PANORAMA CONGIUNTURALE

PANORAMA CONGIUNTURALE PANORAMA CONGIUNTURALE Cee: inflazione, chi frena? Che accade in Germania, Italia, Francia e Inghilterra attraverso il duro ammaestramento delle realtà monetarie Questo studio mensile, realizzalo da una équipe di esperti europei di analisi congiunturali con la collaborazione della Cégos-Economie, presenta un panorama comparato delle gestioni a breve termine di quattro Paesi: Germania Occidentale, Francia, Gran Bretagna e Italia. A questo scopo sono stati selezionati sei indici: tasso di sviluppo della produzione industriale, prezzi al consumo, saggio di disoccupazione, equilibrio degli scambi commerciali, strozzature nella produzione e negli investimenti, grado di sensibilità al mercato internazionale. I primi quattro vengono espressi in grafici, in modo da mostrare il più chiaramente possibile la posizione relativa di ciascun Paese. Ciò permette in secondo luogo di valutarli. Per quanto riguarda i due ultimi indici, ci limiteremo a queste note. Le valutazioni saranno ottenute raggruppando i risultati attorno ai tre principali obiettivi di una buona gestione a breve termine: a) sviluppo più accentuato possibile; b) sviluppo di buona qualità, cioè con poca inflazione e poca disoccupazione; c) sviluppo tale da poter continuare, cioè caratterizzato da un sufficiente ritmo d'investimenti, da scambi equilibrati, da un limitato grado di sensibilità all'andamento del mercato internazionale. CO C 0) cu a QUALÌ non so Maurice Bommensath Finalmente i prezzi cominciano a calare, • mediamente, passando da un saggio d'aumento superiore al 10 per cento ad un ritmo fra il 7 e 1*8 per cento. I motivi: è soprattutto l'Italia che è passala da un'inflazione selvaggia del 16 per cento ad una situazione più normale. In secondo luogo è la Germania che comincia, a quanto pare, a raggiungere qualche risultato (solo il 4 per cento d'aumento) col suo piano anti-inflazione, mentre le sue rivalutazioni' neutralizzano in parte l'incidenza nel caro-prezzi dei prodotti stranieri. Invece la Francia, che detiene ora un record del 10 per cento, e anche la Gran Bretagna, vanno contro corrente, e rischiano di rimettere in causa questi buoni risultati. Si precisa il rallentamento generale dello sviluppo. Per la Germania, ciò rappresenta evidentemente il prezzo pagato per la politica antinflazionistica. Per la Gran Bretagna e la Francia, si tratta piuttosto di « ingorgo » produttivo, e del ritorno a ritmi del 5-8 per cento, più compatibili con i rispettivi potenziali: si nota in particolare la buona tenuta francese, nella linea di un'avanzata più regolare di quella d'altri Paesi. Quanto all'Italia, è sempre in un periodo di vigoroso recupero. L'evoluzione dell'occupazione resta ancora favorevole per la Gian Bretagna e l'Italia. In Francia, si nota invece un leggero peggioramento. I ritmi d'investimento stimolati dal boom c dalle strozzature produttive, o in Italia dalla ripresa, più o meno mantengono le posizioni, nonostante tassi d'interesse che, con l'eccezione italiana, raggiungono ora vertici dell'I 1-12 per cento. Questi tassi non ostacolano finché la congiuntura è buona, ma attenzione all'eventuale inversione di ciclo! Val la pena di notare che, nonostante le due rivalutazioni recenti, la Germania ha ancora migliorato la situazione delle sue riserve monetarie: l'eccedente dei primi otto mesi del 75 supera di più del 70 per cento quello del '72. La Francia conserva le sue posizioni. Al contrario, la situazione difficile della Gran Bretagna si è ulteriormente aggravata. L'Italia, invece, migliora la situazione: dopo i disordini del 72, non è che il ritorno a una posizione corrispondente alle sue normali capacità. Il quadro monetario è estremamente variabile. Fluttuazione isolata e libera, o concertata e disciplinata all'interno del famoso « serpente », né l'una né l'altra condizione garantiscono una stabilità senza preoccupazioni. Ciò è dimostrato dalla crisi del franco, che ha subito attraverso il meccanismo del serpente i contraccolpi della rivalutazione del fiorino; e dalle due recenti crisi della sterlina, danneggiata dai cattivi risultati del commercio e dei