Lettera d'amore a Maria

Lettera d'amore a MariaLettera d'amore a Maria per de- W il più bravo maestro di musica, Giambattista Pergolesi, per Maria Spinelli. Non ha angora composto et Tre giorni son che Nina », è conosciuto solo come insegnante modesto di canto e di cembalo, il suo « genio semplice e riattivale » non ha accora brillato, ma, per Maria Spinelli, non esiste compositore maggiore di lui. Le ha fatto udire, il maestro, timidamente, furtivamente, in sordina, durante la lezione di cembalo, qualche motivo di sua creazione : Maria lo ha ascoltato, estatica. S'egli le avesse accennato sulla tastiera soltanto una scala — do, re, mi, fa, 6ol — Maria l'avrebbe ammirato ugualmente, scolara affascinata dagli sguardi, non dalle note. Attribuisce genio al maestrino; è certa che l'opera alla quale egli attende trionferà al Teatro San .Carlo : lui le crede porcile crede in sè, quando lo guarda lei. Tra note di facili esercizi per cembalo, e note in sordina di motivi d'opera, le dita di lei sfiorano quelle di lui : è come un brivido per ambedue : ognuno ritrae la mano, e sorride, imbarazzato, dal volto pallido. Nasce l'amore così, tra lui,- povero, umile, e lei, ricca, nobile: amore che parrebbe senza speranza se non fossero così innamorati. L'ora della lezione e un'ora di sogno: Maria Spinelli non crede all'ostacolo della loro condizione diversa: nobile, lei, per nascita; nobile, lui, ingegno: ricca, lei, per naro; ricchissimo, lui, per l'arte. Si sposeranno. Lui, invece, capisce quanta distanza sia tra di levo, secondo i pregiudizi delle convenienze sociali: si consuma d'amore. Non ha torto: al momento di andare, come di solito, per la lezione, al palazzo Spinelli, riceve, da- una cameriera della fanciulla, l'avviso di non mostrarsi, di fuggire, al più presto, da Napoli. E tuttavia la ragazza gli riconferma l'amore. E' accaduto che uno staffiere respinto da una domestica, per vendicarsi di lei, l'ha accusata ai padroni di tener mano agli amori della damigella col Pergolesi. I tre fratelli Spinelli, indignatiseimi, hanno costretto la domestica a confessare. Non occorreva tanto: Maria, interrogata, ha dichiarato, senza esitare, che anfa il maestro, e lo sposerà. Non è uso del tempo, che una fanciulla, per di più nobile, si scelga lo sposo, pei di più fuori dalla sua cerchia: la risolutezza di lei irrita maggiormente i fratelli che le impongono di accettare un marito scelto da loro, pena l'uccisione del Pergolesi, se non lo accetterà. Fosse stata minacciata di morte lei, Maria non avrebbe esitato a respingere l'imposizione, ma esporre l'innamorato alla vendetta le pare più turpe che rinnegare l'amore. Consente : non alle nozze con altro : preferisce andare monaca nel monastero di Santa Chiara. . Accade, tutto questo, in pochissimi giorni. Il Pergolesi è informato continuamente dalla domestica di casa Spinelli, ma non può comunicare, nemmeno indirettamente, con la fanciulla, già segregata in Santa Chiara. Amante disperato, architetta progetti per rapire Maria : ricorre a equivoca gente disposta a assoldarsi per imprese rischiose; offre, in premio, denari che non ha ma che 6pera di procurarsi : nessuno accetta : violare l'accesso d'un monastero espone a pene troppo severe. E il maestro innamorato non può far sapere, all'innamorata, che le è fedele, che le sarà fedele, che mai alcun'altra amerà, al mondo. E' preso da una mestizia avvilente : le note che, prima, gli uscivano dalla mente, fluide, con facilità, ora gli martellano, discordi, le orecchie ottuse: i soli piccoli accenni di motivi natigli, in altro tempo, di notte, quando, insonne, aspettava l'alba del giorno in cui avrebbe veduta Maria, gli tornano limpidi, lo confortano nell'eseguirli sul cembalo come li eseguiva per lei, in sordina, tra una scala e un esercizio, ' durante la .lezione. Lei li ascoltava ammirata, sicura del genio di 'lui, ripetendoli incertamente sulla tastiera. All'improvviso, da quei motivi ha il lampo d'una speranza: vuol farne una lettera d'amore a Maria. E, insonne, di notte, incomincia rapidamente il lavoroelabora i motivi*: affida il suo pianto ai violini; ai violoncelli, l'angoscia del dolore senza conforto : compone in hu tutto melodico i varii epunti che, un giorno, lei etsunpdlaqzpftercdmfdddldscnaplgmm.gprdngqnmqtllgmpdppftgtmlpgadd e e a n n i , e a a l ò , à a o : n , : , , o , l r a a di e ei a a E, no nre n ii ei etessa suonava incertameute sulla tastiera: deve averli nel cuore, anche lei: a lui pare, provandoli al cembalo, di accarezzarle le mani. Lettera d'amore a Maria: la recherà, senza saperlo, quella lettera, a destinazione, il maestro della cappella di Santa Chiara: gli fa avere, il Pergolesi, per interposte persone, la partitura come d'anonimo incaricato dalla famiglia Spinelli di comporre la Messa per la monacazione della nobile fanciulla. Lui non