La rivincita della propaganda

La rivincita della propaganda La rivincita della propaganda Giustamente è oramai opinione dei più che la nostra capitolazione si dovette ad una sconfitta della propaganda più che delle armi. Non sono stati gli eserciti anglosassoni ad avere ragione del nostri, ma è stata la propaganda anglosassone a penetrare negli animi, a convincere le menti, ad operare quella frattura, tra governanti e governati, tra regime e popolo che ha spinto moltissimi italiani a ritenere assurde ed arbitrarie istigazioni, di regime autoritario ed accentratore, quelle che non erano altro se non naturali aspirazioni del nostro popolo, per avere Un posto al sole. In base ad un'abile propaganda gli anglosassoni, avari padroni delle massime ricchezze della terra, hanno potuto far passare noi, proletari ed affamati, per despoti ed oppressori. All'offensiva Ora che la nostra condizione di proletari e di oppressi è resa più evidente dall'apparente fortuna degli avversari, è il momento di scatenare la grande offensiva della nostra propaganda per la sua rivincita. Gli animi di tutti gli uomini sono contrari ad una egemonia mondiale e sono, quindi contrari ad ammettere che un gruppo di nazioni voglia avere il monopolio del potere. Ora che i nostri nemici coltivano speranze di divenire i padroni del mondo, noi potremo voltare contro di loro l'interminabile schiera dei delusi e degli scontenti. Perciò in certo senso quando le milizie attaccano, la propaganda si difende, e quando le milizie si difendono la propaganda deve attaccare. L'iniziativa fino ad oggi è stata quindi della propaganda nemica che con una perfetta conoscenza delle nostre correnti d'idee e del nostro mondo politico ha saputo suonarne le corde più sensibili fino a creare la frattura tra governanti e governati. Noi siamo rimasti in difesa, abbiamo smentito, ma non abbiamo contrattaccato. Ora. che le armate dell'Asse sono sulla difensiva, la propaganda dovrà sferrare 11 suo grande attacco. Ma passare all'attacco significa soprattutto penetrare nel mondo politico dei nostri nemici e non seguitare solo a difendere il nostro mondo politico. Siamo noi ora che dovremo dimostrare di conoscere a fondo la vita, politica ed economica inglese, americana e irussa, che dovremo muovere ed ispirare correnti di idee ♦»♦»♦»♦♦♦♦♦»< il'art«r-r-n ™ le ine armate 11- 'fitact*'c°n » sui •gggj* ]"1^ russi ed anglosassoni. atte a disgregare gli imperialismi dei nostri nemici. Una propaganda concepita a base d'insulti contro un intero popolo non penetra nell'animo di questo popolo, ma lo rende invece più compatto e più deciso nel continuare la lotta. Ben di rado la propaganda nemica ha insolentito direttamente il popolo italiano, ben sapendo come ciò non avrebbe fatto altro che esasperare gli italiani. Gli anglosassoni hanno subito distinto tra popolo italiano e governo italiano e mentre hanno insultato il governo non hanno insultato il popolo, ed a forza di insistere e di scavare hanno aperta, con la loro propaganda, una breccia tra governanti e governati, attraverso la quale sono entrati in Sicilia e nell'Italia meridionale. Ben di rado invece la nostra propaganda ha tentato di separare \ i popoli anglosassoni dal loro governi. Si potrà dire che non siamo in grado di fare bene questa operazione, perchè mentre gli anglosassoni hanno una perfetta conoscenza della situazione politica interna italiana, noi non ne abbiamo una altrettanto profonda della loro. Ma se cosi stanno le cose bisogna cercare tutti i mezzi per provvedere in merito. L'opinione pubblica Se cosi stanno le cose bisogna denunciare questa mancanza e cercare di ovviarvi in ogni modo illuminando il più possibile la nostra propaganda responsabile, giacché ora incomincia per essa una nuova era: l'era della riabilitazione e della rivincita. Molti anglosassoni,, appartenenti