Architetto e impresario avvelenati nel sonno dai gas della stufa in una camera di albergo

Architetto e impresario avvelenati nel sonno dai gas della stufa in una camera di albergo La sciagura la scorsa notte ad Ozein, in Val di Cogne Architetto e impresario avvelenati nel sonno dai gas della stufa in una camera di albergo Le vittime, 34 e 30 anni, sono di Ivrea e dì Pavone Canavese, entrambi sposati - Stavano ultimando il restauro di una casa dove intendevano trascorrere le vacanze di Natale con le famiglie • Per passare la notte erano andati all'Hotel Col du Drink - 11 riscaldamento era spento; hanno portato in camera la stufa: li ha uccisi l'ossido di carbonio (Dal nostro corrispondente) Aosta, 2 dicembre. Un architetto ed un impresario edile, di 34 e 30 anni, sono morti asfissiati dall'osside di carbonio in una stanza d'albergo ad Ozein, nella Valle di Cogne, a causa di una stufa a gas che avevano lasciato accesa mentre dormivano. E' avvenuto la scorsa notte all'hotel Col du Drink. Le vittime sono Ermanno Gera, di Ivrea, sposato, libero professionista e insegnante di matematica presso le Scuole medie di Pont Sant-Martin, e Antonio Meneghin, di Pavone Canavese (Torino), coniugato e padre di una bimba di un anno. I corpi dei due uomini sono stati trovati oggi, verso mezzogiorno, dal proprietario dell'albergo, Jean Herren, 28 anni, che si era recato nella camera, insospettito dal prolungato silenzio dei clienti. La stufa era ancora accesa. Durante la notte, la combustione ha prodotto ossido di carbonio saturando l'ambiente, e bruciando l'ossigeno. Il medico condotto di Villeneuve, dottor Menegatti, ha detto che la morte risale alle 6 circa di stamane. Il professionista e l'imprenditore, amici da parecchi anni, erano saliti ieri pomeriggio al piccolo centro turistico, posto a 1363 metri di quota, all'imbocco della Valle di Cogne, ad una decina di chilometri da Aymaville, per ultimare i lavori di restauro di una casa ruralle che avevano acquistato in comproprietà per trascorrervi le vacanze ed i weekend con le loro famiglie. Con un camion dell'impresa del Meneghin vi avevano trasportato i mobili del soggiorno: oggi avrebbero provveduto a sistemarli. Verso le 20 la moglie dell'impresario, Mariuccia Gabetto, di 25 anni, è rientrata a Pavone, mentre i due uomini, essendo i due appartamenti ricavati nella casa ancora inabitabili, si erano recati a cena all'hotel Drink, distante un centinaio di metri. «Avevamo in funzione il riscaldamento solo nel bar e nel ristorante, perché ci è rimasto poco combustibile — dice Jean Herren. — Ieri avevo intenzione di chiudere. Poi sono arrivati l'architetto ed il suo amico, miei clienti di vecchia data, e mi hanno chiesto ospitalità per la notte». L'albergatore ha fatto loro presente che nelle stanze i termosifoni erano spenti. «Non importa, ci copriremo di più», ha risposto il Gera. «Un po' di freddo non ci fa paura». I due hanno trascorso la serata davanti al televisore, in una saletta riscaldata da una stufa a gas, attigua alla loro stanza. Al termine delle trasmissioni, i due amici hanno chiesto ad una cameriera, Rosy Buschino — l'Herren era uscito per accompagnare a casa la fidanzata — di poter portare nella loro camera la stufa (un bruciatore di piccole dimensioni, collegato con una bombola da venti chilogrammi). «Prendetela pure — ha risposto la donna — tanto nessuna la usa. Ma fate atten¬ i Aosta. L'architetto Ermanno Gera e l'impresario Meneghin zione». La camera era gelida; la temperatura, la notte scorsa, è scesa nelle valli laterali a 15-20 gradi sotto lo zero. L'architetto e l'amico, prima di infilarsi sotto le coperte dei due letti, hanno tappato con i loro indumenti le fessure dei serramenti, per meglio proteggere la stanza dal freddo. La morte li ha colti nel sonno. «Stamane mi spettavo di i vederli scendere, coinè al solito, di buon'ora — dice l'Herren —. Sapevo che avevano intenzione di lavorare sodo: volevano finire l'arredamento della loro casa prima di Natale. Poco dopo le 11,30, insospettito per l'inspiegabile ritardo, ho deciso di andare a vedere cosa fosse accaduto». La porta non era chiusa a chiave. Nella stanza, i due corpi giacevano immobili nei letti. «Non appena ho visto la stufa ho capito che era successa una disgrazia, ma non ho pensato che fossero morti: sembravano solo svenuti. Quando mi sono avvicinato mi sono però reso conto della realtà». L'albergatore ha immediatamente chiamato il medico e la Croce Rossa, ma non c'era più nulla da fare. Nel primo pomeriggio sono arrivati ad Ozein i familiari delle due vittime, fra cui la moglie dell'architetto, Bianca Martinengo, 28 anni. Poche ore più tardi è salito alla località anche il sostituto procuratore della Repubblica di Aosta, dottor Vitali, che dopo il sopralluogo ha rilasciato il nulla osta per la rimozione delle salme. Queste sono state trasportate alla camera mortuaria del cimitero