Temi e variazioni

Temi e variazioni Temi e variazioni Sentire e risentire ' ;—" | < Perchè è più piacevole sentir cantare un pezzo già. noto d uno ancora sconoscili- to? Forse perchè, sapendone .ll 'mefo*d7a.''si'7ùò p1ù""fac'iU imente seguire l'esecutore, co- |me chi cammina verso uno'scopo determinato? O perche si preferisce l'approfondire all'apprendere? O perchè l'u- ditore, cantando internamen- late con l'esecutore, proverà psentimenti identici a quelli di j o*ui? *• jsQueste domande, ingenue i lnel modo, e sempre attuali. Itcom'è proprio d'ogni ricer- [qca del sapere, le propose non;1si sa bene se Aristotele o un'cdo'secoTo" dopo "Cristo. ìnge- pcatechista ellenico del secon-' rmie, quasi trepide in quello : sstupore che la credenza nel- cla macia, poetica disoosizio- |nne allerte, e la rudimento- «ie scienza tecnica ed esteti- tca concedevano all'antico uo-!aMa non meno : Pmo musico. discutibili e pregne di risposte diverse, per noi, colti o meno colti, dopo quasi due millenni di tanta esperienza. Infatti i buongustai del ; pconwsto o del teatro risento-itno con piacere, anche la de-'tcima o la ventesima volta,, znflccrsonate, sinfonie, opere, e quasi schivano le prime udizioni ; in privato, chi di ra- bdò «ente Musica "non~%ùòl I!chiedere a uno 6trumentista o cantante il favore di cose nuove. Ne consegue la deplorata restrizione a pochi esemplari dell'immenso patrimonio artistico, dell'innumerevole vita spirituale dell'umanità. Pratici, il concertista, il direttore, il cantante, l'impresario, guadagnano più col secondare il desiderio pubblico di risentire, anziché col dominarlo in omaggio all'arte stessa e alla cultura ; lo secondano anche malamente, in quanto ciò che più è noto non sempre è anche il fiore. E per godere l'ottimo, larghissima dev'essere la scelta. Ma, tornando alla sostanza dei quesiti greci, ciò che ne giustifica la verità è non la particolare condizione monodica della musica primordiale, che alcuni dotti hanno evocato, opponendole quella armonistica e polifonica come la più immediatamente intendibile, bensì la natura stessa dell'arte musicale, fuggevole nel tempo e non fissabile con un sintetico atto dei sensi e della mente, come un quadro, una statua, un edificio, una mcstmsczpa^ina, anche un poema. Con ,f'.T,-;i: j il. i V ■ ■ J ausilio del,a tradizione mi- perante in ciascuna età, (e |dunque variissima fu e ftarà la maniera della percezione musicale), cogliamo attraverso le formole e le forme de! linguaggio musicale l'espressione, quale che sia, d'un pezzo, ma la rapidità delle complesse combinazioni e immagini è un volo che la memoria e l'emozione stentatamente seguono. E però il riudire è necessario, e, se la musica è bella, piacevole. Il piacevole, che è un giudizio estetico più che una impressione, va dunque elaborato, anzi travagliato. Il concetto « ricantare internamente con l'esecutore» — non mugolare o cantarellare come fanno certi molesti vicini di seggiola, quelli che i tedeschi nelle loro sale ammoniscono con appositi cartelli: tnitringen ist verboten — è nel testo greco una squisitezza, che ancora ci invita a non restar passivi, a non svagarci dietro estranei pensieri, a non fermarci all'esteriore esecuzione, ma a concentrare l'attenzione sull'opera d'arte, a eccitare l'anima, a modulare i sentimenti, a vi- dvtj1 vere infine J attimo nel tran-1 i rdgadds3pGsito divinamente breve dal segno muto alla realtà sonora e da questa al silenzio. C'è poi in una variante del « problema b un ultimo rigo die dianzi non ho trascritto: «L'abituale sembra preferibile all'insolito». Mi viene il sospetto che la questione del risentire si riduca a un semplice atto di pigrizia mentale, allora cerne adesso. Se è così, è inutile filosofare. Un gesto In un teatro di provincia ho veduto una soprano, dico nientemeno una soprano, applaudita alla fine di un'aria, fare un gesto da molti anni dissueto. Inchinandosi, indicare al pubblico il direttore d'orchestra, quasi designarlo partecipe del suo successo. Gesto sovrumano di bontà e umiltà, alla ribalta, dove più frequente sfolgora la superbia. Una volta quel gesto era di prammatica; e anche l'altro, rispettoso se pur convenzionale, col quale il cantante chiedeva al direttore il consenso* di ripetere un pezzo, (nel gergo giornalistico : a concedere un bis », anche scia claquè l'ha provocato). Perchè una volta il maestro era la maggiore autorità del teatro. Giudicava, prima della scrittura, il cantante, inap- peliabilmente ne scioglieva Ìlhcontratto, se incapace; e ol-ltocrtanazTrrrcscdbgfzthgrthaVtonOdAm tre cne con questa pratica do- iniziazione accresceva la sua responsabilità istruendolo, preparandolo. Perciò il can ! i . , i ,ante era quasi obbligato ai ringraziarlo" pubb!icarnenteJcon quel cennn de.la mano., Oggi i cantanti volano da. una cjuà all'altra, arriva-, ,il>0,-a dpìin «n^nacrin I n° au °'.a .de'10 «pettaeo.o atrano in wena senza aver' provato. Tanto, si dice, ola parte la sannoi. Pas sano da una bacchetta ai- l'altra, guardandola soltanto PPr andare a tempo quando non impongono i « lo- ■ 1*0," tempi- In tali casi non ; ce di che ringraziare. Il di- : personali, se l'opera ha una rf>n°r- P01 raccoglie applausi sintonia o un intermezzo or castrale. <3e questa occasion<? non c'e- aspetta la fine «eli atto per aver la sua par te a onori in piena luce. E anche allora 51 sacrifica un P"100 a!!a comunità. Attraver pettinatura, mentre i cantant] ?la 51 mostran° tre e quattro y,0,te '• P01 appare in mez zo a!la ca""ra schiera, le mani nelle mani, antico seeno di fraternità nell'arte. lì pub ata senza fretta la siepe dei'.leggii, giunto sul palcosceni-< cci indiiT:a fra 1p nulnto nr.r ! co, inaug.a ira le quinte pc-r;riassestare .a cravatta e la;blico. che certe cose le capi!;ce' ?'j fa fef^ speciali. Il nu mero delle chiamate cresce. Il cronista scrupoloso può registrarne tante. Ma il concertatore che ha potuto e saputo compiere intiera l'alta sua missione più gradisce, io penso, la Lcstimonianza grata del cantante, il riconoscimento del suo solidale lavoro, magari con un piccolo gesto. Provincia. Teatro di provincia, ultima sede della riconoscenza e dell'autorità direttoriale ?