TUTTO IL GRANO VINCOLATO è stato conferito agli ammassi

TUTTO IL GRANO VINCOLATO è stato conferito agli ammassi TUTTO IL GRANO VINCOLATO è stato conferito agli ammassi Il quantitativo della scorsa stagione superato / dirigenti degli agricoltori ricevuti dal Capo della Provincia a Palazzo del Governo L'Ecc. Zerbino, capo della Provincia di Torino, ha ieri ricevuto, accompagnati dal presidente, dottor Cesare D'Emarese, i componenti il Comitato Direttivo dell'Unione Fascista Agricoltori di Torino ed i dirigenti delle zone e degli uffici dell'Unione stessa. Il presidente ha posto in rilievo il contributo dato dagli agricoltori alla riorganizzazione della situazione alimentare della provincia, soffermandosi sul fatto che i rurali, nonostante il ferreo blocco posto sui prezzi dei prodotti agricoli — prezzi ormai inadeguati e affatto remunerativi — hanno continuato e continuano a conferire agli ammassi, ai raduni ed ai centri di raccolta, assicurando così il rifornimento dei generi alimentari più importanti alle popolazioni dei centri industriali. Egli ha, quindi, formulato, a nome delle categorie, delle richieste in ordine alle varie necessità delle categorie stesse e che si riferiscono ai fertilizzanti, ai prezzi dei prodotti agricoli, al rimpatrio degli agricoltori internati, ai calendari dei raduni del bestiame, ed ai mezzi di difesa dai briganti che infestano alcune campagne. Il Capo della Provincia, rispondendo al presidente D'Emarese, lo elogia, anzitutto, per avere tenuto il suo posto in ogni momento, anche quando in altri settori e in altre località avvenivano paurosi sbandamenti; elogio e ringraziamento che estende a tutti i dirigenti delle varie categorie ed ai rurali tutti. Si sofferma sulle fasi attuali della guerra, e ricorda agli agricoltori che dalla vittoria della Patria essi potranno avere quella tranquillità e quel benessere che invano cercherebbero in altre soluzioni, che, nel disastro generale, travolgerebbero ogni proprietà. Le famiglie delle campagne sappiano — ha detto l'Eccellenza Zerbino — che la sconfìtta dell'Asse significherebbe esclusivamente la vittoria del comunismo, che ha dimostrato in Russia, aitali siano le sue dottrine 'sulla proprietà" apla: migliaia di reduci dalla Russia appartenenti a famiglie contadine, migliaia di al- eini che hanno combattuto sul >on e nel bacino del Donez, hanno visto con i propri occhi che cosa sia la forma di collettivismo agrario attuata dal bolscevismo e cosa siano i tanto vantati « Kolkoz » che si riducono ad una forma diffusa di miseria, la più nera, nella quale la piccola proprietà si annulla in una proprietà collettiva, fonte di povertà e di degenerazione. Mentre oggi Roma — la città dalle tradizioni più alte e dal nome più augusto che mai abbia avuto la civiltà — viene minacciata da soldati di tutte le razze e dai vari colori, che la bramano come una preda da saccheggiare, mentre i giovani e i giovanissimi da ogni parte d'Italia chiedono l'onore delle armi, e di affrettare la loro preparazione, per correre accanto ai grandi alleati germanici e difendere il patrimonio della nostra religione e della nostra razza — che in Roma ha la sua massima espressione —; gli agricoltori, pur rimanendo fedeli alla terra, devono comprendere che quanto loro appartiene verrebbe distrutto, qualora i nemici dell'Italia prevalessero, e Roma cadesse, e con essa l'Italia attualmente libera dall'occupazione nemica. Non si fa politica quando si riconosce che la Repubblica sociale italiana, mantenendo ferme le sue enunciazioni che risalgono al 1922 ed alla Carta dei Lavoro, riafferma i'intangibilità e la salvaguardia della i proprietà, quando questa — come quella agricola, specie dei piccoli agricoltori — sia la somma e la sintes. di un lavoro secolare, dei risparmi e del sudore di generazioni. Ciò precisato, il Capo della Provincia ha espresso la sua soddisfazione per l'andamento degli ammassi, più che soddisfacente in ogni settore, specie in quello granario, in quanto, ad oggi, i! grano ammassato ha raggiunto il quantitativo precettato, superando anche quello della scorsa stagione. Ha, quindi, parlato dei prezzi dei prodotti agricoli, confermando che tali prezzi sono in via di revisione e saranno migliorati attraverso integrazioni dello Stato, in modo che gli aumenti non incidano sui prezzi dei prodotti destinati al consumo, che dovranno rimanere invariabili. Ha invitato i dirigenti agricoli a spiegare che la tesaurizzazione del denaro è un danno comune; in quanto, attraverso l'aumentato volume della circolazione, svilisce la capacità d'acquisto del denaro stesso se gli agricoltori non sentiranno il dovere di rimettere in circolazione, attraverso le casse di risparmio e le iene, il contante in loro possesso. Il Capo della Provincia, infine, invita i dirigenti a collaborare col loro presidente e con gli organi di governo, in modo che la comunione spirituale fra tutte le categorie del popolo, contadine ed operaie, sia sempre più intima, e perchè lo sforzo comune possa giovare alla rinascita morale ed economica del Paese; tale collaborazione deve intendersi, soprattutto, in un contatto continuo con gli agricoltori, in modo che le loro necessità giungano al più presto agli organi di governo e perchè, attraverso la circolazione delle idee, ognuno possa portare la sua pietra all'edificio che si sta faticosamente ricostruendo.

Persone citate: Cesare D'emarese