Salvare il salvabile dei monumenti nazionali

Salvare il salvabile dei monumenti nazionali Salvare il salvabile dei monumenti nazionali Una commissione di tecnici collaborerà con il Genio Civile nell'opera di conservazione I bombardamenti aerei scatenati sulla città hanno arrecato gravi offese a monumenti nazionali; numerosi edifacl sono stati devastati In zone d<»ve sono in atto particolari problemi di carattere artistico, urbanistico. II Commissario al Comune h:i avuto perciò l'iniziativa di costituire una Commissione di studio che collabori con la Sovramtendenza ai monumenti, con i) Genio Civile e con il Servizio tecnico del Municipio nell'intento di mantenere il massimo rispetto alle opere d'arte nelle riparazioni da apportare ad esse sia come tali.1 sia quali ricorda storici; e nel- ,l'intento anche dì risolvere adeguatamente e tempestivamente i problemi di carattere edilizio ed urbanistico, che volta a volta si vengano a presentare. Un sopraluogo in piazza San Carlo La Commissione nominata dal Commissario al Comune lcomm. Matteo Bonino e pre sieduta dall'ing. Giovanni Chevalley è composta dall'ing. Alessandro Moilito, dall'avv. Angelo Cravero, dall'arch. Arturo Midana e dal prof. Palo Verzone. Il Commissario ha radunato a Palazzo Civico la. Commissione stessa la quale, iniziando il suo compito, dato un primo sguardo generale, ha fermato la sua attenzione sulle condizioni in cui si trovano i palazzi di piazza San Carlo e particolarmente quelli posti sulla destra di chi è avviato verso piazza Castello. Dopo la seduta, unitamente al Sovraintendente ai monumenti ing. Mesturino, ai dirigenti del Genio Civile e agli ingegneri del Municipio, il Commissario al Comune e la Commissione hanno fatto un sopraluogo nella storica piazza cosi cara ai torinesi. Costruita dal Casterlamonte intorno al 1650, la piazza è giunta a noi intatta, salvo la modifica compiuta sulla metà del Settecento con il riempimento delle colonne di sostegno alle arcate, e ciò per dar maggior resistenza alle colonne stesse. La piazza, nel suo insieme, costituisce una di quelle opere architettoniche che bastano a dar carattere a una città: e nessun torinese, anche fra gli innovatori, saprebbe immaginarla diversa come nessun veneziano saprebbe immaginare una piazza San Marcò diversa da quella che è. Checché si dica mazza San Orlo è la più bella piazza di Torino, un vero spolello: per ciò la ricostruzione della nostra principale arteria, via Roma, fu impernia su di essa. Gli incendi provocati da una prima, incursione nemica "dunnue hanno demolito aliasi tutto il tetto detrll edifici nosti sulla destra di chi è avviato verso la riazza Castello e gran parte di anelli a sinistra. Successivamente nuove bombe hanno souarciato la facc'ato di uno dei pa'a7zi ns! settore dove era la <r ■Filarmonica »: od una au'ndicina ri' T'orni fa. oonaop-upnza delle ipf ni rqz'onl d°H» n'offre. e «ad'irn un trotto, rlolln facciata stessa, quello d'inizio, all'angolo con via Maria Vittoria. Il legname che costituiva lo scheletro dei palazzi stessi, alimentando gli incendi, aveva reso precario lo stato d'equilibrio del muro perimetrale sulla piazza, l'acqua ne aveva ag- flavato le condizioni di instailità. Era stato perciò, senz'altro, iniziata, nell'ala destra della piazza, la* demolizione di altre parti della facciata perchè giudicate pericolanti: mu il tempestivo intervento del Sovraintendente ai monumenti, del Commissario al Comune assistito dai tecnici del Municipio, e dell* nuova Commissione di studi hanno infrenato la demolizione stessa con troppa fretta iniziata. Conservare, non demolire Il problema è ben altro che demolire: si tratta di salvare 11 salvabile, di puntellare, di proteggere dalle piogge i muri che strapiombano, di far si insomma che almeno quel che resta delle facciate del Castellamonte non abbia ad andar irrimediabilmente perduto. Sarà sempre più facile riattarle che rifarle di sana pianta*. Si tratta di opere in muratura a nudo, come usavano a quell'epoca, con stemmi fra arcata ed arcata e con fregi in ornamento e<\W. finestre tutti diversi l'uno dall'altro. Sarà prudente anzi, far dei calchi e degli uni e degli altri, di alianti ancora non sono stati distrutti; ma tanto d: guadagnato sarà se si conserveranno gli originali; anche per il valore artistico e storico ch'essi rappresentano. I primi accordi presi fra i dirigenti del Genio Civile e co-j loto che a giusta ragione si S^JUSSi" S70a™7nevece potrà preoccupano della tutela e della conservazione delle opere d'arte cittadine dovrebbero dar certezza che ciascuno nella sua sfera di azione sia per adoperarsi acciocché sia conservato a Torino tutto ciò che, a buon diritto, ai torinesi è caro. Anche per la piazza San Carlo saranno adottati quei provvedimenti che sono stati presi per salvare la facciata del nostro massimo teatro lirico. Da circa 8 anni questo muro opportunamente puntellato regge ottimamente ed attende di essere ricongiunto al costruendo edificio. Cosi dovrà farsi anche per ,le facciate del Ca- essere fatto per 11 palazzo d'Agliano, dove aveva sede il Consiglio Provinciale delle Corporazioni, ormai quasi interamente demolito; mentre inVece per il palazzo Cavalchini - Garofali di via Santa Teresa, un bell'edificio dovuto al Guarini, è stata ricostruita la parte che una bomba aveva abbattuta. Molto proficuo ed intelligente lavoro si attende adunque ancora; basti ricordare tre chiese fra le colpite che vantano maggior valore artistico' la chiesa del Carmine, quella del « Corpus Domini > e San Gioacchino. Anche qui lo sco i po immediato da raggiungere, è ancor quello: salvare il sai- vabile. Illllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll

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