In Israele dure polemiche contro il ministro Dayan di Giorgio Romano

In Israele dure polemiche contro il ministro Dayan Dopo la tregua» finito l'accordo interno In Israele dure polemiche contro il ministro Dayan E' stato attaccato da Abba Eban (ministro degli Esteri) per Io stato d'impreparazione dell'esercito - Altre accuse sferrate dal generale Sharon, comandante della "Task Force" (Dal nostro corrispondente) Tel Aviv, 11 novembre. Nell'ora in cui la tregua d'armi con l'Egitto entra in vigore, si è rotto quell'accordo generale che aveva consentito a Israele di superare crisi e divergenze intestine. E' esplosa una serie di polemiche, di accuse reciproche negli ambienti politici e militari, che costituiscono forse soltanto il preludio di un dramma più ampio e più lungo. Lo ha preannunciato oggi il vicepremier Allon dichiarando a nome di Golda Meir, la quale si trova a Londra, che nella prossima riunione del governo saranno discusse le modalità per la costituzione di una commissione d'inchiesta «sulle diverse questioni connesse alla guerra». Dopo l'attacco contro Dayan dell'ex ministro della Giustizia Yaakov Shimshon Shapiro (che è costato al vecchio giurista l'incarico governativo) oggi è Abba Eban che attacca in un'intervista su Haarez il suo coetaneo e antagonista ministro della Difesa e non gli risparmia attacchi per lo stato di impreparazione dell'esercito, colto di sorpresa il 6 ottobre, e anche per alcune dichiarazioni di Dayan a proposito del Canale di Suez. Un'antica gelosia tra i due uomini esplode nell'ora in cui il ministro della Difesa sembra aver perduto popolarità, ma anche il ministro degli Esteri è stato praticamente esautorato perché Golda Meir ha preso nelle sue mani il dicastero, lasciando al titolare ufficiale solo l'attività diplomatica. Se nell'ambiente politico le accuse cominciano a circolare apertamente e la richiesta di un'inchiesta è condivisa dai partiti della coalizione governativa, sono numerose anche le critiche di militari della riserva in servizio attivo. Tra i primi c'è stata una dichiarazione del generale Meir Amit, già capo dei servizi segreti, che non ha risparmiato critiche per l'impreparazione delle Forze armate, mentre gli ex capi di stato maggiore, Robin e Bar Lev si sono dichiarati entrambi a favore di un'inchiesta, prima delle elezioni del 31 dicembre. Ma probabilmente la polemica destinata ad avere più profonde ripercussioni è quella sollevata dal generale Arie Sharon, il comandante del gruppo d'assalto che ha condotto l'operazione oltre il Canale di Suez. Sharon era già noto per l'anticonformismo delle sue azioni ed era da poco uscito dall'esercito (perché si vedeva chiusa la strada ai più alti incarichi) ed era entrato baldanzosamente nella politica nel raggruppamento di destra «Lihud». Richiamato in servizio allo scoppio della guerra, ha riscosso pieno successo nell'azione a Occidente del Canale, è adorato dai soldati ed ha praticamente esautorato il generale Gonen. In un'intervista al New York Times, che ha avuto profonde ripercussioni, il generale Sharon ha attaccato il comando supremo sostenendo anzitutto che all'inizio delle operazioni si è dimostrata una lentezza che avrebbe potuto condurre al disastro. Inoltre Sharon ha dichiarato che il comando del fronte Sud e il capo di stato maggiore non hanno compreso l'azione che egli aveva compiuto ed hanno ritardato l'invio dei mezzi richiesti, che sarebbero serviti ad accerchiare anche la Seconda Armata egiziana. Naturalmente la valutazione di questi elementi è molto complessa e gli avversari di Sharon sostengono che l'idea di avanzare verso II Cairo era rischiosa e di carattere più politico che militare. Il capo dì stato maggiore, generale Elazar, ha emesso ieri sera un ordine del giorno in cui, senza nominare Sharon, attacca severamente quei militari che «a scopo di esaltazione personale hanno concesso interviste destinate anche a calunniare ingiustamente i camerati» ed ha concluso chiedendo seccamente ai generali dell'esercito «a nome del ministro della Difesa e mio di uniformarsi agli ordini vigenti in materia». Giorgio