I DOCUMENTI del Grande Oriente

I DOCUMENTI del Grande Oriente I DOCUMENTI del Grande Oriente Non v'è certo Italiano che non si sia fermato a meditare gli ordini di Londra — testé rivelati — alla massoneria italiana. Alcuni avranno esclamato, dopo l'edificante lettura, «■lo dicevo io! ». Effettivamente v'era in Italia chi aveva da tempo l'impressione che qualcosa non andasse come doveva andare: certe lungaggini, certe dispersioni, certe assurde meticolosità che non servivano ad organizzare ma anzi lasciavano tutto disorganizzato, erano palesi a molti. Oggi sarebbe una ben misera soddisfazione l'affermare e ripetere « lo dicevo io », se non si aggiungesse la certezza che è stata fi' nalmente e definitivamente fatta piazza, pulita. Gli avvenimenti degli anni di guerra si spiegano meglio dopo la lettura dei cifrati del Gran Maestro del Grande Oriente Universale. Si chiede va ai massoni italiani di col pire il fascismo; ma era ben chiaro che la vittima non poteva poi essere altra che l'Italia. Messi a scegliere tra la Patria e la Massoneria, essi scolsero la seconda. Entrata l'Italia in guerra non li mosse dai loro turpi propositi il sacrificio dei soldati, non il sangue del Morti; 1 massoni continuarono ad attuare con cinica, freddezza e con l'impu nità del segreto il loro diabo lieo piano. A leggere i documenti sem brerebbe impossibile che si ar rivasse a tanto. Ma si è arri' vati. Dove il suggerimento del Gran Maestro lascia incerti per la sua astrattezza basta guardare alla realtà del risul fato ottenuto. Sembrano 11 per 11 soltanto parole, sembra un romanzo; invece è vita^ e la protagonista tradita è l'Italia Eccola qui, divisa e umiliata, E' la fine, dunque? Non è la fine; è invece — finalmente — il principio, perchè ha tolto la maschera a. tutti i suoi nemici Si veda con quale accortezza la massonerìa seppe rovi nare tutto: la finanza pubbli ca, le Forze armate, l'indù stria. Non1 cercava, risultati immediati e. d'effetto, perchè avrebbero potuto pregiudicare il risultato finale, che è l'unico che conta. Come contrastare alla coraggiosa franchezza delle leggi fasciste? Applicandole (quale italiano in buona fede non ne ha sofferto ? ) senza logica, senza buon senso con la massima rigidità. Insistere per mesi e mesi, per anni ed anni; e saper aspettare. Si cominciavano a notare primi segni di malessere ? Pro porre allora nuove disposizioni, magari tra loro contraddittorie, da applicare poi in pratica come sopra. C'è un ordinamento corporativo che minaccia le vecchie posizioni economiche della massoneria? Non affrontarlo di petto, ma anzi lodarlo, incensarlo, farne moltiplicare gli organi ed i congegni di atiyuazione, soffocarne lo spirito nel disordine, nella perplessità, nella confusione. Sono gli italiani per istinto e per tradizione degli ottimi soldati? C'è il rimedio anche a ciò. Tutti i massoni si adoprino a far conferire i posti di maggiore responsabilità a dei confratelli, vantandone, presso il Duce, il sapere e la fedeltà fascista. Ciò valga soprattutto per lo Stato Maggiore e per il S.I.M. (Servizio Informazioni Militari). L'Italia ha nuove macchine di guerra, ha geniali progetti di qualunque genere? Il nemico ne sia subito informato. I massoni preposti ai servizi di requisizione per le Forze Armate dovranno requisire molto, per aumentare il disagio delle popolazioni civili, ma far giungere ai soldati poco. La parola d'ordine è questa:' far mancare alle truppe i necessari rifornimenti. E il coraggio, lo slancio, la fede dei nostri soldati si logorano cosi, a poco' a poco, convincendoli che intanto i loro sforzi sono inutili, che i loro sacrifici sono sprecati; perchè manca tutto. Chi ha anche una modestissima esperienza militare sa quanto fosst penosa, nei reggimenti, la persuasione che l'Italia fosse priva di scorte nel modo più assoluto; e come purtroppo questa persuasione entrasse nell'animo dei più umili, e vi regnasse sovrana. Questa fu la più efficace propaganda fatta sull'Esercito. In base alle severissime disposizioni sabotatrici si lesinava la risuolatura all'unico paio di scarpe, il paio di pantaloni, i cinque litri di benzina per servizio; si riducevano le esercitazioni di tiro; che più? si tenevano per settimane e settimane le nuove reclute senza stellette (ciò avveniva già nel '40) perché l'Italia non hai metalli. Ufficiali in buona fede, assillati dalle giuste richieste dei loro soddatì, si domandavano col pianto in gola: ma allora perchè facciamo la guerra? Il gioco della massoneria era fatto. Si vide poi, nelle tristi giornate di metà settembre, quali fossero le scorte dei magazzini militari, dopo già più di tre anni di guerra! Con l'industria non si agi con minore abilità. La distribuzione delle materie prime alle industrie di guerra doveva avvenire in modo da favorire quelle dirette da massoni. Le industrie sane in- : vano dovevano aspettare le assegnazioni di materie prime. L'attuazione di un simile piano, si badi bene, non era difficile in- un'economia, per forza di cose controllatissima, e nella quale, la disposizione più assurda e il sabotaggio più sfacciato avevano sempre la maschera della necessità. Bastavano pochi mas. soni fidati negli alti posti di comando. Nè più difficile, riusci alla massoneria spingere tutto il popolo italiano al contrabbando, con un razionamento attuato troppo tardi e proprio per ciò necessariamente difettoso. Iniziata l'ascesa dei prezzi, segui la corsa all'acquisto dei beni reali, con le relative conseguenze sul volu me della circolazione. Quel che le 'logge si proponevano era appunto la svalutazione della moneta, con tutti i mali che ne possono derivare, per addebitarli poi, agli occhi del popolo, alia finanza fascista. Ma oggi, dopo quest'altra schiacciante testimonianza dei documenti rivelatori, tutto ii popolo sa da che parte era il bene e l'avvenire dell'Italia, da che parte la sua rovina. E ha scelto la sua strada. * *

Persone citate: Duce

Luoghi citati: Italia, Londra