SPECOLA

SPECOLA SPECOLA . a « Coscienze » su misura Un po' direi quasi paventandola, con la stessa certezza ma pur sempre alquanto an. siosa che si ha se sorpresi in aperta campagna guizza'un lampo e poi si sa che ha da seguire il tuono, questa me l'aspettavo: che da un momento all'altro, da levante o da ponente, qualcuno saltasse fuori a consigliare ima qualche nuova coscienza, una coscienza di attualità, su- misura, buona per l'uso e adatta alla contingenza. Perchè, vedete, dappoiché il Creatore non ebbe l'accortezza di farcela come un qualsiasi altro organo la coscienza — conte la milza, ad esempio, 0 l'appendice, con 0 senza le quali, dicono, l'individuo può vivere lo stesso —-; 0 addirittura a guisa di quelle macchinette a cento usi che vendono 1 « battitori » nelle piazss, con le quali puoi nettarti le unghie e sbucciar le patate, sturar bottiglie e aprire (senza romperle, s'intende) scatole; e invece os la die come entità astratta che non si vede e non si tocca, e sousitte... non si sa dove 3ia, ognuno si sente in grado di poter formare, quella degii altri almeno, a modo suo. E se scrive 0 parla dei cereali, al minimo esorta, quando non rampogna, alla formazione di una coscienza cerealicola, vuole la forestale chi s'interessa di boschi, e chi la vinicola o la cooperativistica, l'erboristica, se i tram ritardano alle fermate e nelle vetture s'accendon moccoli si è perchè manca la coscienza tranviaria, se non, abbiamo pesci la colpa è della deficiente coscienza peschereccia; tanto per ricordarne alcune delle « medie », senza iira;e in ballo quelle più importanti 0 considerare le minime, che si contano a centinaia fino alla coscienza ottica che qualche anno fa un intraprendente occhialaio genovese predicava a caratteri di scatola dalla cattedra delle sue inserzioni pubblicitarie. Una coscienza, insomma, per ogni uso, e ora — ecco il tuono che aspettavo dopo il lampo — siamo alla « coscienza repubblicana », auspicata or non è guari — tanto per parlare un po' difficile coinè a siffatto metafisico argomento si conviene — da uno scrittone a firma asteriscata dalle colonne d'un giornale. Che San Giuseppe da Copertina distenda su di me le sue misericordiose ali, e mi protegga dalle insidie del malinteso; ma la coscienza, ecco, io la lascerei da parte nei discorsi e negli scritti, visto, come s'è visto e constatato, che non è uno di quei congegni che possano rientrare nella competenza dell'U.N.I.,_ pur così benemerito per le unificazioni ottenute in altri utensìli, dai giunti cardanici alla testa metallica delle lampadine elettriche. E quando proprio s'ha da parlarne, o da scriverne, si Insci il nome così, nudo e spoglio, senza seguito di aggettivazioni. Basta: Chi ce l'ha, non una coscienza ma la coscienza, non abbisogna di apparatore di circostanza; e chi non l'ha... è vano si sforzi a procurarsela, e a credere, o far credere, d'avere assunto quella di circostanza. I tempi e le vicende ci hanno insegnato qualcosa anche in materia di coscienza, o per me. glio dire di coscienze, al plurale, multiple e intercambiabili; c'è chi le muta come al trapasso delle stagioni il berretto da notte, pronto a rispolverar le vecchie già usate se ne va di moda una nuova. Ma il berretto da notte è una cosa; •e quello frigio un'altra. Fiorellino di rettorica T o accuso, come vuole per la * napoletana » in mano la regola del tresette, e quindi mi sia perdonato questo fiorellino di rettorica che, per maggior prudenza metto tra virgolette, quasi a isolarlo come si fa con le cose infette e per lo, convinzione che ho, derivata dai fatti, che nessuna infezione ci fu. ' fatale quanto quella della rettorica, che era riuscita a passare — è tutto dire! — dalla parlata e dagli scritti all'azione, onde non c'era usciere del catasto che per sua ultima volontà non domandasse di esser fatto spirare, 0 almeno venir sepolto in camicia nera. Accusato dunque il peccatuccio, passo a commetterlo: e, per i tanti discettatoti che vedo in giro a gabellare per raziocinio l'ignavia, a non dir peggio, argomento che « Cesare non avrebbe potuto portare le aquile di Roma ai confini del mondo se i legionari' non lo avessero seguito convinti ch'egli fosse il capo mandato dall'Olimpo, se tutti fossero stati Cicerone — che discetta, domanda, discute, dubita, opina... — Un popolo di Ciceroni a Roma, e la fortuna e la gloria di Cartagine sarebbero state fatte» (Fine della rettorica) dai Romani. -lqiielli dell'estrema a.™ marcite della e e e n a - Brìciole di storia Iniziale minuscola: storia spicdola, quasi cronaca. Siamo al bel tempo dei tempi, località Montecitorio. Un resocontista dell'A vanti! riceve nella tribuna della stampa questo biglietto dall'on. Barbaris: Caro compagno, pubblica, ti prego, ohe or ora ho gridato a lestra: eolnnborghesia. E' bene dire le eo?e come. sono. Poi il linguaggio si è semplificato; talché oggi chi vuole fare giustizia sommaria del contraddittore, avversario o camerata che sia, gli dà del « borghese ». E l'ha bell'e spacciato.

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