Imbarazzate dichiarazioni di Eden ai Comuni

Imbarazzate dichiarazioni di Eden ai Comuni Dopo la nota della "Tass„ Imbarazzate dichiarazioni di Eden ai Comuni Lisbona, 20 gennaio. Eden ha ieri finalmente rotto il riserbo ufficiale inglese sulla questione russo-polacca dopo l'aspra nota della Tass con questa dichiarazione ai Comuni: «Il Governo britannico, e specialmente il Ministero degli Esteri, dedicano tutta la loro attenzione alle relazioni sovietico-polacche. Il Governo britannico si mantiene in stretto contatto, sia con il Governo dell' Unione Sovietica, sia con quello della Polonia a Londra. E' nostro vivo desiderio che si addivenga ad un accordo amichevole, accordo che avrebbe la più grande importanza per il futuro del l'Europa ». « Sono certo — ha soggiunto Eden — che ognuno si rende conto che, in questo momento, dev'essere mantenuto il maggiore riserbo ». Dopo quel diavolerio che è successo, queste caute e anodine dichiarazioni hanno lasciato del tutto insoddisfatti i deputati ed hanno ancor più rivelato l'imbarazzo tremendo in cui l'atteggiamento di Mo sca ha messo il Governo inglese c personalmente Eden L'imbarazzo è evidente anche attraverso i_ mutismo di Churchill e di Roosevelt sulla faccenda. Il Primo Ministro si è chiuso nel più assoluto ri serbo anche con gli intimi, mentre il Presidente si è rifiutato, nella solita conferenza stampa, di fare qualsiasi dichiarazione sull'argomento. Anche Cordell Hull non ha voluto saperne di parlare di russi e di polacchi, limitandosi a confermare la notizia della Reuter di aver esaminato la situazione con Roosevelt e con Halifax. Anche i giornali anglo-americani si mantengono molto riservati e oggi solo YEvening Neivs pubblica un commento sulla dichiarazione sovietica. H giornale scrive che il Cremlino ha usato nella sua risposta un linguaggio particolarmente rude ed afferma che « il pericolo maggiore è dato dal fatto che i " vecchi pregiudizi " e le " nuove ideologie " tornano ad infiammarsi ». « La miglior soluzione — conclude il giornale — sarebbe una dichiarazione positiva, nella quale i polacchi dovrebbero dichiararsi pronti a discutere sulla base della linea Curzon ». Un corrispondente da Wash ington afferma, intanto, che nella capitale americana pre vale l'impressine positiva che Stalin in nessun caso andrebbe oltre alla sua proposta fatta al popolo polacco, cicè di fissare come confine la linea Curzon. Si è, poi, convinto, inoltre, che Salin non accetterà mai di trattare con l'attuale governo esiliato polacco e che è in qualunque momento in grado di creare un controgoverno più aderente ai suoi desideri. « La creazione di Stati cuscinetto dal Baltico al Mediterraneo e nel Pacifico è la mèta della politica sovietica. Questo " cordone sanitario " sotto il controllo sovietico, in Europa, comprenderebbe la Finlandia, la Polonia, la Cecoslovacchia, l'Ungheria ed i Balcani: Nell'Asia, l'Iran e l'Afganistan appartengono già alla sfera d'influenza russa, mentre il Turchestan cinese e la Mongolia stanno sotto l'influenza sovietica già da diversi anni. In merito al futuro della Manciuria e della Corea sono in corso discussioni con il governo di Ciungking ». Si accentua, dunque, in questi rari commenti la ten denza a lasciare che Mosca faccia quel che le pare e piace. Sia Londra che Washington, però, non possono dimentica- re, la prima, la « garanzia concessa ai polacchi cinque anni fa e, la seconda, l'influenza dei polacchi-americani nelle prossime elezioni presidenziali. Questi ultimi, anzi, proprio oggi si fanno vivi con una dichiarazione del loro esponente Massimiliano Veirzinek il quale, secondo quanto riferisce il Glasgow Herald, afferma che nessun governo polacco potrebbe aderire alla politica di Mosca nei riguardi della Polonia, perchè ciò sarebbe « un suicidio ». « Le rivendicazioni territoriali dei bolscevichi — d.tce il capo polacco — non fanno che mettere in rilievo la loro ferma decisione di distruggere la Polonia che essi considerano come un ostacolo sul loro cammino verso l'Europa occidentale. La dichiarazione ufficiale del governo sovietico rappresenta un " ultimatum " diretto, non solamente alla Polonia, ma anche a tutte le nazioni alleate ». D'accordo. Ed è per questo che Londra e Washington sono ancora stordite sotto il colpo di Stalin.

Persone citate: Churchill, Cordell Hull, Curzon, Massimiliano Veirzinek, Roosevelt, Salin, Stalin