Romano In Israele dure polemiche contro il ministro Dayan Dopo la tregua» finito l'accordo interno In Israele dure polemiche contro il ministro Dayan E' stato attaccato da Abba Eban (ministro degli Esteri) per Io stato d'impreparazione dell'esercito - Altre accuse sferrate dal generale Sharon, comandante della "Task Force" (Dal nostro corrispondente) Tel Aviv, 11 novembre. Nell'ora in cui la tregua d'armi con l'Egitto entra in vigore, si è rotto quell'accordo generale che aveva consentito a Israele di superare crisi e divergenze intestine. E' esplosa una serie di polemiche, di accuse reciproche negli ambienti politici e militari, che costituiscono forse soltanto il preludio di un dramma più ampio e più lungo. Lo ha preannunciato oggi il vicepremier Allon dichiarando a nome di Golda Meir, la quale si trova a Londra, che nella prossima riunione del governo saranno discusse le modalità per la costituzione di una commissione d'inchiesta «sulle diverse questioni connesse alla guerra». Dopo l'attacco contro Dayan dell'ex ministro della Giustizia Yaakov Shimshon Shapiro (che è costato al vecchio giurista l'incarico governativo) oggi è Abba Eban che attacca in un'intervista su Haarez il suo coetaneo e antagonista ministro della Difesa e non gli risparmia attacchi per lo stato di impreparazione dell'esercito, colto di sorpresa il 6 ottobre, e anche per alcune dichiarazioni di Dayan a proposito del Canale di Suez. Un'antica gelosia tra i due uomini esplode nell'ora in cui il ministro della Difesa sembra aver perduto popolarità, ma anche il ministro degli Esteri è stato praticamente esautorato perché Golda Meir ha preso nelle sue mani il dicastero, lasciando al titolare ufficiale solo l'attività diplomatica. Se nell'ambiente politico le accuse cominciano a circolare apertamente e la richiesta di un'inchiesta è condivisa dai partiti della coalizione governativa, sono numerose anche le critiche di militari della riserva in servizio attivo. Tra i primi c'è stata una dichiarazione del generale Meir Amit, già capo dei servizi segreti, che non ha risparmiato critiche per l'impreparazione delle Forze armate, mentre gli ex capi di stato maggiore, Robin e Bar Lev si sono dichiarati entrambi a favore di un'inchiesta, prima delle elezioni del 31 dicembre. Ma probabilmente la polemica destinata ad avere più profonde ripercussioni è quella sollevata dal generale Arie Sharon, il comandante del gruppo d'assalto che ha condotto l'operazione oltre il Canale di Suez. Sharon era già noto per l'anticonformismo delle sue azioni ed era da poco uscito dall'esercito (perché si vedeva chiusa la strada ai più alti incarichi) ed era entrato baldanzosamente nella politica nel raggruppamento di destra «Lihud». Richiamato in servizio allo scoppio della guerra, ha riscosso pieno successo nell'azione a Occidente del Canale, è adorato dai soldati ed ha praticamente esautorato il generale Gonen. In un'intervista al New York Times, che ha avuto profonde ripercussioni, il generale Sharon ha attaccato il comando supremo sostenendo anzitutto che all'inizio delle operazioni si è dimostrata una lentezza che avrebbe potuto condurre al disastro. Inoltre Sharon ha dichiarato che il comando del fronte Sud e il capo di stato maggiore non hanno compreso l'azione che egli aveva compiuto ed hanno ritardato l'invio dei mezzi richiesti, che sarebbero serviti ad accerchiare anche la Seconda Armata egiziana. Naturalmente la valutazione di questi elementi è molto complessa e gli avversari di Sharon sostengono che l'idea di avanzare verso II Cairo era rischiosa e di carattere più politico che militare. Il capo dì stato maggiore, generale Elazar, ha emesso ieri sera un ordine del giorno in cui, senza nominare Sharon, attacca severamente quei militari che «a scopo di esaltazione personale hanno concesso interviste destinate anche a calunniare ingiustamente i camerati» ed ha concluso chiedendo seccamente ai generali dell'esercito «a nome del ministro della Difesa e mio di uniformarsi agli ordini vigenti in materia». Giorgio Romano

Luoghi citati: Cairo, Egitto, Israele, Londra, Suez, Tel Aviv