La ricompensa di Juin

La ricompensa di Juin La ricompensa di Juin Sul fronte dell'Italia meridionale, in questa Italia culla della civiltà, combattono oggi soldati di tutte le razze e di tutti i colori compresi i neri. Combattono i forti soldati germanici (e piccole frazioni, finora, di soldati italiani),,combattono inglesi, statimi- ifensi, « britannici » dell'impero, canadesi, indiani (sikh, ghurka e rajputana che vanno all'assalto coi tradizionali corti pugnali ricurvi), combattono neozelandesi, sudafricani e negri. Combattono soldati francesi con molti marocchini algerini e senegalesi (ci sono i goums c le altre truppe coloniali francesi che hanno per legge di guerra il bottino e le donne). Il campionario non è finito: è preannunciato l'arrivo di un battaglione ebreo. E ancora: sonò attesi i soldati del corpo di spedizione brasiliano e cubano. Anche i brasileiros, dunque, verranno a combattere in Italia. Gente di tutto il mondo, nomini appartenenti a tutte le longitudini e latitudini, vero campionario di mzze e «società delle nazioni» come giustamente hanno osservato, non senza ironia, i giornalisti anglo-americani. Sono molti i soldati venuti in Italia per marciare su Roma, sono tanti c tanti, però io stesso Eisenhowcr — cAe Ij An avuti e sperimentati sotto il suo comando mediterraneo — Ah osservato, all'indomani della sua nomina a casupremo delle forze desti- ! po . nate all'assalto dell'Europa dall'ovest, chc la pluralità e diversità dei combattenti e ,, ia comuNiii costituiscono ! uno svantaggio sensibile, per quanto faccia comodo il numero, di fronte alla compattezza nazionale dei comandi e dei combattenti di un esercito come è quello del Reich. Il generale americano si è richiamato, in proposito, ad ammaestramenti e a paragoni napoleonici. E la condotta delle operazioni militari sul fronte dell'Italia, tra le numericamente soverchianti divisioni e e «alleate» e le divisioni tede- sche, dà ragione a Eiscnlio- wer. IE' ben vero chc talvolta it\numcro e la ricchezza del ma- tcrialc riescono ad avere ra- gione del valore, della tecni ca e della qualità, special- mente quando vengono a man- care i rifornimenti (come è stato il caso delle eroiche ; truppe italo-germnniche che hanno combattuto in Tunisia avendo il mare controllato dal nemico alle spalle), ma un fatto per ora certo è chc la barriera germanica nell'Italia meridionale si conserva pressoché intatta, dopo tre mesi di dura e continua lotta, e questa volta alle spalle dello schieramento non c'è il mare insidioso e insidiato. Ci compiacciamo chc sia finito il deplorevole costume giornalistico di sottovalutare It. forze avversarie, come è uc- i corrispondenti di guerra an gloamcricani — combattono core valore indomito, fcrocc- mentc; combattono - come ti ari ». / tedeschi — conttmea no ad osservare gli stessi cor rispondenti — ciigono invali co-bili barriere di fuoco che aprono profonde brecce nelle schiere degli attaccanti. La viti di Rfjma e lunga e dura caduto purtroppo spesso s-ui nostri giornali, c non sempre per colpa, dei giornalisti o dei militari, non ci nascondiamo l'imponenza e J-i potenza delle armute nemiche, ma resta un fatto — riscontrato dagli stessi avversari — chc 8ulfronte dell Italia i germanici\combattono meglio dei molti e variopinti nemici, e questoin attesa dell'entrata in azione dell'esercito italiano repubblicano, / tedeschi — scrivonoc tutta seminata di esplosivo, ha aggiunto Montgomery che contava di giungere alla Capitale per Natale e per Natale non v'è giunto. Ora, a quanto s'informa dal campo avversario, gli «alienfi » fanno molto assegnamento, come carne ila cannone, sui soldati francesi e coloniali francesi per marciare su Roma. Il Comitato francese di Algeri ha anzi permesso che sul fronte italiano venisse inviato quello chc è gcneralmcn te riconosciuto oia come il miglior generale francese in campo degaullista, il gen. Juin. I patrioti francesi di\Algeri, che han perduto tutte le battaglie di Francia, schiac- cirifi dal più grave disastro militare che la storia ricordi, questi patrioti francesi, anzi- che andare a combattere in Fi micia per «liberare» la lo-[o patria, si sono affrettati ad inviare soldati e malocchi ni e negri in Italia •< per conquistare Roma e l'Italia ». La \uneUresaliare le gesta dei sol \dati «francesi» per la libera ! ;jo„c dell'Italia. Toh, guarda, ' 'a ~-n> i»~ j„ j„; qitnlc fraternità latina tutt'un colpo manifestano i « nostri amici » di tutti i tempi! E' chia- ,o cAe, «nn voita « liberata » ll'Italia, gli amici francesi a-.n'ebbero poi tutti i diritti di'chicderi i compensi, di chic- dere, per esempio, un bel pez-\zo d'Italia. Anzi non ci stupi- rebbéséi compensi fosserogiàlstati stipulati in un trattato lclandestina tra De Gaulle e il gore) na di Badoglio che dei\truttati e degli armistizi clan-.desimi si è rivelato suprema Ise pur sfortunato maestro, 'E dire che noi, quando ab- \biamn occupato la vicina, par-ite della Francia, l'abbiamo fatto con tanti riguardi e ini punta di piedi quasi quasi pernon dare disturbo, e la mevi m-cmu -nmasti per otto mesi, pi emù- e- P"° "'re- ossequenti hfino a far la. figura di tolte-.rati! Questa, di Juin. e ora lairicompensa, con gli spahis coi \goums c coi senegalesi che\i preda e donne. hanno per legge di guerra:\i

Persone citate: Badoglio, De Gaulle