Ricercato per la rapina a un tabaccaio accoltella il maresciallo che lo arresta

Ricercato per la rapina a un tabaccaio accoltella il maresciallo che lo arresta Aveva trovato rifugio nel Meridione dopo il colpo Ricercato per la rapina a un tabaccaio accoltella il maresciallo che lo arresta Il fatto è accaduto in Lucania, dove il giovane si era nascosto colpito da ordine di cattura Ferito il sottufficiale, è fuggito - In carcere con lui, la madre e un fratello • Un altro fratello, tempo fa, fu ucciso a Cigliano da un carabiniere in un conflitto a fuoco a un posto di blocco Ci telefonano da Matera: Un giovane pregiudicato lucano, colpito da ordine di cattura della Procura della Repubblica di Torino, è stato arrestato ieri dai carabinieri. Si chiama Giuseppe Celiberti, 22 anni, abitava fino a qualche tempo fa a Torino, con i genitori e tre fratelli. Un altro fratello è stato ucciso un anno fa a Cigliano, in un conflitto a fuoco con i carabinieri. Giuseppe Celiberti è accusato di aver compiuto una rapina a una tabaccheria con due complici. Dopo il colpo ha lasciato Torino e ha trovato rifugio a Grassano, paese di origine della sua famiglia. Ieri mattina il maresciallo dei carabinieri Antonio Lamagna, di 42 anni, è venuto a sapere che il giovane si trovava in casa dei genitori e vi si è recato con l'intenzione di arrestarlo. Il Celiberti, appena l'ha visto, gli si è avventato contro colpendolo con un coltello, poi è fuggito nei campi. Più tardi due carabinieri, con l'aiuto di cani poliziotto, l'hanno trovato in aperta campagna e sono riusciti a catturarlo. Il giovane dovrà rispondere anche di tentato omicidio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Con lui sono finiti in carcere la madre, Antonina Cuniglio, di 43 anni, e un fratello, accusati di favoreggiamento. Nel febbraio '72 una tragedia sconvolse la famiglia Celiberti. Il figlio Mario, di 16 anni, fu ucciso da una raffica di mitra sparata da un carabiniere mentre tentava di forzare un posto di blocco su una macchina rubata. Fu l'epilogo di un'adolescenza sbagliata. Nei suoi 16 anni aveva già conosciuto il furto, il carcere, l'evasione. Internato al Ferrante Aporti, era fuggito insieme con due amici. Rubata una « 500 », si erano diretti a Cigliano. Alle porte del paese, poco dopo mezzanotte, si erano imbattuti in una pattuglia di carabinieri che intimò l'alt. Il ragazzo che era alla guida finse di fermarsi, poi accelerò di colpo Un militare dovette buttarsi in un fosso per non essere travolto. Un'ora dopo, i tre fuggitivi abbandonavano la « 500 » e rubavano una « 1100 ». Usciti da Cigliano, raggiunsero Vercelli dove incapparono in un altro posto di blocco. La « 1100 » seguì la solita tattica del rallentamento, poi all'improvviso puntò contro il carabiniere che si era fermato in mezzo alla strada con la paletta segnaletica alzata. Un collega vide la scena, imbracciò il mitra e fece fuoco: i proiettili si conficcarono nel lunotto posteriore della macchina in fuga e col¬ pirono alla testa il Celiberti che era seduto accanto al guidatore. Trasportato all'ospedale di Vercelli, mori trenta ore dopo, senza aver ripreso conoscenza. Ricercato per la rapina a un tabaccaio accoltella il maresciallo che lo arresta Aveva trovato rifugio nel Meridione dopo il colpo Ricercato per la rapina a un tabaccaio accoltella il maresciallo che lo arresta Il fatto è accaduto in Lucania, dove il giovane si era nascosto colpito da ordine di cattura Ferito il sottufficiale, è fuggito - In carcere con lui, la madre e un fratello • Un altro fratello, tempo fa, fu ucciso a Cigliano da un carabiniere in un conflitto a fuoco a un posto di blocco Ci telefonano da Matera: Un giovane pregiudicato lucano, colpito da ordine di cattura della Procura della Repubblica di Torino, è stato arrestato ieri dai carabinieri. Si chiama Giuseppe Celiberti, 22 anni, abitava fino a qualche tempo fa a Torino, con i genitori e tre fratelli. Un altro fratello è stato ucciso un anno fa a Cigliano, in un conflitto a fuoco con i carabinieri. Giuseppe Celiberti è accusato di aver compiuto una rapina a una tabaccheria con due complici. Dopo il colpo ha lasciato Torino e ha trovato rifugio a Grassano, paese di origine della sua famiglia. Ieri mattina il maresciallo dei carabinieri Antonio Lamagna, di 42 anni, è venuto a sapere che il giovane si trovava in casa dei genitori e vi si è recato con l'intenzione di arrestarlo. Il Celiberti, appena l'ha visto, gli si è avventato contro colpendolo con un coltello, poi è fuggito nei campi. Più tardi due carabinieri, con l'aiuto di cani poliziotto, l'hanno trovato in aperta campagna e sono riusciti a catturarlo. Il giovane dovrà rispondere anche di tentato omicidio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Con lui sono finiti in carcere la madre, Antonina Cuniglio, di 43 anni, e un fratello, accusati di favoreggiamento. Nel febbraio '72 una tragedia sconvolse la famiglia Celiberti. Il figlio Mario, di 16 anni, fu ucciso da una raffica di mitra sparata da un carabiniere mentre tentava di forzare un posto di blocco su una macchina rubata. Fu l'epilogo di un'adolescenza sbagliata. Nei suoi 16 anni aveva già conosciuto il furto, il carcere, l'evasione. Internato al Ferrante Aporti, era fuggito insieme con due amici. Rubata una « 500 », si erano diretti a Cigliano. Alle porte del paese, poco dopo mezzanotte, si erano imbattuti in una pattuglia di carabinieri che intimò l'alt. Il ragazzo che era alla guida finse di fermarsi, poi accelerò di colpo Un militare dovette buttarsi in un fosso per non essere travolto. Un'ora dopo, i tre fuggitivi abbandonavano la « 500 » e rubavano una « 1100 ». Usciti da Cigliano, raggiunsero Vercelli dove incapparono in un altro posto di blocco. La « 1100 » seguì la solita tattica del rallentamento, poi all'improvviso puntò contro il carabiniere che si era fermato in mezzo alla strada con la paletta segnaletica alzata. Un collega vide la scena, imbracciò il mitra e fece fuoco: i proiettili si conficcarono nel lunotto posteriore della macchina in fuga e col¬ pirono alla testa il Celiberti che era seduto accanto al guidatore. Trasportato all'ospedale di Vercelli, mori trenta ore dopo, senza aver ripreso conoscenza.

Persone citate: Antonio Lamagna, Celiberti, Cuniglio, Giuseppe Celiberti