"Lezione di onatomia,, di Concetto Pettinato

"Lezione di onatomia,,"Lezione di onatomia,, « Governo del Comitato i Liberazione Nazionale » ! Ricaviamo questo titolo pitoresco dalla testata di un manifesto incollato da poco ui muri del Mezzogiorno invaso e comminante la pena capitale per tutti cooro che, da questo lato del ronte, si affannano e si travagliano a rimettere in piedi un'Italia decente, capace di enere ancora il suo posto nel mondò. Sapersi virtualmente condannati a morte cosa che in altri tempi avrebbe fatto sui benéficiaii un certo effetto : ai tempi n cui viviamo non ce ne fa alcuno, persuasi quali siamo che, quando è in gioco la vita o la morte della patria, a vita o la morte di un individuo sia dettaglio senza mportanza. Molto maggiore effetto produce su di noi 'apprendere come nell'Itaia anglo-russo-americana un governo possa scaturire da un comitato quasi l'uovo dalla gallina. Avevamo sempre saputo che sono i comiati a uscire dal grembo dei governi : gli invasori ci insegnano che a Napoli avviene l contrario. Si impara sem pre qualcosa di nuovo nella vita, e a noi che prepariamo una Costituente l'indicazione potrà servire. Ma quello che ci colpisce di più di tutto il resto è che il comitato da cui è scaturito il governo in questione, cioè il governo Badoglio, abbia scelta per sè a qualifica di « Comitato di Liberazione Nazionale ». Credevamo che gli Itaiani possedessero un certo senso dell'umorismo: rinunciamo, d'ora innanzi, anche a questa estrema illusione. Se la nozione del comico esistesse, da noi, non sarebbe possibile mettere in commercio un'etichetta simile proprio nel momento in cui a Napoli si procede metodicamente a fare a pezzi la patria. Giacché tagliare il paese in due non è parso sufficiente a quegli artisti della sega e dello scalpello anatomici, e non è colpa no stra se alla nostra fantasia oppressa dagli avvenimenti l'immagine dell'Italia si confonde ormai col cadavere supino della famosa Lezione di anatomia rembrandtiana, al di sopra del quale il volto camuso di Badoglio riveste il pizzo, il cappellaccio e la gorgiera del professore Nicolas Tulp mentre stretti in circolò intorno a lui, gli « Alleati » seguono con passione morbosa il giuoco provetto delle sue forbici. Più che di medici, si tratta del resto forse di giardinieri, di cattivi giardinieri. In un suo libro di due o tre anni fa, Giovanni Papini paragonava poeticamente l'Italia a un vecchio albero dal tronco contorto, col piede abbarbicato alle Alpi e l'estrema cima in Sicilia: il Comitato di Liberazione dev'essersi ricordato della metafora poiché si è accinto a sottoporre l'albero a una potatura radicale. Armati di-cesoie, i suoi giardinieri fanno a chi taglia di più. Il Serbo recide Trieste, Istria, Dalmazia, e allunga il braccio per dare una sforbiciata anche oltre, in direzione di Udi- ne. Il Greco spicca dal ramo orientale i tondi frutti protesi sull'azzurro Egeo. L'Inglese tenta raschiar via Taranto dal cavo della forcella e, considerando la foglia siciliana, fa saltare in mano la roncola con aria di ambigua perplessità. Il Francese, per bocca di Massigli, strappa al. l'albero Pantelleria e appunta le cesoie su Trapani e su Marsala, affinchè la bazza non sia tutta del britanno, nella lusinga di divider seco il controllo di quel canale di Sicilia che tanti brividi fece correre fra il 1939 e il 1943 nelle Vecchie midolla di John Bull. Nè questo gli basta: che, analogamente al Serbo, quell'incallito odiatore d'Italia vorrebbe estendere la potatura anche alle radici dell'albero, portandosi via di netto non solo la valle d'Aosta, reclamata già da Maurras, ma le valli di Susa, del Chisone e del Pellice, il che significherebbe impadronirsi dell'intera catena alpina con gli interi gruppi del Monviso, del Gran Paradiso e del Monte Rosa sino ai piani del Canavese, così da non aver più se non una tappa da co prire per scendere a Torino, e forse da mettere addirittura la Capitale del Piemon: rmlplPzTnvsdgotEgahdlrqppdUlszpGlrdpcptsppsnftcdcMvCtfdnmtIte sotto il tiro dei propri cannoni Fin qui si potavano gli al- beri per accrescerne il rigo-glio:"i giardinieri dell'Amgot vogliono potare l'Italia per meglio ucciderla. E non sappiamo ancora quali siano le aspirazioni del giardiniere russo, il quale probabilmente non si astiene dal pone innanzi esigenze dirette se non nell'intento di prendersi, sotto l'una o l'altra forma, tutto quello che avanzerà del tronco disgraziato. L'Italia all'incanto: è dunque questo il programma del « Comitato di Liberazione » ? Capita al nostro paese quel che è toccato alla Polonia. Ma alla Polonia, alleata della