Lo Spagno di Franco di fronte alla congiura nemica

Lo Spagno di Franco di fronte alla congiura nemica Dopo la riunione delle Corte* Lo Spagno di Franco di fronte alla congiura nemica / comunisti spagnoli dicono: "Se faremo un'altra rivoluzione, questa volta non lasceremo vivo nè un borghese, nè un prete,, Dalle notizie che ci pervengono anche dai paesi nemici, notevole importanza e particolare significato vengono attribuiti, nel momento politico internazionale, alla seduta plenaria del Parlamento spagnolo conclusasi con un forte discorso del Presidente delle Cortes, Esteban Bilbao, che, tra l'entusiasmo dei presenti, deputati e pubblico, ha chiesto al popolo di avere anche per il futuro fede incrollabile nel Caudillo e di operare contro tutte le macchinazioni che vengono ordite all'estero contro la Spagna. Questa manifestazione delle Cortes viene a tagliar corto a tutte le manovre, fantasie e fantasticherie della propaganda angloamericana e sovietica delle ultime settimane. Innanzi tutto, Franco rimane il Caudillo della nuova Spagina e soprattutto è il «Generalissimo» dell'esercito spagnolo ora portato ad una forma di disciplina e di efficenza come non lo è stato forse mai nell'età contemporanea. Due nemici mortali Che Franco goda di tutta e piena la fiducia delle forze armate, è argomento capitale in Spagna, dove l'esercito e la Chiesa cattolica costituiscono i due fermi pilastri dello Staio. E riguardo alla Chiesa si sa quale prestigio goda il Caudillo della Spagna cattoli ca definita anche recentemen te da Papa Pio XH «figlia prediletta a.iU Chiesa ». La netta dichiarazione di Esteban Bilbao contro le mene esterne fissa poi ancora una volta quella che è e rimane la posizione dnternazio. naie della Spagna. H regime di Franco ha due nemici, due nemici a morte, che sono il comunismo e la massoneria. Il comunismo viene da Mosca, la massoneria viene dall'Inghilterra e dall'America. Se parlate ad un dirigente spagnolo, vi' sentirete dire che la Spagna di oggi può tutto accettare, può far sua forse anche la massima di un grande suo re, credo un Filippo: « con todo el mundo en guerra, paz con Inglaterra », può tutto accettare la Spagna attuale per amore di pace e tranquillità, ma mai può transigere sulla sua lotta senza quartiere contro le consorterie demomassoniche, non ancora del tutto estirpate e sempre rinascenti anche, su suolo iberico, e contro il comunismo che ha trovato negli ultimi tempi, pur in terra spagnola, una ventata di ripresa per effetto degli avvenimenti internazionali. Il comunismo spagnolo è sì alimentato da Mosca e dai comunisti di Algeri e di Casablanca, ma è soprattutto sovvenzionato dall'oro inglese e americano. Dio solo sa quan to le Ambasciate e i Consolati di Gran Bretagna e degli Stati Uniti spendano In territorio iberico per alimentare e sovvenzionare le consorterie massoniche e le cellule comuniste che ora, ma soltanto per ora, servono al giuoco delle Potenze plutocratiche. Negrin, Prieto e C. Non soltanto pesetas derivate da dollari e da sterline vengono fornite al comunisti, specialmente in Andalusia, ma anche armi, pistole, fucili mitragliatori e bombe. Se n'è avuta la prova la scorsa primavera, quando una camionetta tutta chiusa del corriere diplomatico inglese s'è rovesciata e sfasciata sulla Sierra in seguito ad Incidente stradale, e dai rottami sono usciti non pacchi di corrispondenza diplomatica, ma moderni mitragliatori « Thompson ». Gli anglosassoni cercano di accontentare e gli uni e gli altri: 1 plutocrati monarchici da una parte, e i bolscevichi dall'altra. Gli anglosassoni garantiscono a bassa voce i primi che, una volta rovesciato il Regime di Franco, anche i comunisti verrebbero messi in quarantena. Ma a questo proposito, anche od ammonimento di molti plutocrati e borghesi italiani che si fanno certe