Arance in faccia a Wiscinski lanciate dai giovani palermitani

Arance in faccia a Wiscinski lanciate dai giovani palermitani Un quartetto in giro per l'Italia occupata Arance in faccia a Wiscinski lanciate dai giovani palermitani 1 sette allarmi d'una sirena beffarda ed i salamelecchi di Sforza e Croce all' inviato di Stalin - Nuovi guai per Badoglio Barcellona, 17 gennaio. Di notizie interess'?:nti e curiose è oggi ricca la cronaca dèi giornali di qui dall'Italia meridionale. Il primo posto è tenuto da quelle che un giornale intitola « Le beffe siciliane ai rappresentanti dei liberatori». Il giornale riferisce che il bolscevico Wiscinski (si tratta del ben noto sanguinario « accusatore ■» dei processi di epurazione moscoviti), il francese Massigli, l'inglese Reynalt ed il nordamericano Mac Millan, capoccioni del noto Comitato alleato per l'Italia, hwino compiuto un viaggio attraverso 1 centri « liberati » del Meridione, della Sardegna e della Sicilia, « per rendersi conto della situazione disastrosa ovunque esistente ». Il quartetto ed i suoi collaboratori, dopo aver cercato con la manifestazione di affabili maniere di « rendersi simpatico » il più possibile alle popolazioni e dopo aver ricevuto dalle mani di Vittorio Emanuele fior di decorazioni (l'accusatore di Tuca cevski s'è'ervuto anche il Gran Cordone dei S.S. Maurizio e Lazzaro), proprio alla conclusione del suo viaggio in Sicilia, è incocciato in parecchi dispiaceri. I quattro, infatti, giunti a Palermo in macchina scoperta ed iniziatei la visita della « cornice » sono stati, ad un certo punto, fatti segno ad un improvviso, quanto nutrito, lancio di arance da parte dei giovani agricoltori che lavoravano negli «igrumeti. Sotto la gragnuola dei frutti al quartetto non è rimasto che scappare a tutto gas. Ma non basta: per ben sette notti di seguito' i quattro messeri sono stati svegliati dall'urlo di una sirena e costretti a scendere in cantina. Solo dopo sette di questi « allarmi », la polizia di scorta ha... scoperto trattarsi di un atroce scherzo giocato da ignoti che sono ora ricercati. « Il lancio delle arance dice il giorneile — è stato gabellato dalla propaganda come una dimostrazione di entusiasmo dei giovani palermitani; l'affare degli allarmi truccati, invece, è stato accollato ai soliti sabotatori siciliani ». Per certo, possiamo aggiungere noi, se ì quattro erano in giro « per rendersi conto della situazione », le arance e le sirene di cui sopra li avran no resi edotti a sufficienza di quanto 11 popolo siciliano li ami e li rispetti. Se, però, Wiscinski è preso ad arance in faccia dai giovani di Palermo, i vecchioni del po liticantismo cercano, in ogni modo, di tenerselo buono. Vittorio l'ha fatto Gran Cordone ? Ecco subito Sforza e Croce parare la botta e scodinzolargli intorno. Una notizia da Napoli, infatti, dice testualmente: « Sabato il conte Carlo Sforza ha dichiarato al giornalista inglese Cecil Sprigg che " principale oggetto delle conversazioni da lui avute con il rappresentante sovietico Wiscinski sono state le future relazioni dell'Italia con l'Unione Sovietica ". Sforza ha sottolineato che i colloqui " sono stati improntati alla massima cordialità ". Alle conversazioni assisteva anche Benedetto Croce il quale ha detto di " essersi convinto dell'interesse e delle buone intenzioni dimostrate da Wiscinski per aiutare a risolvere i problemi italiani». Il conte Sforza ha inoltre, detto che nutre piena fiducia che fra l'Italia e l'Unione Sovietica " si stabiliranno nel dcpsgliss«mffglstDdtnssnLmlas futuro"~strett"e "relazioni "diplo-j i e a I i i n a a è o e i i e a i ' r i i i A matiehe I due vecchi liberatori non bade.no troppo per il sottile pur di farla in barba all'ex-re ed a Badoglio. Trovano modo di mettersi d'accordo persino col rappresentante del bolscevismo e di trovarlo simpatico. Dopo la leccata di scarpe al russo, intanto, Sforza, in una nuova dichiarazione all'inviato della Reuter, ha dichiarato che l'ostacolo che si oppone alla sua collaborazione col governo Badoglio è di natura morale, oltre che politica. Sforza ha affermato, inoltre, che le sue divergenze col governo Badoglio non possono essere appianate da contrattazioni, e che attende dal prossimo con gresso di Bari una soluzione del problema monarchico. Ma non solo il vecchio conte ce l'ha su col maresciallo. Anche i lavoratori non lo trattano troppo bene. Un gruppo di essi, infatti, gli ha indirizzato una dura protesta per le condizioni di vita in cui languiscono e .Radio Bari riferisce che essi si lamentano per lo squilibrio esistente fra le paghe ed i prezzi dei generi di normale consumo. La protesta dice, infatti, fra l'altro : « Le paghe stabilite fra i nostri rappresentanti e quelli dei datori di lavoro sono assolutamente insufficienti al costo attuale della vita. Il governo del maresciallo permette, inoltre, la libera vendita di carne, legumi ed altri generi di nutrizione con il risultato di peggiorare le condizioni dei lavoratori ». I lavoratori chiedono, poi, che vengano presi ur- tenti provvedimenti da parte elle autorità d'occupazione. Ma che autorità ha Badoglio presso queste «autorità»?! Da Tangeri, intanto, si apprende che il gen. Iru Eaker è giunto ad Algeri per prendere il comando delle forze aeree alleate del Mediterraneo agli ordini di Wilson, mentre da Algesiras si riceve che sabato un convoglio di 40 navi hu lasciato Gibilterra, nei cui bacini .sono in riparazione una nave da battaglia e parecchi incrociatori e nel cui porto sono ancorati sette caccia americani, sette ex-italiani ed uno francese.