"Ti ho trovato un posto in fabbrica,, e poi la costringe a fare la prostituta

"Ti ho trovato un posto in fabbrica,, e poi la costringe a fare la prostituta Scabrosa vicenda di una giovane sposa immigrata dalla Sicilia "Ti ho trovato un posto in fabbrica,, e poi la costringe a fare la prostituta Un conoscente le scrive a Enna per convincerla a venire in Piemonte - A Torino, proposte e minacce: "Guadagnerai in fretta e molto" - Ieri, una violenta rissa per il "possesso" della donna - Sono finiti tutti in carcere Tre giovani e una ragazza, dopo una furibonda rissa, sono finiti in carcere. Causa della zuffa è la donna, che i tre si contendevano per spingerla sul marciapiede. I protagonisti della scabrosa vicenda sono tutti siciliani, originari di Gela: Vincenzo Marù, 26 anni, via dei Mille 14; il fratello Giovanni, di 23 anni; Antonio Marù, 27 anni, corso Trapani 70, e Maria Alessandra, 21 anni. I fratelli Marù si trasferiscono a Torino qualche tem po fa e abitano insieme in via dei Mille. Vivono di espedienti. Alcune settimane or sono, Vincenzo scrive a Maria Alessandra, che vive ad Enna separata dal marito per convincerla a venire in Piemonte, assicurando che le ha già trovato un posto in una fabbrica. A Enna la donna vive con Antonio Marù, cugino dei due giovani. Anche lui è separato dalla moglie ed esercita, pare, un'attività «poco chiara» ai margi ni del mondo della prostituzione. Ricevuta la lettera, Maria decide di rifarsi un'esistenza e la settimana scorsa arriva a Torino. Qui l'attende però un'amara sorpresa: Vincenzo Marù le rivela che l'impiego di cui parlava nella lettera non esiste. «Ma a Torino — le dice — ci sono molte possibilità di guadagnare presto e bene». La donna capisce, si ribella. Implora per- che la lasci tornare in Meridione. Ma Vincenzo Marù la costringe a salire sulla propria auto e la porta in giro per la città, facendole vedere i luoghi in cui sostano le prostitute. Ridotta alla disperazione, Maria si arrende. Vincenzo la porta a casa sua, in via dei Mille, e le procura due clienti. La donna gli versa metà del guadagno: 5000 lire. Intanto Antonio Marù decide di raggiungere gli altri a Torino e si stabilisce in corso Trapani. Maria viene a saperlo e decide di abbandonare Vincenzo per raggiungere l'antico amore. I cugini non si rassegnano, però, a farsi portare via la fonte dei loro guadagni. Ieri pomeriggio si recano in corso Trapani per decidere con chi debba vivere la donna. La discussione degenera presto in una rissa furibonda. Gli uomini si servono di tutto quanto capita loro sotto le mani per colpirsi. Rompono sedie e mobili. Antonio riceve sul capo un pesante ferro da stiro che gli procura una profonda ferita. Anche la donna, che si è intromessa, è picchiata dai contendenti. Antonio, accortosi di avere la peggio, telefona alla polizia. Accorre la «volante» 4 con l'appuntato Nalli e le guardie Ghilardi e Cavone. Gli agenti trovano i quattro che cerca no di medicarsi alla meglio. Li accompagnano al Martini i di via Tofane e poi in questura. Qui il dottor Enzo Portacelo, della squadra del «buoncostume», li arresta per rissa e presenta alla magistratura un rapporto Maria Alessandra - I fratelli Vincenzo e Giovanni Marù e il cugino Antonio Marù; sono tutti di Gela "Ti ho trovato un posto in fabbrica,, e poi la costringe a fare la prostituta Scabrosa vicenda di una giovane sposa immigrata dalla Sicilia "Ti ho trovato un posto in fabbrica,, e poi la costringe a fare la prostituta Un conoscente le scrive a Enna per convincerla a venire in Piemonte - A Torino, proposte e minacce: "Guadagnerai in fretta e molto" - Ieri, una violenta rissa per il "possesso" della donna - Sono finiti tutti in carcere Tre giovani e una ragazza, dopo una furibonda rissa, sono finiti in carcere. Causa della zuffa è la donna, che i tre si contendevano per spingerla sul marciapiede. I protagonisti della scabrosa vicenda sono tutti siciliani, originari di Gela: Vincenzo Marù, 26 anni, via dei Mille 14; il fratello Giovanni, di 23 anni; Antonio Marù, 27 anni, corso Trapani 70, e Maria Alessandra, 21 anni. I fratelli Marù si trasferiscono a Torino qualche tem po fa e abitano insieme in via dei Mille. Vivono di espedienti. Alcune settimane or sono, Vincenzo scrive a Maria Alessandra, che vive ad Enna separata dal marito per convincerla a venire in Piemonte, assicurando che le ha già trovato un posto in una fabbrica. A Enna la donna vive con Antonio Marù, cugino dei due giovani. Anche lui è separato dalla moglie ed esercita, pare, un'attività «poco chiara» ai margi ni del mondo della prostituzione. Ricevuta la lettera, Maria decide di rifarsi un'esistenza e la settimana scorsa arriva a Torino. Qui l'attende però un'amara sorpresa: Vincenzo Marù le rivela che l'impiego di cui parlava nella lettera non esiste. «Ma a Torino — le dice — ci sono molte possibilità di guadagnare presto e bene». La donna capisce, si ribella. Implora per- che la lasci tornare in Meridione. Ma Vincenzo Marù la costringe a salire sulla propria auto e la porta in giro per la città, facendole vedere i luoghi in cui sostano le prostitute. Ridotta alla disperazione, Maria si arrende. Vincenzo la porta a casa sua, in via dei Mille, e le procura due clienti. La donna gli versa metà del guadagno: 5000 lire. Intanto Antonio Marù decide di raggiungere gli altri a Torino e si stabilisce in corso Trapani. Maria viene a saperlo e decide di abbandonare Vincenzo per raggiungere l'antico amore. I cugini non si rassegnano, però, a farsi portare via la fonte dei loro guadagni. Ieri pomeriggio si recano in corso Trapani per decidere con chi debba vivere la donna. La discussione degenera presto in una rissa furibonda. Gli uomini si servono di tutto quanto capita loro sotto le mani per colpirsi. Rompono sedie e mobili. Antonio riceve sul capo un pesante ferro da stiro che gli procura una profonda ferita. Anche la donna, che si è intromessa, è picchiata dai contendenti. Antonio, accortosi di avere la peggio, telefona alla polizia. Accorre la «volante» 4 con l'appuntato Nalli e le guardie Ghilardi e Cavone. Gli agenti trovano i quattro che cerca no di medicarsi alla meglio. Li accompagnano al Martini i di via Tofane e poi in questura. Qui il dottor Enzo Portacelo, della squadra del «buoncostume», li arresta per rissa e presenta alla magistratura un rapporto Maria Alessandra - I fratelli Vincenzo e Giovanni Marù e il cugino Antonio Marù; sono tutti di Gela