Dario Fo adesso vuole denunciare il questore e il capo della Mobile

Dario Fo adesso vuole denunciare il questore e il capo della Mobile Sassari - Tre ragazzi sono ancora in carcere Dario Fo adesso vuole denunciare il questore e il capo della Mobile Verrebbero accusati di "ostruzionismo" allo spettacolo e di aver "illegalmente" arrestato l'attore - "Quello che mi è capitato — dice Fo — lo presentavo da anni nelle mie recite" (Dal nostro inviato speciale) Cagliari, 11 novembre. Entro la settimana prossima i legali di Dario Fo, l'attore-autore di teatro politico, arrestato la sera del 9 novembre a Sassari e scarcerato nel pomeriggio del giorno dopo, dovrebbero denunciare alla magistratura il questore di Sassari, Voria, il capo della mobile, Barbato, e il vicequestore Carriero. Lo ha fatto capire Pietro Diaz, l'avvocato che fiancheggia Giannino Guiso nella difesa di Fo. «Ci sono — ha detto — 99 probabilità su cento che si arrivi a sviluppi clamorosi della vicenda». Ma per ora di ufficiale non c'è nulla. Tra i compagni del duo Dario Fo-Franca Rame, gli attori de «La Comune», non si parla d'altro. Si dice che l'attore è deciso ad andare fino in fondo a questa vicenda. Da indiscrezioni la denuncia contro Voria dovrebbe essere motivata per «ostruzionismo» allo spettacolo; nei confronti di Barbaro e Carriero l'azione penale sarebbe motivata per «illegittimità dell'arresto». L'avventura si è conclusa, ma il «caso Fo» non è finito. Sui motivi dell'arresto, sui momenti più significativi della vicenda, Dario Fo ha già costruito un secondo «Mistero buffo» (questo il titolo di uno dei suoi programmi più applauditi). La farsa, l'ironia, la comicità che coglie i lati paradossali della società e li svolge in funzione politica, sono le sue armi migliori. «Tutto è teatro, mi ha detto Fo, e quello che mi è capitato lo andavo recitando da anni». Sorride. Lo spettacolo che ieri sera ha tenuto al teatro «Massimo» è appena finito. « Cinque ore filate — dice — con tremila tessere presentate all'ingresso e neppure un poliziotto in borghese. La serata era facile, il pubblico attento. I giovani della Sardegna sono pronti al dialogo. | provocatori come me, vivacis simi. Finalmente ho potuto recitare il nostro pezzo sul Cile e poi lo abbiamo discusso in pace, senza osservatori esterni ». «Ora dobbiamo spingere a fondo l'acceleratore — dice l'avvocato Guiso — perché abbiamo vinto una grossa battaglia. Ma dobbiamo anche pensare ai tre ragazzi denunciati come Dario per violenza». Si tratta di Fulvio Dettori, 24 anni, figlio dell'ex presidente democristiano della Regione sarda, Lanfranco Binni, 28 anni, fiorentino, attore, e di Alessandro Pippinato, 22 anni, milanese, che lavora nella compagnia. I tre erano all'interno del cinema «Rex» di Sassari, quando la polizia, dopo aver fermato Dario Fo, vi fece irruzione. A Cagliari non si parla d'altro. Fo è un personaggio unico, un Bertolt Brecht milanese e la sua «Comune» è un circo che corre da una città all'altra, da una provincia all'altra. Si fa teatro e politica, si discute e si insegna la dialettica, come l'arte di recitare. In mezzo a tutto c'è lui, capelli grigi e pancetta, con lo spirito e la combattività di un ragazzo, e Franca Rame, che canta e recita, che ascolta tutto e tutti. Dario Fo poteva restare a Sassari. Dopo tutto quello che era successo gli ostacoli erano stati superati. «La comune» aveva vinto e la città era con gli attori. I giovani, gli operai e gli studenti chiedevano che rimanesse e nessuno capiva il perché di una fuga, dopo una vittoria sofferta. La spiegazione l'ha data un ragazzo del teatro: «Non restiamo perché abbiamo affittato il "Massimo" di Cagliari e non possiamo permetterci di perdere seicentomila lire, così di botto». Fo e i suoi ragazzi non vogliono lasciar cadere le polemiche