prima ora, anzi della vigilia, per consolarla aeila l i o a i i l o e a n i . e l e o o o - o a a a r . u a , o i e 3 n : , i l e i n l l r , : rapacità sovietica si promette di dare a ponente l'equivalente di quello che perderebbe a levante, e cioè la Slesia, la Pomerania, la Prussia Orientale con Danzica e parecchi milioni di Tedeschi; mentre all'Italia non si può promettere nulla, visto che i suoi nemici non stanno solo da un lato ma da tre. Altro che pace di Versaglia! La pace di Washington o di Mosca ne farebbe, se potesse, impallidire il ricordo. E qui si vede chiara quella grande legge politica che gli avversari del fascismo non hanno mai voluto comprendere riè riconoscere: l'assoluta incompatibilità di interessi esistente fra l'Italia e qualunque lega di Stati che pretenda associarla conteni poraneamente ai suoi vicini dell'est, dell'ovest e del sud. Una potenza centrale come la nostra non può che restar schiacciata in una coalizione della quale facciano parte Francesi, Jugoslavi, Greci e Inglesi, per non parlare dei Russi e degli Americani. Nel 1919 al tavolo della pace se ne videro le prime prove. Quella volta ci salvammo, relativamente, perchè gli « alleati » orientali erano alleati di princisbecco, improvvisati sui due piedi da Clémenceau e compagni pei bisogni della causa, ma fino a poche settimane prima insaccati nell'uniforme austro-ungarica, e potevamo quindi, almeno entro certi limiti, invocare ai loro danni la qualità di Stati successori e le relative ipoteche. Ma che cosa vorrebbero invocare domani i signori del Comitato di Liberazione contro Stati che da vent'anni fanno la politica di Parigi e di Londra e che nella guerra non cessarono un istante di militare, almeno moralmente e diplomaticamente, nel campo opposto al nostro? Quand'anche, per prospettare una ipotesi assurda, gli Inglesi volessero accontentarsi di portarci via le colonie lasciandoci il così detto piede di casa per valersi di noi in avvenire come di una comoda pedina del loro scacchiere — è questa, o almeno 10 fu, la grande idea degli uomini di Napoli! — non ci riescirebbero mai, perchè loro alleati non lo permette rebbero. I Greci esigono dei compensi. Gli Jugoslavi anche. E i Francesi, quei Francesi cui Inghilterra e Ame rica porteran via per conto loro vaste fette d'Impero, come vorreste tacitarli, se non a spese dell'Italia? La mutilazione del nostro paese era scritta a chiare note, se non sulla Carta Atlantica, negli statuti segreti della coalizione antitotalitaria. Diremo di più: la mutilazione del nostro paese sarebbe stata messa sul tappeto, in caso di vittoria dei coalizzati, quand'anche fossimo rimasti neutrali. Avendo fatta la guerra, illudersi della possibilità di evitare le forbici dei chirurgi-giardinieri era doppiamente insensato. Badoglio e Vittorio Emanuele agirono dunque senza la più lontana coscienza della logica storica e politica, con quella assoluta mancanza di criterio e di sangue freddo che si manifesta solo negli uomini che hanno perduta la testa. Può darsi che la pseudo-romantica fraseologia ameiicana, le promesse rettoriche di Roosevelt e di Eisenhower non fossero estranee al loro accecamento, ma non è questa una scusa. Del resto, da allora ad op"tì anche gli Stati Uniti hanno imparato parecchio: e sintomatica ci sembra, al riguardo, quella corrispondenza della N. Zurcher mg. dove si notava ier l'altro quale amara delusione venga suscitando a Washington 11 fatto che, dopo essersi creduti destinati a rappresentare il fattore decisivo nella soluzione dei massimi problemi europei, si scopre oggi di non essere in grado di influire sulla soluzione di alcuno. Un cervello politico, e specie un cervello europeo, lo avrebbe previsto da un pezzo, e precisamente dal giorno che Londra e Washington fecero lega con Mosca. Purtroppo, Roosevelt non è un cervello europeo e i due complici del Quirinale non erano due cervelli politici. Nè l'uno nè gli altri mdlecsdapamlmmadslDnNp2pustssIi previdero nulla Ormai il male e fatto. Ma - la situazione potrebbe anco-ira venire salvata, se gli Ita ma n o e ne e rrno. nel ? el a. lia liani si mettessero bene in capo almen questo: che la coalizione di Stati alla quale tanti di loro ancor oggi vagheggiano di aggiogarsi è per definizione votata a dividersi cinicamente le spoglie della loro patria come i soldati si divisero le spoglie del Redentore appiè della croce dove l'avevano inchiodato, e che sperare aiuti da quella parte sarebbe follìa. La potatura di questi giardinieri-chirurgi somiglia all'opera dei boscaioli quando atterrano un albero per farlo a pezzi e buttarlo nel fuoco. Concetto Pettinato