Contro di Paolo Patruno

Contro Contro il mare sporco (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 16 dicembre. A quelli che erano considerati solo «profeti di sventure» si sono ormai uniti scienziati, urbanisti, ricercatori e l'ecologia è passata dalle denunce di scandali, dalle accuse a sensazione, dalle polemiche a volte improduttive alla fase più costruttiva della messa a punto e dell'attuazione pratica degli strumenti e delle tecniche necessarie per rimediare allo scempio e all'assalto imprevidente compiuto dalla nostra società contro la natura. A questa fase costruttiva dell'ecologia appartiene il secondo «Convegno internazionale sull'inquinamento marino e scarichi a mare» che si apre domani a Sanremo, patrocinato dal Comune e organizzato dall'Istituto d'ingegneria sanitaria del Politecnico di Milano con la collaborazione dell'Università di California. Un centinaio di scienziati provenienti da Italia, Francia, Inghilterra, Svezia, Spagna, Jugoslavia, Israele, Sudafrica, Thailandia, Stati Uniti e Unione Sovietica discuteranno per cinque giorni sulle terapie per guarire quel grande malato che è il mare, sottoposto ai guasti dei nostri scarichi quotidiani, dei rifiuti industriali, dell'inquinamento da petrolio. L'Italia ha il poco invidiabile primato di essere una sorta di gigantesca petroliera naturale protesa nel Mediterraneo, con porti d'attracco e raffinerie da Genova a Trieste, dalla Sicilia alla Sardegna, con una capacità di lavorazione di 194 milioni di tonnellate annue. Accettando per buono il metro di valutazione condiviso anche dai petrolieri, cioè l'uno per mille della quantità di olio minerale lavorato si disperde in mare, si ha, solo per il Mar Ligure, una massa di 50 mila tonnellate di greggio che finiscono ogni anno in mare, sporcandc le spiagge della Riviera, della Toscana, della Corsica (sotto il tiro df.gli scarichi della Montedison di Scarlino, i tristemente noti «fanghi rossi», e della raffineria di Porto Torres), della Costa Azzurra, i cui arenili sono insozzati dall'impianto di Port De Bouc. Ma il petrolio non è l'unica fonte di inquinamento, anche se è la più vistosa. Ci sono gli scarichi industriali (aumentati in dieci anni in Italia del 76 per cento) che si riversano nei fiumi e quindi nelle acque costiere, ci sono i rifiuti domestici, le fognature che si gettano in mare molto spesso senza alcun impianto di depurazione. L'epidemia di colera a Napoli e in Puglia è stata una drammatica denuncia dello stato di sporcizia di alcune zone del nostro mare, dove i batteri del tifo, dell'epatite virale (se non quelli del colera) sono in agguato in frutti di mare, vongole e cozze. Secondo un'indagine del Ministero della Marina Mercantile di un paio d'anni fa il 75 per cento delle coste italiane (8700 chilometri di sviluppo, comprese le isole) è inquinato. E da allora la situazione è ancora peggiorata. Ma l'inquinamento del mare non è solo un problema italiano, è comune a tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo, anche se noi siamo gli ultimi in tutta Europa come stanziamenti per la difesa dell'ambiente. Gli ecologi più pessimisti profetizzano che entro 10-15 anni al massimo il Mediterraneo sarà un mare completamente privo di ogni forma di vita. Ma il problema è mondiale, gli scienziati americani parleranno a Sanremo dei guasti delle coste californiane, i sovietici tratteranno dei guai dei loro mari, francesi, israeliani, inglesi si scambieranno notizie e informazioni sui metodi di depurazione delle acque con i loro colleghi italiani, jugoslavi, sudafricani, spagnoli. Domani alle 9, dopo l'inaugurazione ufficiale cui interverrà il presidente della Regione Liguria onorevole Gianni Dagnino, il convegno si aprirà con una relazione introduttiva del sudafricano Stander. Seguiranno gli interventi degli italiani Passino e Rolle, del francese Aubert e dell'americano Michael. Nel pomeriggio saranno trattate le tecniche di depurazione adottate in Spagna, Francia, Italia, Jugoslavia, Israele e Gran Bretagna, con interventi di Josa, Aubert, Olivotti, Stirn, Shelef e Agg. Tutto è pronto nella «città dei fiori» per questo convegno dal quale dovrebbe scaturire una nuova strategia per combattere l'inquinamento marino. Sono pronte anche trecento famiglie di Bussana, frazione di Sanremo, che hanno preannunciato una marcia di protesta sul Casinò, dove si svolge il convegno ecologico, per richiamare l'attenzione degli scienziati e dell'opinione pubblica sulle montagne di spazzatura che ammorbano l'aria della zona, quasi a contatto con le case del paese. Paolo Patruno Contro Contro il