sull'arresto, desiderano politicizzare l'accaduto. «In un clima di repressione e di leggi fasciste — dicono — che impediscono la libertà di espressione, noi abbiamo preso le nostre precauzioni. In privato, cioè tra i soci aderenti, ci diciamo tutto quello che pensiamo e facciamo quello che vogliamo in assoluta libertà. Ma se entra la polizia, se vengono a sentire e poi vanno a riferire, rischiamo l'oltraggio, il vilipendio, la calunnia. Se ci sono ancora queste leggi dobbiamo fare fronte unito per batterle e per cambiare». Per l'attore non c'è altra strada che andare fino in fondo alla vicenda. Il fatto era nell'aria e Dario Fo l'aveva detto in una conferenza stampa, mercoledì scorso 7 novembre: «A sabotare le rappresentazioni è sempre e solo il questore Renato Voria che ha addotto motivi ingiustificati e pretestuosi non riconoscendo la legittimità della costituzione dell'associazione e del circolo "La Comune", che dispone di ben 80 organizzazioni di questo tipo in tutt'Italia ». Ed aveva aggiunto: «Nel caso ci siano altri intralci darò l'incarico ai miei legali perché citino di fronte alla magistratura il questore. Tutto questo per gli arbitri e gli abusi che si stanno facendo in nostro danno. Le leggi le hanno fatte loro, non io. Almeno le rispettino e non ci passino sopra quando e come vogliono». Pare, e la notizia non viene smentita dalle autorità che si sono ritirate in silenzio, che Voria avesse dato disposizioni precise sapendo dell'arrivo a Sassari di Dario Fo. Alcuni giovani del gruppo teatrale — sono loro a riferirlo — furono avvicinati, sempre a Sassari, dal vicequestore Carriero. «Ci disse — dicono questi giovani — che lo spettacolo non lo avremmo mai fatto». Dario Fo ha anche qualche perplessità sull'opportunità di denunciare i responsabili del suo arresto. «La questione — dice l'attore — va studiata a fondo. Non possiamo permetterci errori tattici di fronte ad avversari potenti». Fabrizio Carbone Dario Fo adesso vuole denunciare il questore e il capo della Mobile Sassari - Tre ragazzi sono ancora in carcere Dario Fo adesso vuole denunciare il questore e il capo della Mobile Verrebbero accusati di "ostruzionismo" allo spettacolo e di aver "illegalmente" arrestato l'attore - "Quello che mi è capitato — dice Fo — lo presentavo da anni nelle mie recite" (Dal nostro inviato speciale) Cagliari, 11 novembre. Entro la settimana prossima i legali di Dario Fo, l'attore-autore di teatro politico, arrestato la sera del 9 novembre a Sassari e scarcerato nel pomeriggio del giorno dopo, dovrebbero denunciare alla magistratura il questore di Sassari, Voria, il capo della mobile, Barbato, e il vicequestore Carriero. Lo ha fatto capire Pietro Diaz, l'avvocato che fiancheggia Giannino Guiso nella difesa di Fo. «Ci sono — ha detto — 99 probabilità su cento che si arrivi a sviluppi clamorosi della vicenda». Ma per ora di ufficiale non c'è nulla. Tra i compagni del duo Dario Fo-Franca Rame, gli attori de «La Comune», non si parla d'altro. Si dice che l'attore è deciso ad andare fino in fondo a questa vicenda. Da indiscrezioni la denuncia contro Voria dovrebbe essere motivata per «ostruzionismo» allo spettacolo; nei confronti di Barbaro e Carriero l'azione penale sarebbe motivata per «illegittimità dell'arresto». L'avventura si è conclusa, ma il «caso Fo» non è finito. Sui motivi dell'arresto, sui momenti più significativi della vicenda, Dario Fo ha già costruito un secondo «Mistero buffo» (questo il titolo di uno dei suoi programmi più applauditi). La farsa, l'ironia, la comicità che coglie i lati paradossali della società e li svolge in funzione politica, sono le sue armi migliori. «Tutto è teatro, mi ha detto Fo, e quello che mi è capitato lo andavo recitando da anni». Sorride. Lo spettacolo che ieri sera ha tenuto al teatro «Massimo» è appena