"Fermate i convogli affondate piuttosto le navi,,"

"Fermate i convogli affondate piuttosto le navi,," I nostri ragazzi deportati in Russia "Fermate i convogli affondate piuttosto le navi,," Il disperato appello di ona madre italiana Le notizie sulla deportazione dei nostri ragazzi in Russia — notizie di giorno in giorno più precise e dettagliate, e con ciò più tragiche — hanno indotto tante' buone mamme a prendere la penna e a scriverci, che proprio non possiamo tenere solo per noi quei gridi sinceri. Ci cascano, gli occh\ su & "na /rase; fermate i convogli di questi bimbi in qualsiasi modo, affondate piuttosto le navi... Ecco: scegliamo questa lettera. Ha per firma: una madre italiana. Sotto, nome, cognome e indirizzo; poi, tra parentesi, il nome non conta. Lo crediamo, signora, che non è il vostro nome sul giornale che voi volete. Non vorreste nemmeno la lettera. Ma scusateci. Noi, da soli, non possiamo fermare i convogli, non possiamo affondare le navi. Possiamo però far giungere la vostra invocazione a milioni e milioni di italiani; i quali tutti insieme, ricordiamolo bene, possono ciò che vogliono, perchè ogni popolo ha sempre ottenuto ciò che ha saputo collettivamente volere. Per questo, signora, pubblichiamo la vostra lettera. Perchè altri si commuova, come noi ci siamo commossi. Perchè all'orecchio delle madri intrepide e ansiose, degli uomini ignavi ma che già cominciano a provare vergogna della loro igriavia, risuoni non la parola di un giornalista, sia pure libero e sincero, ma di una madre. Di una madre italiana. Di una madre, lasciatecelo dire, come voi: disposta a morire con i suoi figliuoli, piuttòsto di cederli come merce svilita a un nemico barbaro e crudele. Ma ecco, signora, parlate voi. A meno della radio e del giornale ho saputo la terribile notizia della deportazione dei nostri bimbi dell'Italia invasa in Russia. JU è mai poeaibik-un tale ai- mine? Ma «me possono lo madri d'Italia prima di lasciarsi spoglia, re del loro unico vero gioiello, non uccidere il mandante ed in ultimo, prima di cederlo, ucciderlo colle stesse, loro • mani o sparire con esso? ila che cosa fa il Papa in tele occasione? Gl'italiani =ono proprio solo più dei rammolliti e dei dementi? O non piuttosto è la miseria che suggerisce a delle cattive madri l'abbandono dei loro figli, invece di tenerli strétti al loro seno e di difenderli anche coi denti se è necessario? ftd in tei caso perchè non si fa l'impossibile per portarglieli via noi del Settentrione, che ogni famiglia sarebbe certamente felice d'i adottarne uno per tutto il periodo della, guerra e che consegnerebbe alle madri in tempi migliori? Gl'italiani non devono, non possono lasciare consti' lare un tele crimine, elle altrimenti non si salveranno più, perchè vorrà dire che siamo diventati peggio dei zulù della ■ steppa, senza cuore, senza sentimento, senza dignità ed infine senza intelligenza. Ma non è possibile, voi che sapete, scrivere tanto bene, cercatedi fare l'impossibile, risvegliate questo popolo dormente, apatico, mezzo rimbecillito, gridale ai quattro venti il pericolo a cui vanno incontro le nostre migliori forze, mobilitate tutte le forze sane della nazione (saranno purtroppo poche) ma ce ne saranno, fermate i convogli di questi bimbi in qualsiasi modo, affondate piuttosto le navi (è mostruoso), ma non lasciate che rtfti nostri i.ta- .. 'veX?i lP»aWu"5liani per po non ti-oppo lontano, Salvate, salvate questa Italia ed i loro figli! Commentare? Oh, ce ne vergogneremmo. Ma lasciateci aggiungere una.cosa: nessuno, nemmeno una donna, dica salvate; diciamo piuttosto salviamo. Questa sola parola signora, correggeremmo. Chi dice salvate aspetta ancora qualcosa dogli altri, e involontariamente pensa al domani. Sah-iamola, invece, l'Italia; e subito, e noi Soli, noi tutti insieme, noi ohe-per la sua salvezza siamo, come vai siete, grontt a morire. All'opera! _tanto senza dignità? La riavremo. Senza sentimento? Tornerà ad infiammarci. Senza cuore? Ecco che, al solo proposito di riscossa, ce lo sentiamo, forte e pieno, battere in petto. Adottare i figli del meridione, signora, è una gran bella idea; ma irrealizzabile. Qui lo slancio generoso del vostro cuore di donna vi tradisce. Come averli, quei ragazzi? •Buttando a mare il nemico, si capisce; ma allora il problema sarebbe non già risolto ina addirittura eliminato. Vincere dobbiamo. Via il r-emico dall'Italia. Questo i mi- gliori italiani già vogliono; questo tutti gli' Italiani deb bono volere. Poca o tanta, la minestra ai ragazzi nostri la daremo noi, ce la toglieremo di bocca se sarà necessario non ci raccontino i Bussi che loro l'han già preparata a tre o quattromila chilometri di distanza. Non mentano i loro turpi propositi e la loro cinica crudeltà sotto l'aspetto del finto benefattore. Generosi sono, gli Italiani; ingenui anche, magari; ma non 'così stupidi. Tengano i Russi la loro brodaglia, che noi non diamo in cambio i nostri raqazzì. Se in\™tono ™n la violenza, allora 'non abbiano soltanto i dispc- rati insulti delle madri stra ziate, ma piombo trovino, in nome di Dio; e siano impugna* te le armi da braccia di uomini italiani. Via il nemico dall'Italia. Se è vero che talvolta, agli individui come ai popoli, i grandi dolori sono mandati dalla Provvidenza come premessa alle grandi resurrezioni, questo dei ragazzi deportati in Russia sia lo strazio ultimo, da cui l'Italia finalmente risorgerà. Madri, figlie, sorelle, incitate gli uomini aVa riscossa. Via il nemico dall'Italia. Qualunque sentimento di parte scompaia dinanzi a questo proposito sacro. Beati, tra noi, quelli che vedranno l'Italia ridiventata libera; che saluteranno un giorno nei porti italiani bastimenti carichi di ragazzi nostri -reduci, in virtù della nostra vittoria, da una deportazione così breve che non li avrà né tutti uccisi, né imbastarditi; e beati soprattutto coloro che potranno dire abbracciandoli: « si, é vero, voi avete molto sofferto, ma dal giorno delle vostre prime lacrime io non sono più stato un'ora, sino ad oggi, senza un'arma in ouano ».

Persone citate: Bussi