profughi italiani di ripararsi nell'Abbazia. Il giorno dell'attacco si trovava no perciò negli edifici dell'Ab bazia parecchie centinaia di profughi che avevano cercato asilo colà, fidando sul carattere sacro degli edifici e sulla neutralizzazione di essi. Allo scopo di mettere al sicuro, per ogni eventualità, le insostituibili opere d'arte e, in modo particolare, la biblioteca, già da lungo tempo le truppe tedesche avevano provveduto al loro trasferimento nella Città del Vaticano. 3) L'affermazione che l'Abbazia fosse stata trasformata nel « più poderoso baluardo di artiglieria del mondo » non è che una mostruosa»menzogna. 4) Anche le altre affermazioni, secondo cui l'Abbazia ed i terreni da essa dipendenti erano utilizzati o adattati per altre opere militari, nidi di mitragliatrici, posti d'osservazione per artiglieria e simili non sono che pure e semplici invenzioni. E' un fatto che, dopo il trasporto dei tesori d'arte, più nessun soldato tedesco si è trovato nel convento di Mon tecassino, sicché nè il cannoneggiamento degli edifici dell'Abbazia, da parte dell'ar. tigtteria americana, il 13 gennaio, nè l'attacco aereo del 15 febbraio hanno causato danni di carattere bellico, nè un so. lo soldato tedesco è stato ferito. Colpiti sono stati sola mente i monaci rimasti nel convento ed i profughi civili italiani. • 5.) Il !atto che nella zona dell'Abbazia non si trovasse alcun soldato tedesco è conva lidato dalle seguenti dichiarai zioni scritte: a) L'Abate del Convento di Montecassino, Vescovo Gregorio Diamare, ha'dichiarato: <■; A richiesta, confermo che nel convento di Montecassino non si trovava e non si trova alcun soldato tedesco. 15 febbraio 1944. Gregorio Diamare, Vescovo Abate di Montecassino ». b) L'Ammiinistratore del. l'Abbazia di Montecassino' Don Nicola Clementi, ed il Delegato vescovile dell' Ufficio amministrativo della Diocesi, Don Francesco Salconio hanno dichiarato: « Don Nicola Clementi, Amministratore dell'Abbazia di Montecassino, e Don Francesco Salconio, Delegato vescovile dell'Ufi, ciò amministrativo della Diocesi di Montecassino, die si smdccrrpsDnMSddnzzscgdpnbnsmcLlpqpsctumtribrgvnrecC sono salvati dal bombardamento del, 15 febbraio, che ha distrutto l'intera Abbazia, dichiarano che nell' interno del convento e in tutto il suo perimetro non si trovavano ope. re difensive tedesche o truppe o materiale bellico di qualsiasi sorta. 16 febbraio 1944. Don Nicola Clementi, amministratore dell' Abbazia di Montecassino. Don Francesco Salconio, Delegato vescovile dell' Ufficio amministrativo delia Diocesi di Montecassino ». c) Dopo l'avvenuta distruzione degli edifici dell'Abbazia, il convento di Montecassino è stato naturalmente incluso netle opere difensive germaniche. 7. ) La residenza pontificia di Castel Gandolfo che, del pari, è stata attaccata a danneggiata gravemente da bom. bardieri anglo - americani è nella quale sono rimaste uccise 500 persone, fra cui 16 monache, non è mai stata oc. cupata da truppe germaniche. L'extra-territorìalità di quella zona è stata rispettata con particolare cura. 8. ) Pertanto, nella mia qualità di Comandante in capo responsabile in Italia, constato: L'incolta soldataglia americana, nella sua furia insensata, ha distrutto senza ragione uno dei più preziosi edifici monumentali d'Italia, mediante bombe e fuoco d'artiglieria, uccidendo profughi civili italiani: uomini, donne e bambini. Resta cosi provato ancora una volta che i metodi di guerra anglo-sassoni e bolscevichi non mirano ad altro fine che di distruggere i venerandi documenti della civiltà europea.» Per la cinica falsità e le Ipocrite dichiarazioni con cui il Comando anglo-sassone cerca di far ricadere la responsabilità su di me e sui miei soldati, io non posso esprimere che il più profondo disprezzo. Generale Feldmaresciallo Kesselring

Luoghi citati: Abbazia Di Montecassino, Castel Gandolfo, Città Del Vaticano, Germania, Italia, Roma