Le miracolose virtù dell'acqua comune di Antonio Antonucci

Le miracolose virtù dell'acqua comune Curiosa farmacia di altri tempi Le miracolose virtù dell'acqua comune II liquido elemento ** pompiere del cuore „ e ottimo contro la " rabbia „ La guarigione della signora parigina Sarebbe una facezia troppo alla mano dire che qui si parla dell'acqua comune per sopperire all'alto costo del vino; e però possiamo riferirci all'alto costo dei medicinali, nei limiti di serietà che l'argomento trattato riveste. L'autore — il medico Smith — assicura, nel titolo del libro che sfogheremo, la guarigione d'infinite malattie con l'acqua comune, fondandosi nirglmEintisopra un espe-\anenza di quarantanni; e, in| appendice, un seconao medico ,pil dott. Hancock — dimostra econ molte esperienze essere ' l'acqua comune un gran feb- Wfugo, rimedio sovrano d in- finiti mali e della peste an- rPer dovere di cronaca, ricorderò che nel secolo scorso — o poco prima — un medico di Parigi fu accusato di pazzia dai colleghi perchè curava tutti i suoi ammalati còri l'acqua, ma non so fino a quale punto intervenissero la gelosia del mestiere e le preoccupazioni dell'industria far-, maceutica. Vediamo quindi ■* . Psil signor Smith. Egli comincia col ricordare che Galeno, dopo i salassi, faceva prendere ai pazienti « acqua fredda in gran copia », ma il salasso è morto e Galeno è un dittatore in soffitta. Si poteva risalire anche più lontano citando Ippocrate. per il quale, « aria ed acqua, sostanze crude, non sono un alimento per l'uomo ma un rimedio », fermandoci tuttavia in tempo utile nella citazione, perchè subito dopo ci appare ridicola. E giudicate se non è vero: « un rimedio che attenua l'eccesso di calore del cuore e dei polmoni. L'acqua lubrifica la trachea (!), una parte ritorna con l'aria, l'altra va al cuore e di 11 al pericardio; quanto all'aria, torna fuori non appena ha raffreddato...!. Insomma l'acqua sarebbe un pompiere del cuore, ai cui fumi Aristotile diede invece sfogo attraverso 11 cervello. A più credibile miracolo ci porta invece il signor Smith, preferendo, come Celso, l'acqua piovana alle altre. E' noto che essa scioglie meglio il sapone, imbianca meglio le tele, giova di più ai giardini e rende il pane più buono. Ma perchè? Perchè le «sue particelle ovali, bislunghe, somiglianti a piccole anguille-», € sublimandosi nell'aria contro le leggi del suo peso », sono, in un certo qual senso, attirate dal sole in una specie di abbraccio o ma trimonio, che, invece di, di struggerle, le impregna del suo fuoco. Immagine poetica se non resiste alla scienza. Si badi quindi a raccogliere l'acqua piovana in marzo o nell'immediato susseguirsi della primavera, quando il sole più vicino alla terra che non d'estate, regala più generosamente le sue parti ignee, e la si conservi in vasi di terra ben chiusi, affinchè l'aria non la corrompa con le particelle diverse di cui è pregna (i microbi non erano ancora stati scoperti). Sarebbe poi un errore cuocerla, specialmente senza coperchio, perchè il fuoco ne farebbe volatilizzare le parti più sottili, quanto dire che restituirebbe al sole gii abbracci ricevuti. Dopo di che si beva, di quest'acqua, due o tre gran bicchieri in mattina appena bevati ed altrettanti un'ora e mezza o due dopo il pranzo come eccellente preservazione contro ogni sorta di malattie interne. Per l'esterno, è noto che « niente fortifica come i bagni freddi » constatazione già fatta dai Summeriani. il primo popolo di cui conosciamo la .civiltà, e che i bagni freddi teneva per l'appunto in grandissimo onore, sia pure partendo da un presupposto discutibile, e che cioè la buona salute della terra dipendeva dall'essere essa ima palla che i.uotava nell'acqua. E i Romani, non cominciarono forse ad ammollirsi con i bagni caldi? Pare che l'acqua fredda giovi anche in cure stravaganti, come quella • scozzese contro l'itterizia, per la quale, spogliato il paziente e messolo cosi con il ventre a terra, gli si getta improvvisamente sulla schiena