Lotta con la morte il cambiavalute ferito nella rapina a Ventimiglia

Lotta con la morte il cambiavalute ferito nella rapina a Ventimiglia Ricoverato all'ospedale "S. Martino" di Genova Lotta con la morte il cambiavalute ferito nella rapina a Ventimiglia Non ha ripreso conoscenza - I medici non possono estrargli i proiettili (Dal nostro corrispondente) Ventimiglia, 23 dicembre. (i. m.) Polizia e carabinieri stanno attentamente vagliando tutti i possibili indizi lasciati dagli autori della sanguinosa rapina compiuta alle 19 circa di ieri ai danni dell'agenzia di cambio Cumina, a Ventimiglia. All'ospedale S. Martino di Genova il titolare dell'ufficio, Giuseppe Cumina, 52 anni, alpino, reduce dai campi di prigionia russi, sta lottando con ila morte, in camera di riani- mazione. Non ha ancora ripreso conoscenza. Le altre due vittime del sanguinoso episodio, l'impiegato dell'agenzia, Gianni Gusmano, 43 anni, ricoverato in ospedale a seguito del colpo in testa infertogli con il calcio della pistola da uno dei rapinatori, e sua madre, la casalinga Albertina Rolfo, 59 anni, che, trovatasi casualmente nell'agenzia, era stata presa in ostaggio dai banditi per proteggersi la fuga, stanno appena riprendendosi dallo choc. Questa la ricostruzione del «colpo». Alle 19 il titolare dell'agenzia di cambio e il Gusmano stavano chiudendo. La Rolfo attendeva il figlio per rientrare a casa insieme. Improvvisamente sono entrati nell'ufficio i due rapinatori, pistola in pugno, con il passamontagna calato sul viso uno, arrotolato sul capo l'altro. «Mani in alto, è una rapina». Il Gusmano che è dietro la vetrata in un piccolo ufficio riservato, intuisce quanto sta accadendo e fa sparire la maggior parte del denaro sulla sua persona e nel cestino della spazzatura prima di venire colpito al capo dal calcio della pistola. Forse il Cumina ha avuto un gesto di reazione. E' allora che i banditi sparano. Tre colpi calibro 7,65 raggiungono al capo il poveretto. Arraffando poche decine di migliaia di lire che si trovavano nei cassetti, i due escono usando la Rolfo per coprirsi la ritirata. Percorsa la strada comunale di Valle Bevera, all'altezza dell'abitato della omonima frazione, si sono diretti in una strada secondaria che conduce alle Cave Bergamasche dove, bloccata l'auto, hanno fatto scendere la Rolfo abbandonandola e ingiungendole di aspettare un po' prima di chiamare aiuto. Per ora, gli unici dati certi in possesso degli inquirenti sono i tre bossoli di pistola calibro 7,65 trovati sul pavimento dell'ufficio e una giacca blu estiva, delle confezioni San Remo, che all'altezza del collo reca una striscia di carta, tipica delle lavanderie, con la scritta Picotti. Lotta con la morte il cambiavalute ferito nella rapina a Ventimiglia Ricoverato all'ospedale "S. Martino" di Genova Lotta con la morte il cambiavalute ferito nella rapina a Ventimiglia Non ha ripreso conoscenza - I medici non possono estrargli i proiettili (Dal nostro corrispondente) Ventimiglia, 23 dicembre. (i. m.) Polizia e carabinieri stanno attentamente vagliando tutti i possibili indizi lasciati dagli autori della sanguinosa rapina compiuta alle 19 circa di ieri ai danni dell'agenzia di cambio Cumina, a Ventimiglia. All'ospedale S. Martino di Genova il titolare dell'ufficio, Giuseppe Cumina, 52 anni, alpino, reduce dai campi di prigionia russi, sta lottando con ila morte, in camera di riani- mazione. Non ha ancora ripreso conoscenza. Le altre due vittime del sanguinoso episodio, l'impiegato dell'agenzia, Gianni Gusmano, 43 anni, ricoverato in ospedale a seguito del colpo in testa infertogli con il calcio della pistola da uno dei rapinatori, e sua madre, la casalinga Albertina Rolfo, 59 anni, che, trovatasi casualmente nell'agenzia, era stata presa in ostaggio dai banditi per proteggersi la fuga, stanno appena riprendendosi dallo choc. Questa la ricostruzione del «colpo». Alle 19 il titolare dell'agenzia di cambio e il Gusmano stavano chiudendo. La Rolfo attendeva il figlio per rientrare a casa insieme. Improvvisamente sono entrati nell'ufficio i due rapinatori, pistola in pugno, con il passamontagna calato sul viso uno, arrotolato sul capo l'altro. «Mani in alto, è una rapina». Il Gusmano che è dietro la vetrata in un piccolo ufficio riservato, intuisce quanto sta accadendo e fa sparire la maggior parte del denaro sulla sua persona e nel cestino della spazzatura prima di venire colpito al capo dal calcio della pistola. Forse il Cumina ha avuto un gesto di reazione. E' allora che i banditi sparano. Tre colpi calibro 7,65 raggiungono al capo il poveretto. Arraffando poche decine di migliaia di lire che si trovavano nei cassetti, i due escono usando la Rolfo per coprirsi la ritirata. Percorsa la strada comunale di Valle Bevera, all'altezza dell'abitato della omonima frazione, si sono diretti in una strada secondaria che conduce alle Cave Bergamasche dove, bloccata l'auto, hanno fatto scendere la Rolfo abbandonandola e ingiungendole di aspettare un po' prima di chiamare aiuto. Per ora, gli unici dati certi in possesso degli inquirenti sono i tre bossoli di pistola calibro 7,65 trovati sul pavimento dell'ufficio e una giacca blu estiva, delle confezioni San Remo, che all'altezza del collo reca una striscia di carta, tipica delle lavanderie, con la scritta Picotti.

Persone citate: Gianni Gusmano, Giuseppe Cumina, Gusmano, Picotti, Rolfo

Luoghi citati: Genova, San Remo, Ventimiglia