prezzi. L'instabilità monetaria è fenomeno strutturale, e impone sinuose strategie, in cui i lineari provvedimenti di una volta hanno ceduto il posto ad un gioco più mutevole, in mezzo a mobilissime burrasche monetarie (così il franco, nello spazio di due mesi, è stato candidato alla rivalutazione, poi minaccialo di svalutazione!). L'obbiettivo è ridurre il più possibile, per ciascun Paese, il grado di sensibilità intemazionale, che può rappresentare un ostacolo molto grave per la gestione a breve termine. E' probabile che una libera fluttuazione aumenti questa sensibilità, come dimostra il caso britannico: certo, il calo della sterlina ha molto aumentato le esportazioni — in volume — e il ritmo di sviluppo, ma ha deterioralo i termini di scambio (di qui il deficit) e accentuato l'incidenza dell'inflazione mondiale. Al contrario, la risalita e Per ^. informazioni ^ e documentazione rivolgersi : 42 av. de Friedland 75008 Paris Tel. 622.10.10 Nome Indirizzo TASSO DI SVILUPPO INDUSTRIALE Indice della produzione industriale (esclusa l'edilizia-Dati su base OCSE) +10H -10' Tasso di sviluppo trimestrale di ciascun paese (espresso su base annuale) Gian *** * *** Bretagna Francia Germania -i—r—ì—r~i—i—r~i—i—r~i—r—r—i—i—r~i—i—i—r GFMAMG LASON DG F M AMG LAS 1972 1973 TA DELLO SVILUPPO - OCCUPAZIONE Disoccupati iscritti a domande di lavoro ddisfatte in percentuale sulla popolazione attiva (Dati su base OCSE) Tasso di disoccupazione calcolato in percentuale sulla popolazione attivai(Dato non confrontabile) Italia Gran Bretagna CO C CU Francia cu Q. O Germania ~i—i—i—i i i—i—i—i—i i i i—i rn—i—i—r GFMAMG LASON DG FMAMG L A S 1972 1973 la stabilizzazione della lira è coincisa in Italia con la ripresa. E' d'altra parte evidente che il serpente aiuta a diminuire il grado di sensibilità internazionale a breve termine dei Paesi che lo praticano, senza annullarla del tutto, poiché i suoi mecca¬ nismi stabilizzatori non fanno che trasformare in strutturale un problema congiunturale. Nel turbine degli avvenimenti economici, è notevole la costanza di strategie nazionali molto diverse, caratterizzate da situazioni VALUTAZIONE OELLE GESTIONI COMPARATE A BREVE TERMINE OUALITA' DELLO SVILUPPO CONTINUITA' DELLO SVILUPPO Tnssn syiluppo \ Dlooccu- Ogjrt* Scamb, diGsenslblHt6 ! pazlone produttlva Internationale GERMANIA +j + ++ _ + + + (+ +) (—) (+ +) (-) (+ + +) ( ) FRANCIA + + i 1 + + + + — (+ +) ( ) ( + ) ( + ) | (+ +) (-) ITALIA ++ H- •++ ..— — ( + ) ( ) ( + ) ( + ) J ( ) J (-) GRAN BRETAGNA + + ' ] . — (+ +) ( ) (+) j (—) | ( ) | ( ) + + + eccellente + + buono » abbastanza bene —mediocre cattivo pessimo (tendenza precedente) (1) La sensibilità internazionale, valutata In rapporto alla struttura degli scambi, non è comparabile da un Paese all'altro. Più è aita, più rappresenta un ostacolo per la gestione a breve termine. « La politique du bonheur » di Philippe d'Iribarne (Editions du Seuil, Parigi). « La felicità è un'idea nuova in Europa », diceva Saint-Just. Dopo il maggio '68 la parola « felicità » in Francia è uscita dal dimenticatoio. Il primo ministro ne parla, così come l'opposizione. Ci può essere una « politica della felicità »? E' quel che si domanda, in un libro appéna pubblicato, Philippe d'Iribarne che qualche mese fa è stato nominato incaricato presso il presidente Pompidou per i problemi dell'ambiente, della civiltà e delle condizioni di vita. Se l'autore sa bène che la società non può generare felicità, compito personale di ciascuno, essa tuttavia può permetterla o favorirla. Una volta di più è la crescita economica ad essere messa in discussione. Essa è assai meno vantaggiosa per il singolo di quanto si creda, poiché la fisionomia di « numero » per il consumo nei Paesi sviluppati è più importante che altre; e come distinguersi secondo i propri acquisti quando la stragrande maggioranza può accedervi. Inoltre, lo sviluppo a tassi elevati spinge al cambiaménto continuo e genera insicurezza e gusto del potere. Non si abbia dunque timore di battersi per uno sviluppo « debole », conclude l'autore. Ciò non può essere'ottenuto con misure autoritarie, ma con modificazioni dell'ambiente