di Aosta, ove sono vegliate dai parenti. g- g- Architetto e impresario avvelenati nel sonno dai gas della stufa in una camera di albergo La sciagura la scorsa notte ad Ozein, in Val di Cogne Architetto e impresario avvelenati nel sonno dai gas della stufa in una camera di albergo Le vittime, 34 e 30 anni, sono di Ivrea e dì Pavone Canavese, entrambi sposati - Stavano ultimando il restauro di una casa dove intendevano trascorrere le vacanze di Natale con le famiglie • Per passare la notte erano andati all'Hotel Col du Drink - 11 riscaldamento era spento; hanno portato in camera la stufa: li ha uccisi l'ossido di carbonio (Dal nostro corrispondente) Aosta, 2 dicembre. Un architetto ed un impresario edile, di 34 e 30 anni, sono morti asfissiati dall'osside di carbonio in una stanza d'albergo ad Ozein, nella Valle di Cogne, a causa di una stufa a gas che avevano lasciato accesa mentre dormivano. E' avvenuto la scorsa notte all'hotel Col du Drink. Le vittime sono Ermanno Gera, di Ivrea, sposato, libero professionista e insegnante di matematica presso le Scuole medie di Pont Sant-Martin, e Antonio Meneghin, di Pavone Canavese (Torino), coniugato e padre di una bimba di un anno. I corpi dei due uomini sono stati trovati oggi, verso mezzogiorno, dal proprietario dell'albergo, Jean Herren, 28 anni, che si era recato nella camera, insospettito dal prolungato silenzio dei clienti. La stufa era ancora accesa. Durante la notte, la combustione ha prodotto ossido di carbonio saturando l'ambiente, e bruciando l'ossigeno. Il medico condotto di Villeneuve, dottor Menegatti, ha detto che la morte risale alle 6 circa di stamane. Il professionista e l'imprenditore, amici da parecchi anni, erano saliti ieri pomeriggio al piccolo centro turistico, posto a 1363 metri di quota, all'imbocco della Valle di Cogne, ad una decina di chilometri da Aymaville, per ultimare i lavori di restauro di una casa ruralle che avevano acquistato in comproprietà per trascorrervi le vacanze ed i weekend con le loro famiglie. Con un camion dell'impresa del Meneghin vi avevano trasportato i mobili del soggiorno: oggi avrebbero provveduto a sistemarli. Verso le 20 la moglie dell'impresario, Mariuccia Gabetto, di 25 anni, è rientrata a Pavone, mentre i due uomini, essendo i due appartamenti ricavati nella casa ancora inabitabili, si erano recati a cena all'hotel Drink, distante un centinaio di metri. «Avevamo in funzione il riscaldamento solo nel bar e nel ristorante, perché ci è rimasto poco combustibile — dice Jean Herren. — Ieri avevo intenzione di chiudere. Poi sono arrivati l'architetto ed il suo amico, miei clienti di vecchia data, e mi hanno chiesto ospitalità per la notte». L'albergatore ha fatto loro presente che nelle stanze i termosifoni erano spenti. «Non importa, ci copriremo di più», ha risposto il Gera. «Un po' di freddo non ci fa paura». I due hanno trascorso la serata davanti al televisore, in una saletta riscaldata da una stufa a gas, attigua alla loro stanza. Al termine delle trasmissioni, i due amici hanno chiesto ad una cameriera, Rosy Buschino — l'Herren era uscito per accompagnare a casa la fidanzata — di poter portare nella loro camera la stufa (un bruciatore di piccole dimensioni, collegato con una bombola da venti chilogrammi). «Prendetela pure — ha risposto la donna — tanto nessuna la usa. Ma fate atten¬ i Aosta. L'architetto Ermanno Gera e l'impresario Meneghin zione». La camera era gelida; la temperatura, la notte scorsa, è scesa nelle valli laterali a 15-20 gradi sotto lo zero. L'architetto e l'amico, prima di infilarsi sotto le coperte dei due letti, hanno tappato con i loro indumenti le fessure dei serramenti, per meglio proteggere la stanza dal freddo. La morte li ha colti nel sonno. «Stamane mi spettavo di i vederli scendere, coinè al solito, di buon'ora — dice l'Herren —. Sapevo che avevano intenzione di lavorare sodo: volevano finire l'arredamento della loro casa prima di Natale. Poco dopo le 11,30, insospettito per l'inspiegabile ritardo, ho deciso di andare a vedere cosa fosse accaduto». La porta non era chiusa a chiave. Nella stanza, i due corpi giacevano immobili nei letti. «Non appena ho visto la stufa ho capito che era successa una disgrazia, ma non ho pensato che fossero morti: sembravano solo svenuti. Quando mi sono avvicinato mi sono però reso conto della realtà». L'albergatore ha immediatamente chiamato il medico e la Croce Rossa, ma non c'era più nulla da fare. Nel primo pomeriggio sono arrivati ad Ozein i familiari delle due vittime, fra cui la moglie dell'architetto, Bianca Martinengo, 28 anni. Poche ore più tardi è salito alla località anche il sostituto procuratore della Repubblica di Aosta, dottor Vitali, che dopo il sopralluogo ha rilasciato il nulla osta per la rimozione delle salme. Queste sono state trasportate alla camera mortuaria del cimitero di Aosta, ove sono vegliate dai parenti. g- g-