assiste. Quando, dall'alto del coretto, discen dono, dopo i primi accordi dell'oVgano, le oiote dei vio lini piangenti, i singhiozzi dei violoncelli, Maria sussulta: ritrova, nelle musiche, la voce dell'innamorato, ne anticipa, nella mente, gli accenti: prima, sorpresa; poi, pavida ; infine, certa di lui, scioglie in pianto la gioia del conforto che, nel momento della rinunzia al mondo, colui per il quale ha .gioito e sofferto, le manda in pegno di fedeltà. Suora ringrazia il Signore di averle dato questo conforto. Non ne ha altro: ormai rassegnata, si affeziona alle note : quando può sedere all'organo, le ricerca: le trova, oramai, facilmente: parla, con quelle, dell'amore divino e terreno: riempie, di quelle, la chiesa nelle » funzioni solenni, quando le madri pregano allineate nfi banchi. Ogni volta che rie6eguisce i motivi, qualche cosa di lei si perde, col suono, nell'aria : discende, dall'organo, un poco più pallida, un poco più consunta: bì fa diafana come giglio che lentamente sfiorisce. Verrà giorno in cui muover le dita tra i tasti sarà per lei fatica tanto grande da spossarla: ma, fino a che avrà forza, ripeterà le note che, per l'abbandono della mano, si prolungano affannosamente in uno spàsimo. E verrà giorno in cui anche la poca forza per premere i tasti le mancherà: le mani esangui, affusolate, rimarranno immote per sempre. Non è trascorso un anno dal giorno della monacazione. Il maestro riceve l'annunzio dalla domestica1 di casa Spinelli. In quell'anno, non ha cessato di. pensare a Maria: nell'ambiente di facili amori, nei quali ha vissuto per seguire l'arte, non ne ha cercato o accettato alcuno: s'à consumato anche lui nella tristezza della rinunzia : non ha saputo comporre che dolorosi motivi. Ora, col pianto in gola, vorrebbe cercarne uno nuovo : l'ultima lettera d'amore a Maria. Non può: la piena del suo dolore è troppo grande: accasciato, singhiozza, con le mani sulla tastiera del cembalo : non trova le note per ridire quello che prova. Eppure, non vuole che lei se ne vada così, sola, senza nulla di lui, senza un ultimo pegno della sua fedeltà. Riesce, in un inatteso risveglio d'energia, a ottenere che il maestro della cappella di Santa Chiara rinunzi a dirigere la Messa fùnebre per la suora che fu Maria Spinelli, e sale fili, nel coretto, siede lui, a! cembalo, per dirigere. In basso, la chiesa è in penombra: tra 'fiammelle di ceri, è la bara: dentro la bara è Maria. Non la vede, il maestro, dal cembalo: se pure fosse vicino alla grata, non la vedrebbe ugualmente: i suoi occhi sono troppo pieni di lacrime. Non vede nemmeno le note : non sa chi gli guidi le dita tra i tasti: ode on: date di musica rombargli nelle orecchie ; non distingue nemmeno i motivi che gli strumenti, intorno a lui. eseguono. Ode, invece, altre note, bellissime note, spasimanti note, struggenti; le cerca sul cembalo, le trova, le suscita con le dita tremanti : gli archi tacciono, fuorviati dal nuovo motivo; i suonatori, stupiti, estatici, ascoltano: qualcuno, poi, asseconda il maestro: la mii6Ìca è tanto accorata che loro stessici, suonatori, piangono — come le suore, giù, in chiesa, intorno al feretro. In uu'atriiosfera di allucinazione, si spenge l'ultima nota dell'ultima lettera d'amore a Maria. Quando ir" maestro si ritrova a casa, traccia le note su fogli da musica, lentamente, come le copiasse, e il fogjio- è cosparso di lacrime. ' Avranno, poi, le note, parole di canto: « Tre giorni jou che Nina... ». Assicureranno, a Giambattista Pergolesi, la gloria: eterna gloria nell'arte, vita breve nel mondo. Come la suora all'organo nella chiesa di Santa Chiara, il maestro davanti al cembalo, nella sua casa senza sorriso, rievocherà continuamente quel motivo co¬ sgfitdcgfmamdasllgtcppfpnlrsddadtcdvptetsgSvCecpltsmnavoIpmnllvttmpmtapssivactvnptnpsssss me unp. spasimo : ogni volta qualche cosa di lui si perderà, col suono, nell'aria: ai leverà dal cembalo, un, poco più pallido, un poco più consunto. Verrà giorno in cui muover le dita tra i tasti sarà 'per lui fatica tanto grande da spossarlo: ma, fino a cne avrà forza, ripeterà le note che, per l'abbandono della mano, stentano come uno spasimo. E verrà giorno in cui anche la poca forza per premere i tasti gli mancherà: le mani esangui, affusolate, rimarranno immote per sempre. Non è trascorso un anno dall'ultima lettera d'amore a Maria, quand'egli, il maestro, sognando di riparlare a lei in cielo, lascia sulla terra le note immortali: « Tre giorni son che Nina... ». Gino Valori A bordo di un « U, Boot » germanico in crociera di guerra nell'Atlantico del Sud. Dalla torretta di comando è stato avvistato un piroscafo nemico, avanguardia di un convoglio. SI puntano i cannocchiali e viene «fatto il punto»

Persone citate: Boot, Giambattista Pergolesi, Gino Valori, Maria Spinelli, Pergolesi

Luoghi citati: Napoli