Il sacco del pellegrino

Il sacco del pellegrino Il sacco del pellegrino Kravamo tre, quattro scrittori di professione: non so quanti, avviati a un luogo di .sfollamento in un treno di iurtuna. — Ecco che la guerra — uno disse — invece di separarci ci riunisce. Che le nostre discussioni siano condannate a essere soltanto spirituali ? — « Condannate », è la parola: — osservò un pessimista — Quattro scrittori insieme, sono già una calamità. Ce nè abbastanza per una rissa. — O peggio ancora — aggiunse un terzo — per un premio letterario. Per fortuna, Bagutta è dispersa, e di Viareggio non si parlerà mai più. — Almeno come disnensiera di premi — precisò un quarto, meticoloso e conciliativo. — Ciò non impedirà agli scrittori di radunarsi""ancora a Viareggio, arcadicamente, per ragionare della pineta in succhio o della marina in fiore. — Un'idea: — ripigliò il primo — l'Arcadia! Perchè r.on risorgerebbero fra noi delle associazioni arcadiche? Ce n'erano a Firenze, a Bologna, a Venezia. Il Settecento n'era pieno. In un certo raduno settecentesco, a Norimberga, ogni letterato aveva il nome d'un frutto; a Vicenza, d'un fiore. E come il nome influiva sul carattere, prendevano a poco a poco dolci costumi, vegetali acquiescenze, maniere scelte e soavi. Credo che dei pochi Florali, o quanto meno una Accademia Florale, si potrebbero ristabilire anche in Italia: primo passo necessario, forse, verso la riabilitazione del nostro poetico giardino. Allora ciascuno di noi riavrebbe, poeticamente, ilsuo battesimo. A Marino Moretti spetterebbe il giglio; a Eacchelli l'ortensia, fiore di abbondanza; a Marinetti il calicanto... — Il calicanto, perchè? — Perchè precede, futuristicamente, tutti gli altri. La petunia credo andrebbe lasciata, ma il perchè non posso dirvelo, a Margherita Grassini.-Sarfatti. La modesta violetta potrebbe essere contesa, invece, tra 'Pastonchi e Ramperti... — Grazie dell'attribuzione: .— protestò l'ultimo nominato — ma non accetta. La viola mammola è un fiore che si nasconde. E poi non ha abbastanza spine. Preferisco il cardone. I nuovi Re Magi E' passato il Natale, E' giunta l'Epifania. E i bombaraieri nemici non hanno mancato di scaricare i loro esplosivi su qualche popolazione innocente, ridando alla Befana l'aspetto orribile, il volto di versiera che aveva nell'origine. Immagino facilmente, a bordo d'un « Liberatore », qualcuno di quei ne- f-ri o negroidi che nella loro oresta africana avrebbero bisogno, per le loro solennità, di sacrifici umani; e se il coltellaccio non gronda di sangue, se le visceri non s'ammucchiano fumanti a' pie dell'altare, la festa non è completa. In questa Epifania, la parte del pilota negro è quella del Re Moro: il terzo dei Tre Magi, il donatore funebre e misterioso che porta la mirra, emblema di morte. Ecco la parte di Baldassarre nel presepio angloamericano del quinto anno di guerra. Quanto all'oro britannico è portato dal vecchio Gaspare, che ha la stessa calvizie di Churchill; e l'incenso è prodigato dall'Arcivescovo di Canterbury, cioè da Melchiorre, sotto forma d'altissimi elogi ai mitragliatori di Colonia e d'Aquisgrana. Era naturale che fossero ribombardate, a Colonia, le arche er. le reliquie dei Tre Magi antichi, soppiantati dai nuovi; e che ai nuovi offerenti mostruosi s'inchinasse, adorando, il più bieco, il più atroce, il più schifoso criminale della storia, coronato ironicamente d'una mitria come Satana nelle Messe Nere, e come le streghe sui roghi. Il viaggiatore riabilitato Com'è vero che c'è un compenso per tutto! Com'è vero che l'esistenza, pure attraverso i suoi orrori, finisce per ricomporsi armoniosamente, quanto i flutti dei mari e gli ordini delle stelle! Venutoli freddo, ecco che lo stesso affollamento dei treni è diventato provvidenziale, mentre la scorsa estate era parso insopportabile. Negli scompartimenti per tre ci si accomoda, ormai, in quattro od in cinque: e nessuno protesta, nessuno mostra al vicino 'a faccia feroce, come fià nel Luglio ardente e nel anfoso Agosto. Al contrario, di Gennaio, l'affollamento contribuisce al riscaldamento: per cui una volta ancora, con appena un poco d' esagerazione, Pangloss avrebbe ragione eli ritenersi nel migliore dei mondi possibile. Certo, allora che il sole scottava, ogni vagone stipato diventava il toro di Falaride. Una fornace di ferro in movimento! Oppure quel « rogo volante » di cui parla il kalevala, e che si ritrova nei tappeti della vecchia Cina! Oggi la ressa finisce per m.abilire una sorta di fraternità, migliorandoci la temperatura, e, quel che più importa, il carattere. Ecco dunque la materia per un nuovo tapitolo di Candido. Ah, se l'Amministrazione delle Ferrovip potesse fornire anche un Voltaire! Ramperti

Persone citate: Churchill, Margherita Grassini, Marinetti, Marino Moretti, Moro, Pastonchi, Sarfatti

Luoghi citati: Bologna, Cina, Colonia, Firenze, Italia, Norimberga, Venezia, Viareggio, Vicenza