illusioni, riporteremo il dialogo, non molto lontano, svoltosi tra l'Ambasciatore inglese a Madrid e un Ministro degli esteri spagnolo. L'Ambasciatore diceva al Ministro con aria di saperla lunga: « Non dovete affatto nutrire timori. H giorno in cui i comunisti scatenassero la rivoluzione, noi inglesi sbarcheremo e in ventiquattr'ore, ve lo assicuro, la situazione sarà ristabilita ». « Sì — rispose il Ministro spagnolo — avete, forse, ragione, signor Ambasciatore; In ventiquattro o quarantotto ore, sbarcando molte forze, voi potreste mettere a posto le cose, però al mio cuoco bastano cinque minuti per venire su dalla cu zeDdlsrlbMsq«icina e tagliarmi la teste fO, hasuo coltello di lavoro ».if,»*?OLa Spagna non ha Jl&Rdo giuntiuGddlsdds«clsdtgtpdusJsMi rimarginato le ferite della tremenda rivoluzione dove da una parte e dall'altra non si è esitato a togliere di mezzo, con le forme più spicca i nemici rispettivi. Più di *n milione di spagnoli ha perduto la vita durante la rivoluzione, non tanto' in combattimento tra eserciti contrappósti, quanto in stragi, in massacri e In rappresaglie. Mezzo milione di marxisti, almeno, è andato a morte. Ma i capi, come sempre, si son salvati nella fuga. Ora, molti degli esponenti della Spagna demo-massonico-bolscevica vivono all'estero, e specialmente in America con centrale al Messico. Vivono tramando e macchinando.contro la Spagna nazionalista cattolica « europea » di Franco. Chi li comanda, li organizza, li sovvenziona, li arma, li spinge ella lotta è l'America di Roosevelt. Questi s'era impegnato a « liquidare » Franco entro il 1943. Non v*è riuscito, nonostante avesse fatto mettere in opera tutti i mezzi leciti e illecltL I giornali spagnoli — con Arriba e il bellissimo settimanale Espafiol in testa — non hanno mancato più volte di denunciare con parole roventi lè turpi macchinazioni nordamericane contro la Spagna e le congiure degli sconfitti dì ieri, i vari Negrin, Martinez Borrios, Indalecio Prieto, Miaja e Madariaga, che vogliono creare un « governo spagno-. 10 » per ora all'estero, in at- • tesa, come essi sperano, di insediarlo a Madrid sulle rovine e sulle orgie di sangue di un'altra ancor più tremenda guerra civile. Gli ex-miliziani Quando i soldati americani sono sbarcati nel Nordafrlca, 11 novembre del '42, ed hanno occupato il Marocco e l'Algeria, hanno ricevuto subito ordine da Washington di liberare tutti i marxisti spagnoli confinati in quel campi di concentramento e in quelle prigioni. Gli ex-miliziani così liberati si sono riuniti immediatamente in battaglioni equipaggiati ed armati di tutto punto dagli americani, affacciandosi alla frontiera del Ma- rocco spagnolo e inalberando i vecchi simboli della rivoluzione è la bandiera della Spagna rossa. Ci fu vivo timore a Madrid, allora, - di un incidente di frontiera, tanto più che i ricostituiti battaglioni di miliziani spagnoli manifestavano intenzioni di marciare su Melilla, Ceuta e Tangeri « per riprendere — come dicevano — la via di Madrid». Dove sono ora questi miliziani? Stanno pronti per l'azione, si avverte da fuori della Spagna. Ed in Spagna stessa ci può essere gente che li aspetta. La radio di Mosca, a questo •proposito, ha parlato un linguaggio crudo e violento. Ha detto che, alla resa del conti, questo popolo spagnolo che non si ribella a Franco la pagherà cara. Se fosse co-,, si, se si realizzasse la profey zia di Mosca, massacri orribili insanguinerebbero e strazierebbero ancora il generoso e forte popolo spagnolo (Quoti Deus advertat). E peggio di prima. Mi ricordo che, prima che lasciassi la Spagna, un comunista spagnolo mi ha detto senz'altro quest'estate: « Se faremo un'altra rivoluzione, questa volta non lasceremo vivo più un solo borghese, nè un solo prete ». Mi ha detto testualmente così, ed era un comunista all'acqua di rose. Antonio Lovato