un secchio di acqua gelida. Idem un dottor Blair suggerisce di legare i pazzi affatto ignudi e ad occhi bendati, in una carretta, e fargli cadere addosso una colonna d'acqua fredda dall'altezza di 20 piedi (tra i 5 e i 6 metri). Un suo paziente, dopo una simile cura, dormi CO ore e guarì. Appoggiandosi a Celso, il dott. Van Leydon vuol che si gettino nei fiumi o nei laghi i colpiti da rabbia canina, affinchè passi loro il timor dell'acqua. Utilissime, in tal senso, sono le fontane salse di Cheshire o le foci del Tamigi. Con ciò. si fa una concessione alle acque minerali, bandite per-tutto il resto con la vecchia massima « La miniera è ■un'impostura — terrà in vita l'acqua pura ». Anzi, per le fontane, si badi che sgorghino dall'alto, che più vengono giù dal monte e più s'impregnano di sali od altro, lasciando via via, per strofinio od evaporazione, le particelle solari. L'acqua, totalmente priva di sali, sarà utilissima contro le ulceri, che dai sali appunto sono prodotte, e tutte esse guariranno, sia interne che esterne; guariremo inoltre la renella — quasi lavar di vasi —, le pietre della vescica (aggiungendo un po' di miele), tutte le malattie di stomaco (bevendo acqua su acqua e provocar! do il vomito, onde il sacco venga ripulito), la scrofola, la tosse, il singhiozzo e la malinconia. Si, proprio la malinconia, da i più curata con il vino e i liquori forti. L'acqua, -infine guarisce le infiammazioni polmonari e anche la tiri. Per le prime, il dott. Smith cita una signora parigina la quale, disguatata del poco buon successo de' medici sì fece portare acqua fredda attinta nella Senna, e guari. Per la seconda chiamata anche tconsunzione o consumazione », non possiamo lasciare alia porta ilio nostro scetticismo. Dice infatti il dottore: « Da che cosa deriva la tisi? Dalle cattive di-igestioni (!). Per esse, il sugo nutritizio acquista certe qualità calde ed acri nocevolissime alla sostanza, dei polmoni. Esse otturano ed imbarazzano i vasi linfatici per i quali il nutrimento deve distribuirsi ini tutte le parti, di maniera che il corpo si consuma adagio|adaqio'per mancanza di esso ». i Ahinn dottor s™ith, r.c sap- piam0 di piu in fatt0 ^ lisii e non possiamo ascoltarvi. Sia pe£0 d'accordo con voi che (( sj deve trascurar cosa alcum che servìr poìtSa al bene m genere umanloy> e passiamo quindi al dottor Hancock che presenta l'acqua come un febbrifugo senza pari, superiore eziandio alla corteccia del , di ,una malattia, è chiaro che nirocco e r» mi-i ri a iq ari n n a \a rvt n _ Perù, oggi in commercio sotto ! il nome di chinino. Prova ne i sia che il chinino fece anche ! del male a molti febbricitanti!e l'acqua no. Sia la febbre |una malattia o la conseguenza bero una peste per la quale in tre giorni cinquantamila peri-1 rono, ma quella fu determina- 'ta dall'AiloeZo Sterminatore e;non può essere presa in con- |ov'essa scompaia anche la ma lattia se ne va. Ora l'acqua aiuta a sudare e il sudore purifica. Quindi l'acqua guarisce ogni malattia. La conclusione è tirata giù un po' alla svelta, e però è corredata da casi multipli, elencati sino alla noia. Ma l'esagerpzione dialettica arriva con la peste, giacchè il dottor Hancock sostiene che essa altro non è che una febbre. E' vero che gli Ebrei eb- siderazione dalla medicina; è vero del pari che, di peste, si può morire in poche ore prima che si manifesti la febbre, ma « se la natura ha tempo di far contratto alla malattia », allora verrà la. febbre, e, guarita ! questa, anche la pestilenza è 1domata. , IChe cosa concludere? Prima |di concedere la stampa del vo-jlume (Venezia 1749) il supre- mo inquisitore si assicurò che non contenesse nulla contro la ! fede cattolica, i Principi e ijbuoni costumi: della scienza I non parla. Noi diremo con Ip- pocrate — anche per compensarlo di averlo in precedenza deriso — « l'esperienza è ingannevole, U ragionamento è difficile ». Antonio Antonucci

Persone citate: Cheshire, Galeno, Hancock, Van Leydon

Luoghi citati: Parigi, Perù, Venezia