finito. « Cinque ore filate — dice — con tremila tessere presentate all'ingresso e neppure un poliziotto in borghese. La serata era facile, il pubblico attento. I giovani della Sardegna sono pronti al dialogo. | provocatori come me, vivacis simi. Finalmente ho potuto recitare il nostro pezzo sul Cile e poi lo abbiamo discusso in pace, senza osservatori esterni ». «Ora dobbiamo spingere a fondo l'acceleratore — dice l'avvocato Guiso — perché abbiamo vinto una grossa battaglia. Ma dobbiamo anche pensare ai tre ragazzi denunciati come Dario per violenza». Si tratta di Fulvio Dettori, 24 anni, figlio dell'ex presidente democristiano della Regione sarda, Lanfranco Binni, 28 anni, fiorentino, attore, e di Alessandro Pippinato, 22 anni, milanese, che lavora nella compagnia. I tre erano all'interno del cinema «Rex» di Sassari, quando la polizia, dopo aver fermato Dario Fo, vi fece irruzione. A Cagliari non si parla d'altro. Fo è un personaggio unico, un Bertolt Brecht milanese e la sua «Comune» è un circo che corre da una città all'altra, da una provincia all'altra. Si fa teatro e politica, si discute e si insegna la dialettica, come l'arte di recitare. In mezzo a tutto c'è lui, capelli grigi e pancetta, con lo spirito e la combattività di un ragazzo, e Franca Rame, che canta e recita, che ascolta tutto e tutti. Dario Fo poteva restare a Sassari. Dopo tutto quello che era successo gli ostacoli erano stati superati. «La comune» aveva vinto e la città era con gli attori. I giovani, gli operai e gli studenti chiedevano che rimanesse e nessuno capiva il perché di una fuga, dopo una vittoria sofferta. La spiegazione l'ha data un ragazzo del teatro: «Non restiamo perché abbiamo affittato il "Massimo" di Cagliari e non possiamo permetterci di perdere seicentomila lire, così di botto». Fo e i suoi ragazzi non vogliono lasciar cadere le polemiche sull'arresto, desiderano politicizzare l'accaduto. «In un clima di repressione e di leggi fasciste — dicono — che impediscono la libertà di espressione, noi abbiamo preso le nostre precauzioni. In privato, cioè tra i soci aderenti, ci diciamo tutto quello che pensiamo e facciamo quello che vogliamo in assoluta libertà. Ma se entra la polizia, se vengono a sentire e poi vanno a riferire, rischiamo l'oltraggio, il vilipendio, la calunnia. Se ci sono ancora queste leggi dobbiamo fare fronte unito per batterle e per cambiare». Per l'attore non c'è altra strada che andare fino in fondo alla vicenda. Il fatto era nell'aria e Dario Fo l'aveva detto in una conferenza stampa, mercoledì scorso 7 novembre: «A sabotare le rappresentazioni è sempre e solo il questore Renato Voria che ha addotto motivi ingiustificati e pretestuosi non riconoscendo la legittimità della costituzione dell'associazione e del circolo "La Comune", che dispone di ben 80 organizzazioni di questo tipo in tutt'Italia ». Ed aveva aggiunto: «Nel caso ci siano altri intralci darò l'incarico ai miei legali perché citino di fronte alla magistratura il questore. Tutto questo per gli arbitri e gli abusi che si stanno facendo in nostro danno. Le leggi le hanno fatte loro, non io. Almeno le rispettino e non ci passino sopra quando e come vogliono». Pare, e la notizia non viene smentita dalle autorità che si sono ritirate in silenzio, che Voria avesse dato disposizioni precise sapendo dell'arrivo a Sassari di Dario Fo. Alcuni giovani del gruppo teatrale — sono loro a riferirlo — furono avvicinati, sempre a Sassari, dal vicequestore Carriero. «Ci disse — dicono questi giovani — che lo spettacolo non lo avremmo mai fatto». Dario Fo ha anche qualche perplessità sull'opportunità di denunciare i responsabili del suo arresto. «La questione — dice l'attore — va studiata a fondo. Non possiamo permetterci errori tattici di fronte ad avversari potenti». Fabrizio Carbone