mare sporco (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 16 dicembre. A quelli che erano considerati solo «profeti di sventure» si sono ormai uniti scienziati, urbanisti, ricercatori e l'ecologia è passata dalle denunce di scandali, dalle accuse a sensazione, dalle polemiche a volte improduttive alla fase più costruttiva della messa a punto e dell'attuazione pratica degli strumenti e delle tecniche necessarie per rimediare allo scempio e all'assalto imprevidente compiuto dalla nostra società contro la natura. A questa fase costruttiva dell'ecologia appartiene il secondo «Convegno internazionale sull'inquinamento marino e scarichi a mare» che si apre domani a Sanremo, patrocinato dal Comune e organizzato dall'Istituto d'ingegneria sanitaria del Politecnico di Milano con la collaborazione dell'Università di California. Un centinaio di scienziati provenienti da Italia, Francia, Inghilterra, Svezia, Spagna, Jugoslavia, Israele, Sudafrica, Thailandia, Stati Uniti e Unione Sovietica discuteranno per cinque giorni sulle terapie per guarire quel grande malato che è il mare, sottoposto ai guasti dei nostri scarichi quotidiani, dei rifiuti industriali, dell'inquinamento da petrolio. L'Italia ha il poco invidiabile primato di essere una sorta di gigantesca petroliera naturale protesa nel Mediterraneo, con porti d'attracco e raffinerie da Genova a Trieste, dalla Sicilia alla Sardegna, con una capacità di lavorazione di 194 milioni di tonnellate annue. Accettando per buono il metro di valutazione condiviso anche dai petrolieri, cioè l'uno per mille della quantità di olio minerale lavorato si disperde in mare, si ha, solo per il Mar Ligure, una massa di 50 mila tonnellate di greggio che finiscono ogni anno in mare, sporcandc le spiagge della Riviera, della Toscana, della Corsica (sotto il tiro df.gli scarichi della Montedison di Scarlino, i tristemente noti «fanghi rossi», e della raffineria di Porto Torres), della Costa Azzurra, i cui arenili sono insozzati dall'impianto di Port De Bouc. Ma il petrolio non è l'unica fonte di inquinamento, anche se è la più vistosa. Ci sono gli scarichi industriali (aumentati in dieci anni in Italia del 76 per cento) che si riversano nei fiumi e quindi nelle acque costiere, ci sono i rifiuti domestici, le fognature che si gettano in mare molto spesso senza alcun impianto di depurazione. L'epidemia di colera a Napoli e in Puglia è stata una drammatica denuncia dello stato di sporcizia di alcune zone del nostro mare, dove i batteri del tifo, dell'epatite virale (se non quelli del colera) sono in agguato in frutti di mare, vongole e cozze. Secondo un'indagine del Ministero della Marina Mercantile di un paio d'anni fa il 75 per cento delle coste italiane (8700 chilometri di sviluppo, comprese le isole) è inquinato. E da allora la situazione è ancora peggiorata. Ma l'inquinamento del mare non è solo un problema italiano, è comune a tutti i Paesi del bacino del Mediterraneo, anche se noi siamo gli ultimi in tutta Europa come stanziamenti per la difesa dell'ambiente. Gli ecologi più pessimisti profetizzano che entro 10-15 anni al massimo il Mediterraneo sarà un mare completamente privo di ogni forma di vita. Ma il problema è mondiale, gli scienziati americani parleranno a Sanremo dei guasti delle coste californiane, i sovietici tratteranno dei guai dei loro mari, francesi, israeliani, inglesi si scambieranno notizie e informazioni sui metodi di depurazione delle acque con i loro colleghi italiani, jugoslavi, sudafricani, spagnoli. Domani alle 9, dopo l'inaugurazione ufficiale cui interverrà il presidente della Regione Liguria onorevole Gianni Dagnino, il convegno si aprirà con una relazione introduttiva del sudafricano Stander. Seguiranno gli interventi degli italiani Passino e Rolle, del francese Aubert e dell'americano Michael. Nel pomeriggio saranno trattate le tecniche di depurazione adottate in Spagna, Francia, Italia, Jugoslavia, Israele e Gran Bretagna, con interventi di Josa, Aubert, Olivotti, Stirn, Shelef e Agg. Tutto è pronto nella «città dei fiori» per questo convegno dal quale dovrebbe scaturire una nuova strategia per combattere l'inquinamento marino. Sono pronte anche trecento famiglie di Bussana, frazione di Sanremo, che hanno preannunciato una marcia di protesta sul Casinò, dove si svolge il convegno ecologico, per richiamare l'attenzione degli scienziati e dell'opinione pubblica sulle montagne di spazzatura che ammorbano l'aria della zona, quasi a contatto con le case del paese. Paolo Patruno

Persone citate: Aubert, Gianni Dagnino, Josa, Port De Bouc, Rolle, Stirn