Londra battuta da Washington nel gioco contro l'Argentina

Londra battuta da Washington nel gioco contro l'Argentina La pugnalata di Roosevelt dopo la tragedia di S. Juan Londra battuta da Washington nel gioco contro l'Argentina Lisbona, 27 gennaio. La rottura delle relazioni diplomatiche della Repubblica Argentina con le Potenze dell'Asse, se ha prodotto una certa sorpresa dopo i propositi di resistenza contro le pressioni statunitensi manifestati da Ramirez alla radio nel suo appello al popolo per la ricostruzione di San Juan, non ha, però, tratto In inganno questi ambienti neutrali, dove la manovra nordamericana era apparsa sin dal primo momento in tutta la sua brutale chiarezza. E' U piano di avvolgimento di tutta l'America meridionale che trova nell'episodio argentino il suo pieno sviluppo. L'Argentina ha dovuto capitolare perchè le era impossibile fare diversamente: a dare alla capitolazione il tipico colore del ricatto, sta per di più la circostanza che Washington ha approfittato, per imporla, di una catastrofe nazionale che aveva toccato le fibre più profonde dell'anima argentina. Negli stessi ambienti neutrali si rileva, tuttavia, che, ancora una volta, tra i due soci plutocratici, uno solo beneficia del nuovo colpo di mano, ed è naturalmente l'America del nord. Ancora una volta c'è un sùccube, ed è' l'Inghilterra. Un particolare piccante conferma queste impressioni: Londra aveva tentato per qualche tempo di appog giare l'Argentina nella sua opposizione ai voleri di Washington, perchè essa stessa si rendeva conto che ciò significava una vittoria degli Stati Uniti sui mercati dell'Argentina, dove gli inglesi hanno investito ingenti capitali, ritirandone enormi quantità di carni congelate. La notizia trova conferma in quanto viene esposto da una fonte ufficiale tedesca, la quale rileva che Londra aveva considerato l'Argentina come l'ultimo suo baluardo contro l'influenza degli Stati Uniti. Onde in questo colossale groviglio di interessi capitalistici, non vi è un solo vinto, ma due, con l'Argentina, la Gran Bretagna. Con questi dati di fatto concorda, del resto, anche una nota del redattore diplomatico del DJÌ.B., Siegfried Horn, segnalata ieri sera da Berlino, che, dopo aver rilevato come neppure nella capitale del Reich l'avvenimento non sia giunto inatteso, cosi precisa il pensiero di quelle sfere politiche: « Le manovre nordamerica- , i j ne erano divenute particolarmente chiare in relazione con la campagna di diffamazione diretta contro la Bolivia. A Buenos Aires ed a La Paz era stato Wmproverato di tollerare l'esistenza nei loro territori di centri di spionaggio e di sabotaggio nemici, ed è per mezzo di questi argomenti che Roosevelt ha finito per riuscire non solamente ad isolare la Bolivia, ma ancor più ad imporre all'Argentina un provvedimento, le cui conseguenze non sembra debbano nuocere alla Germania, ma piuttosto all'Inghilterra che si fa rimorchiare dagli Stati Uniti. Infatti, mentre gli Stati Uniti hanno messo la mano sull'ultimo paese sud-americano che, aveva tentato di conservare | la sua indipendenza, la Gran i Bretagna perde uno dei suoi ! «bocchi più importanti, senza contare il fatto che alla lunga essa dovrà passare nel conto « profitti e perdite » tutta la sua influenza politica nel settore sud-americano. Così co-me l'Inghilterra ha sacrifica' I to"la* sua'lnfluenza in Europa ia favore dei sovietici, nello (stesso modo dovrà ora cedere ! agli Stati Uniti la sua posizio-1 ne privilegiata nell'America del sud, subendo perdite enormi negli investimenti economici veramente formidabili che essa faceva in questo settore ». Quanto* alla Bolivia, il gioco procede non meno serrato. No- tizie qui giunte da La Paz in-1 formano che il ministro pieni- ; potenziano degli Stati Uniti ; a La Paz, Pierre de Boal.ha an- i nunciato oggi la sua imminen- ! te partenza per Washington, j Finora non si hanno precise1 indicazioni sulla continuazio-! ne dei consolati americani in Bolivia, i quali, per il momen- to, continuano a funzionare a, La Paz. Si apprende, intanto, da Rio de Janeiro che l'ambasciatore. del Brasile nella Bolivia è sta- ! to chiamato in patria. L' ex - presidente, generale i Penaranda, che si trova al Pe-1 rù, ha dichiarato che segue gli i avvenimenti con la speranza i di tornare presto in Bolivia j « quale legale presidente » della stessa.

Persone citate: Ramirez, Roosevelt, Siegfried Horn