Cantieri navali americani e siluri giapponesi

Cantieri navali americani e siluri giapponesi / quattro fronti del Pacifico Cantieri navali americani e siluri giapponesi Berlino, 31 dicembre. Nel teatro di guerra del Pacifico al vanno sempre più delineando quattro distinti fronti sui quali la fiotta americana ha subito duri e micidiali colpi, con gravi ripercussioni sulla potenzialità bellica e sul prestigio morale degli Stati Uniti. In un primo tempo dopo qualche risultato sostanziale gli anglosassoni hanno dovuto segnare il passo sulle basi delle Salomone e della Nuova Guinea. Fallita cosi la manovra per la ristrettezza del punti di attacco, che ha favorito invece ai nipponici la possibilità di perseguire una tattica di logoramento delle forze dell'avversario, gli americani decidevano di spostare li epicentri della lotta in moo di sfruttare tutta l'estensione del Pacifico, con questo obiettivo fondamentale: la strada oceanica di Tokio. Gli sviluppi di questi intendimenti hanno portato — come notano in proposito le Informazioni per la Stampa — a questo preciso risultato: determinazione del primo fronte presso la Nuova Guinea, e del secondo fronte alle Salomone; e conseguente creazione del terzo e quarto fronte, rispettivamente nella zona dell'Arcipelago di Bismark e alle isole delle Gilbert. Questi quattro fronti che abbracciano una estensione di parecchie migliaia di chilometri avrebbero dovuto rallentare la potenza offensiva nipponica e indebolire la difesa delle sue basi d'attacco. La nuova tattica nord-americana ha, però, in pratica, portato ad altri maggiori, disastra per la flotta anglosassone, alla quale, al largo delle isole di Bougainvllle e delle Gilbert, sono state inflitte perdite irreparabili. » Di fronte al nuovo insuccesso l'Ammiragliato statunitense vorrebbe ora poter fare macchina indietro: ma evi¬ dentemente non ne 6 più In tempo. In primo luogo perchè, dopo fa grave ecatombe di navi da battaglia e di portaerei, non ha più a sua disposizione le navi necessarie per la realizzazione della manovra di raccorciamento dei fronti; ed in secondo luogo, perchè le acque del Pacifico sono controllate dagli aerosiluranti nipponici, e sono conseguentemente sbarrate ad ogni, traffico bellico e marittimo, nord-americano. Alla stregua del fatti, le cose devono quindi forzatamente rimanere come sono; e pertanto, questi quattro fronti sono destinati a costituire un unico grande teatro di guerra nel cui epicentro, forse, sarà decisa la sorte della lotta per le isole del Pacifico. Dopo l'attacco alle isole delle Gilbert, le operazioni della Nuova Guinea e delle Salomone sono passate in seconda linea; così pure 11 progettato grande attacco a tenaglia contro l'arcipelago di Bismark, e cioè contro il terzo fronte del Pacifico, è rimasto, almeno per 11 momento, interamente bloccato. Non solo « la strada di Tokio » è ben lontana dall'essere posta sotto controllo nordamericano; ma anche tanti altri intendimenti ben difficilmente saranno realizzati. Prodromi di glandi battaglie si preannunciano in tutta la zona del Pacifico; e gli alti comandi anglosassoni, se pure abbiano rigorosamente celato alla popolazione statunitense le perdite subite, r.wi potranno in alcun modo impiegare nella lotta le navi colate a picco dalle forze' aeree nipponiche, ancorché la propaganda plutocratica, con il solito sistema delle grancasse assordanti riuscisse i richiamarle in vita dal cimitero oceanico in cui sono state inabissate. Nei cantieri navali nordamericani si lavora febbrilmente per rimpiazzare il tonnellaggio perduto; ma anche nelle basi aeree nipponiche i preparativi per fronteggiare ogni evenienza, sono stati completata

Persone citate: Bismark

Luoghi citati: Berlino, Nuova Guinea, Stati Uniti, Tokio