Sogno

Sogno Sogno Chiusa nella cucinetta calda, la madre, preparando la cona, pensa con ima specie di appassionato accanimento alla ragazza di cui suo figlio è innamorato. A causa di questa ragazza c'è fra i due, madre e figlio, da un po' di tempo, una tensione dolorosa, un broncio ostinato, come tra duello segreto. Eppure, di questa ragazza tutti dicono |un gran bene. Che e grazio- sa, avvenente di aspetto e poi buona di carattere, labo- nosa, allegra. _ _ Che_cosa le puoi nm-|proverare?... - le ha cine- |sto, con accento sdegnato e[iroso, il figlio, una volta. — Ma niente, niente... — E allora, perchè tutte queste storie?... In verità, ognuna di quelle virtù che la gente attribuisce alla ragazza diventano ai suoi occhi altrettanti demeriti. Basta così poco perchè la bellezza, l'eleganza, l'allegria e la bontà di carattere, diventino sguaiataggine, ipocrisia, sfacciataggine e provocante falsità !... Ora lei e suo figlio, da un pezzo, non si parlano più. Lei appresta la cena, apparecchia la tavola. In altri tempi, appariva così gaia quella mensa candida, con tutto quel che piaceva di più a lui ben disposto, la verde insalata, la frutta, la bottiglia del vino rosso, la minestra densa. Ora anche le cose appaiono fredde, senza risalto, e per niente appetitose. Ella appoggia il gomito sulla tavola e la fronte sul palmo della mano. Chiude gli occhi. Si sente insolitamente stanca. Non è il lavoro che la deprime, la consuma, la stanca tanto, è quel pensiero fìsso, è l'immagine di quella ragazza, è la prospettiva di dovere, un bel giorno, cedere alla muta ostinazione del figlio e concedergli che la chieda in isposa. Cederà?... Chissà, forse sì, forse no. Intanto, se lui si ostina a farle il broncio, lei ha tutti i diritti di diventare sempre più ostile a quel progetto di matrimonio. Infine, la ragione sta dalla parte sua, perchè potrà sempre dire : — E' lei che ti ha fatto diventare così. Un tempo non c'era pericolo che mi facessi il broncio, eri il più buon figliuolo del mondo. Ma ora sei diventato un altro. Sì, è .colpa di lei, è tutta colpa sua. Come posso amare an-ch'io una simile creatura e"... accettarla in casa come unafiglia?... Dalla piccola entrata vicina giunge monotono il tic-toc del pendolo. Il tempo passa, il silenzio diventa sempre più intenso. La testa della madre si abbandona con pesantezza sul tavolo... Come mai, a un tratto, invece di essere nella sua cucinetta, è dentro a un deserto caiFè, accanto a unavetrata con gli occhi fi&si aun portone di fronte, da cui vede uscire suo figlio con viso pallido e aria cupa ì Egli entra nel caffè, viene difilato al suo tavolo, siede davanti a lei, fissandola con occhi fiammeggianti. — Mi hanno detto di no, capisci?... Mi hanno rifiutato per causa tua !... — Come, per causa mia?... —: Sanno tutti che per gelosia non la puoi vedere ! E i suoi genitori non vogliono darmela per questo. E lei non vuole sposarmi per questo. Per la tua ostilità, la tua gelosia !... — Hanno rifiutato... te?...— Mi hanno rifiutato, respinto !... Il suo ragazzo, il suo figliuolo di cui lei è sempre stata così fiera ha subito questa umiliazione, questa vel¬ gogna... Ella guarda nel visoo n t » di lui tutte le ombre di quel dolore, tutti i solchi che qualcosa ha scavato all'improvviso in lui. Sbigottita, allibita, le pare che quel caro, quell'adorato viso, si scomponga paurosamente e che, adagio, sotto i suoi stessi occhi, diventi il viso scarno, doloroso, macerato di un uomo infelice, sperduto, condannato. Possibile che egli possa invecchiare così?... Lacrime ardenti e amarissime fanno groppo alla gola stretta della madre, un dolore quasi insostenibile le dilania il petto. No, ella nonnuò a/Ti-ontare la visione diru . , . -i f r un simile avvenire: il ugliorhe- invecchia nella solitudine*- e , , , | e nel dolore per causa sua !...Stende una mano tremanteverso quel viso, come se volesse cancellare con un gesto tutta quella- devastazione, le macchie del pianto, le ombre dei tetri pensieri, le corrosioni della malinconia, della delusione, i duri segni che plianni deserti di affetti e soli-tari lasciano sui volti umani. E la sua mano, invece di toccare la gota familiare, tepida e dolce, si appoggia su qualcosa di gelido che la fa rabbrividire e gettare un gridoDi botto ella alza la testa e apre gli occhi. E' 6eduta alla tavola, la sua mano ,a mineEtra. Poi in iedi da fi ]io m&ngiJe un . curvo ndle f, ^ faceva sempre da j)ilnbo> no. nostante le sue esortazioni, e |le viene in mente auando 6 stringe la caraffa dell'acqua. Ah, grazie al- cielo, ella è nella sua cucinetta calda, e pulita, e tutjto sarebbe confortante, dolce, sereno, se suo figlio non fosse entrato in quel momento e non le jve.sse gettato un'occhiata scura. Ella1 lo guarda, avidamente. Il suo sogno orrendo è smentito. _ Egli ha sempre il suo bel viso florido e dolce, Quantunque imbronciato, e nessuna ragazza "at' mondo avrebbe il coraggio di dirgli di no. Grazie a Dio, grazie a Dio! La madre si alza, scodella .. quando |rimasta. vedova e !u> piocolo [orfanel]0) non gi 9t£ccava dalla sua gonna. Ecco come avrebbe voluto che fosse sempre lei. Il sogno ha dunque ragione: è la sua gelosia che rovina tutto, la sua gelosia che minaccia di render tutto inutile, e che ora distrugge là dove prima la madre ha edificato. D'improvviso ella pone la mano sul capo del figlio che non si volta ina si rannicchia nelle spalle cessando di. mangiare. — Sai — ella, dice — dovresti poi deciderti. — A che? — egli chiede piano, con un po' di raucedine nella voce. — A chiederla, s'intende. Non occorre dir altro. Egli capisce, E sembra che non sappia 'dir nulla per la troppa felicità. Solo un singhioz vvDclpd\rzbrenncIzo gli sfugge e il cucchiaio!riolla minoctva ;„ !delia mmestia elle tiene in jmano trema violentemente. Carola Prosperi

Persone citate: Carola Prosperi