culturale: migliore informazione dei consumatori, pressione sui produttori perché riducano la diversificazione dei loro prodotti, utilizzazione delle risorse pubbliche, rinuncia al calcolo del « tasso di sviluppo » fino a quando non si saprà farlo in termini che tengano conto del benessere ecc. QUALITÀ DELLO SVILUPPO PREZZI Indice dei prezzi al consumo (Dati su base OCSE) Scarti in rapporto alla media dei 4 paesi Gran / ••Jta,la Bretagna A V ••- cu a Francia^ Germania n—i—i—i—r M A MG L i i i r A S O N l l l l l ' M A M G L T A S D G 1972 1973 CONTINUITÀ DELLO SVILUPPO SCAMBI INTERNAZIONALI Tasso di copertura delle esportazioni (FOB) rispetto alle importazioni (CIF) (Dati su base OCSE) Scarti dei tassi in rapporto) alla media dei 4 paesi +30- +30- ~i i—i—i—i—l—i—i—i—i—i—i—i—i—i—i—i—i—r ~i i—i—i—i—l—i—i—i—i—i—i—i—i—i—i—i—i—r GFMAMG LASON DG FMAMGLAS ~ 1973 1972 strutturali più o meno favorevoli e da concezioni economiche ben radicate. Per la Francia, favorita dalle sue possibilità di sviluppo, vediamo un'abile navigazione fra i meandri congiunturali: approfittare del movimento generale senza esporsi troppo, manovrare eventualmente controvento per raggiungere una buona posizione (così il bilancio del 74), utilizzare in caso di necessità gli strumenti che la sua tradizione centralistica le mette a disposizione. I risultati non sono cattivi, come è dimostralo da una curva di sviluppo relativamente regolare. Ma come ha ammesso lo stesso Pompidou, c'è il problema.dei prezzi, e la speranza che un rallentamento su scala mondiale ne diminuisca il rincaro. Per la Germania federale, anch'essa strutturalmente in buona posizione, si nota attraverso tutti i governi la costanza di mezzi liberali classici, utilizzati con vigore, col sistema dell'attacco frontale: drastiche restrizioni creditizie e rivalutazioni a catena. Ma non è sempre efficace, per via di certi effetti collaterali d'una politica monetaria troppo rigorosa non seguita dagli altri (entrata di capitali stranieri), e anche per via delle disponibilità di bilancio piuttosto limitate del governo federale (i Lander possono fare politiche contrastanti). I risultati: uno sviluppo più irregolare e un grado di sensibilità internazionale accentuato dalle troppo frequenti manipolazioni della parità. Quanto alla Gran Bretagna, è stata raggiunta di recente dall'ondata della prosperità generale e si sforza — con qualche difficoltà — di mantenervisi. Ha degli handicap strutturali: squilibri nel mercato del lavoro, tasso d'investimento insufficiente, difficoltà monetarie. E tenta di far fronte contemporaneamente a delicate modificazioni, e a seri problemi di gestione a breve termine. La strategia scella è nello stile « sbandata controllata », che si fonda contemporaneamente sulla fluttuazione della sterlina (una barriera contro le pressioni esterne) ; un deficit di bilancio che raggiunge il 6 per cento del prodotto nazionale lordo, per stimolare l'economia; controllo del credito per aiutare la stellina; e infine blocco e consultazioni per contenere l'inflazione: insomma, un miscuglio di liberismo c dirigismo i cui risultati, fino a questo momento, non sono chiari. Infine, per l'Italia, la strategia è insieme più semplice e più difficile. Si tratta del ritorno all'ordine e alla fiducia, di marcia ripresa, di corretta utilizzazione del potenziale esistente. I mezzi: prima di tutto il blocco dei prezzi (come per la Gran Bretagna), poi la « concertazione » con messa a punto di nuovi sistemi di controllo, la riduzione di un deficit di bilancio che superava 1*11 per cento del prodotto nazionale lordo. Fino ad ora i risultati sono piuttosto soddisfacenti. Un miglior coordinamento europeo potrebbe migliorare questi risultati? Certo, ma la semplice enunciazione del principio non è servita a niente. E' a tentoni che si avanza, attraverso il duro ammaestramento delle realtà monetarie; poiché è proprio in questo campo che il costo delle disarmonie s'è rivelato più alto. E' soltanto un inizio, e bisogna che le cose vadano ancora molto male, di tanto in tanto, perché poi possano andar meglio.

Persone citate: Gian Bretagna, Lander, Maurice Bommensath, Pompidou