La riparazione degli immobili colpiti dai bombardamenti nemici

La riparazione degli immobili colpiti dai bombardamenti nemici CRONACA CITTADINA La riparazione degli immobili colpiti dai bombardamenti nemici La parola a un sinistrato Quando noi si scriveva che una maggiore semplicità procedurale non potrebbe non avere una. benefica influenza sulla soluzione del grave problema della ricostruzione degli immobili* sinistrati, si affermava indubbiamente ima verità. Basti pensare che vi sono verità di carattere generale, che valgono sempre; nessuno vorrà sostenere che tutto a un tratto, e solo in questo esso, la semplicità diventi un impaccio ritardatore. Ma il Genio ciuije tira fuori la legge numero ÌSJ/S, un po' con l'aria di don Abbondio che al povero Renzo citava il latino; e dimostra, come due e due fanno quattro, che tutto procede nel migliore dei modi, e che chi è senza casa — se ben comprendiamo — quasi quasi -deve battersi il petto e dire mea culpa. Qui è già un primo punto sul quale conviene intendersi: noi pensiamo sia dover nostro segnalare sempre difficoltà e inconvenienti, per nulla spaventati dall'idea che in parte essi dipendano wo»i dalla applicazione della legge, ma dalla legge stessa. Vogliamo dire che i nostri rilievi e le nostre proposte non consideravano per nulla la legislazione vigente in materia come un tabù, ma ansi come cosa umana, modificabile e perfettibile. Orbene, quando si trattava di spiegare e divulgare la legge, il nostro giornale lo ha fatto (non toccherebbe a noi dirlo) in modo egregio; e ci sia lecito rinviare i lettori alla serie di articoli del Consigliere di Corte d'Appello avv. Giovanni Ottello, usciti su queste colonne tra l'aprile e U giugno del '4S. Ma poi i bom bardamenti si moltiplicano, e la realtà sembra dominare la legge, e non esserne più dominata; il numero degli' immobili sinistrati aumenta con un crescendo veramente spaventoso; lettere e lettere giungono al giornale, denunciano; insomma la situazione è ben diversa, tra tante rovine, da quella che nell'estate del 191(0 aveva inspi spirato, in tempi che oggi ci sembrano addirittura idilliaci, la legge sul risarcimento dei danni di gwerra. Qual'è il nostro deverei Dirlo, anzi scriverlo; preoccupati di ispi rarci alla realtà, non alle sue sovrastrutture giuridiche o burocratiche. Dibattere il problema, o anche solo proporlo; proporlo a chi ne sa più di noi, perchè lo risolva; all'opinióne pubblica, perchè ne faciliti la soluzione. Questo dovere abbiamo inteso di assolvere, cercando di portare-un contributo (ci vogliamo ripetere) in base ai risultati della nostra osservazione, che potrà essere modesta, ma che è spregiudicata e disinteressata. Ci sì vuol dire invece che tutto procede nel migliore dei modi; che noi ci proponiamo di sfondare una porta aperta. Vorremmo crederlo; ma se la porta è aperta perchè tanta gente .ioti riesce a passare? Ecco qui: leggiamo quel che scrivono gli interessati. Prendiamo — ci si può credere — una lettera qualunque. E' il solito povero diavolo (l'espressione non significa dispregio, ma umana solidarietà! che va da Erode a Pilato mentre la sua casa resta come è. Leggiamo: Spett. Direzione del giornale La Stampa - Ufficio Cronaca. Ho letto stamane l'articolo in codesto giornale riguardo le riparazioni da farsi agli stabili danneggiati, o pericolanti. Non sapendo più a qual santo rivolgermi, fo' presente il caso mio se vi è 11 modo di trovare una via d'uscita per avere le mie due modeste camerette aggiustate. L'anno scorso in novembre in seguito a bombardamento ebbi danneggiato il soffitto delle due camere per la grandezza di circa un metro quadrato per camera, lasciandomi la visione -dei nudi tetti, che a notte serena vedo le stelle, e nelle giornate di pioggia una discreta quantità d'acqua; non dico poi del freddo, a nulla serve che faccia calore tanto si volatizza. Da circa sei anni che affitto queste due modeste camerette in via Montevecchio 13 pagando puntualmente la pigione in seguito a quanto accaduto, mi rivolsi per le dovute rioarazioni all'Amministra-tore "dello stabile sig. dottor Zoppi, in via Garibaldi 22, e questi mi disse che avrebbe cercato dì farmi fare le riparazioni necessarie sempre con il benestare del proprietario. Dovetti sfollare la famiglia perchè in pieno inverno non era possibile abitarvici, e mi adattai io allei meglio; malgrado le camere in questo stato, ho continuato a pagare la pigione sino a tutto marzo o aprile, di preciso non ricordo, ad ogni modo tengo presso di me le rispettive ricevute e nel contempo continuai a fare pressione. A nulla valse; mi decisi a sospendere il pagamento del fitto sperando di essere richiamato onde avrei potuto ritornare sull' argomento, ma nessun richiamo mi fu fatto, e mi lasciarono cosi. Mi rivolsi allora al Genio civile: mi disse di cercarmi io stesso un'impresa disposta a farmi le riparazioni necessarie; mi rivolsi all'impresa addetta ella manutenzione della casa: mi disse che era disposta farmi il lavoro solo che gli procurassi i chiodi ed il filo di ferro necessari per la stuoia, e poi l'autoriziz=zione del proprietario dello stabile; il preventivo fu fatto su L. 1500 il massimo. Ora come devo comportarmi? Nè chiodi, nè fil di ferro non ne trovo. F.to: Amedeo Bonzano Via M"rttevecchio 13. Si può jorse obiettare: è un caso particolare. D'accoralo; ma dateci mille casi particolari ed ecco un problema generale. . Motivi per consolarci della sua soltanto parziale e difet¬ tosa soluzione ce ne sarebbero: perchè, nonostante tutto, lavoro se ne è fatto molto, e su questo punto sinmo d'accordo. Però se la legge, e la sua applicazione, si allontanano dalla perfezione, in pratica avviene che il ricco si arrangia, e il povero no. Per questo, solo per questo, torneremo ancora una volta sult'argomcnto: perchè pensiamo invece che — se preferenza deve essere accordata a qualcuno — il povero prima del ricco debba, per ragioni ovvie, riavere la sua casa. sIMIIMIIIIIIIIIIIIIIMIMnilllMIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIMM

Persone citate: Amedeo Bonzano, Erode, Giovanni Ottello, Pilato