a diversi partiti politici, sono fieri nemici dei .Churchill e dei Roosevelt e non condividono la guerra, cosi come è condotta dalle loro nazioni: cosa facciamo noi per assecondare con la nostra propaganda i disegni politici di questi uomini? Per cattivarci i favori degli Stati neutrali bisogna agire profondamente sufl' opinione pubblica delle nazioni che sono in guerra contro di noi, giacché l'opinione pubblica' mondiale può essere influenzata nella stessa misura in cui lo è quella dei contendenti. Se la propaganda inglese ha guadagnato alla sua causa molti cittadini di Stati neutrali è perchè aveva già persuasi degli Italiani. Nello stesso modo non si deve ritenere di poter persuadere delle popolazioni neutrali dell'esattezza di quanto asseriamo, senza prima aver persuaso buona parte degli inIglesi. Una propaganda è'creduta dagli spettatori njutrali solo in quanto essa ha credito 3ia presso V una che presso l'altra parte della barricata. Dividere almeno idealmente il popolo anglosassone dal suo governo, dividere il popolo russo dalla dittatura bolscevica, non si potrebbe in questo momento se effettivamente non esistessero delle serie ragioni per motivare s>ii errori di ,tali governi, se questi non ci venissero incontro con una politica apparentemente maschia" e decisa, ma assai spesso debole, perchè', nei momenti cruciali, esitante ed irresoluta. Se il pericolo delle forze ovunque avanzanti del Tripartito affratellava ed univa i popoli anglosassoni'e russi, stretti, nella paura, intorno ai propri governi, ora che le cose vanno meglio per loro, e che essi sperano di aver messa in scacco l'Europa, risorgono gli screzi che le contrastanti mire imperialistiche di entrambi non possono non moltiplicare. Questi screzi tra i nostri avversari conducono ad uno scontento dei loro popoli verso ì propri governanti, scontento che noi dovremo sfruttare ai massimo. Sfruttare un antagonismo Se l'Europa che si lancia al- I un'Europa ta dtfensiva Ua» |P.ara' perche mette di nuovo è allo scoperto i motivi del loro |ant^n«mo_ che. .comejrtorU o a i o l e n i a - i . - [imperialismi camente si può dimostrare, irriducibile. Molti altri problemi internazionali europei ed extra-europel diventano più ardui per i nostri nemici quando la possibilità di una vittoria sull'Asse pone sul tavolo il problema di impegnative e decisive risoluzioni. Inoltre il fatto che dopo tan- ti lutti e tante miserie questa guerra, mettendo a nudo nuove possibilità ed anzi necessità di contrasto, dimostra che neanche per il dorato mondo anglosassone esistono possibilità di pace e di vita serena, inferisce un serio colpo ai partiti conservatori ed imperialisti, ai partiti di destra che hanno condotta l'Inghilterra e l'America al conflitto. I partiti antimperialisti e favorevoli ad un' equa risoluzione dei rapporti internazionali sono ora rafforzati in America ed in Inghilterra, dove si è potuto sperimentare che l'imperialismo non è capace di porre termine al conflitto e tanto meno di preparare un assetto mondiale che dia, con la giustizia per i popoli, qualche garanzia di sicurezza e di pace. Su questa stanchezza degli avversari, sugli -1 „,.,.>„.! rioiia i.-,rr. nniitio» Enria. e le, sulla forma <fi govèrno dlrigpotico che essi sono portati - ad- rumore ogni giorno di ., piu per condunc una guerra - [divenuta ormai solo guerra di — 1 usurpazione, dove pesare con -' tutta la sua rinnovata forza i |la nostra propaganda, e 1 Attendiamo dunque gli svi- luppi di una propaganda non aipiu di difesa, ma tutta prote U% all'attacco per quel miglio. I re avvenire dei popoli europei - [cne non potrà mancare quan, do ]e armj ripoaei-anno ed il -, fragore della guerra sarà cesn sato. -1 Fausto Brunelli

Persone citate: Churchill, Enria, Fausto Brunelli, Roosevelt

Luoghi citati: America, Europa, Inghilterra, Italia, Sicilia