Il medico arrestato fu ufficiale nazista di Giulio Anselmi

Il medico arrestato fu ufficiale nazista La Spezia: le indagini sui fascisti Il medico arrestato fu ufficiale nazista Scoperti i contatti che la cellula eversiva di Ortonovo aveva con organizzazioni "nere" in Veneto e in Toscana - Ancora sconosciuti i veri cervelli della centrale (Dal nostro inviato speciale) La Spezia, 11 novembre. La cellula eversiva fascista scoperta ad Ortonovo, in provincia della Spezia, grazie al ritrovamento di piani terroristici nell'abitazione di un medico noto per i suoi studi contro il cancro, era collegata ai «Giustizieri d'Italia» ed alla «Rosa dei venti», organizzazioni «nere» attive nel Veneto ed in Toscana. Lo proverebbero tre inchieste giudiziarie a carico del dottor Giampaolo Porta Casucci e di suoi compagni di fede, in corso a Livorno, Treviso e La Spezia. Questo è l'unico dato certo scaturito, per ora, dalle indagini sulla violenza neofascista, condotte contemporaneamente in Veneto, in Toscana e in Liguria. Il resto è frutto di voci, rese incontrollabili dal segreto istruttorio. Dei tre procedimenti, il primo è relativo ad una distribuzione di manifestini firmati dalla «Rosa dei venti», effettuata a Livorno nello scorso giugno; il secondo, per «rapina e detenzione di armi da guerra», riguarda reati commessi a Maserada sul Piave (Treviso) nel marzo di quest'anno. Sulle comunicazioni di reato, accanto al nome del medico, figurano quello dell'avvocato Giancarlo De Marchi, 47 anni, di Recco, consigliere provinciale missino di Genova e di Sandro Rampazzo, 33 anni, padovano. Quest'ultimo, da tempo tenuto d'occhio dalla polizia che lo ritiene legato ai «Giustizieri d'Italia», è stato arrestato il 20 ottobre scorso a Viareggio assieme a Santo Sedona, 33 anni, da Mestre, estremista di destra, per detenzione abusiva di pistole e proiettili. La terza inchiesta ha per oggetto l'attività della cellula spezzina e mira ad identificare i membri del gruppuscolo responsabili di «tentata rico- stituzione del partito fascista», associazione per delinquere, costituzione di bande armate e cospirazione ai danni dello Stato. Tra gli indiziati Porta Casucci, Rampazzo, Sedona, un non meglio identificato avvocato genovese ed un rappresentante di commercio spezzino. Il legale ed ii rappresentante sarebbero, secondo indiscrezioni attendi¬ bili, i veri «cervelli» della centrale reazionaria. Fin qui i dati di fatto. Al centro di questo complesso groviglio di trame nere c'è, come si vede, il dottor Porta Casucci, personaggio sconcertante e bizzarro. Ma il ruolo del medico è oscuro. Uomo dichiaratamente di destra, ufficiale della marina nazista alla fine dell'ultima guerra (quando i tedeschi, afflitti dalla scarsità d'uomini, arruolavano anche stranieri di provata fede), ex missino, uscito dal partito «dopo che hanno gettato le bombe sulla polizia», viene definito un comprimario. Custode di piani segretissimi per attentati a uomini politici, attrici, uffici pubblici, giornali, di una «lista nera» contenente i nomi degli antifascisti da punire e di un programma di rapine da compiere per finanziare le imprese dell'organizzazione, ad un certo punto avrebbe avuto paura e si sarebbe rivolto alla polizia. «Gli piaceva mettersi in vista — dicono alla Spezia — ma un conto è diffondere manifestini, un altro trovarsi invischiato in un gioco che si è rivelato più grosso di lui». L'avv. De Marchi alle accuse che gli sono state mosse ha ribattuto con una difesa molto semplice: « Cose da pazzi — dice — tutto è avvenuto a causa di una mia vecchia Ford. L'ho venduta, ma il nuovo acquirente non ha mai provveduto a fare la coltura. Così la macchina, che risulta intestata a me, è in realtà nelle mani di qualcuno legato a queste organizzazioni fasciste. Non è questa la prima grana che questo sconosciuto mi procura. Sono già stato coinvolto in una distribuzione di manifestini di un movimento di destra e addirittura in una rapina ». Il segreto istruttorio, e il fatto che da quasi un mese siano in carcere, impedisce di sapere quale sia l'esatta posizione di Sandro Rampazzo e Santo Sedona, gli unici due protagonisti della vicenda già seriamente compromessi nei confronti della legge (il primo, tra l'altro, deve scontare due anni di manicomio criminale). Si sa però che sono solo esecutori, pedine di un gioco di cui quasi certamente ignorano gli scopi, nutriti di una rettorica da cattivo fumetto che li rende paghi di chiamarsi «giustizieri». Al momento della cattura oltre alle armi e ad alcune piantine della zona con segnate delle «crocette», uno di loro aveva in tasca una medaglietta con l'effige di Mussolini ed una foto in cui era ritratto col fez nero in capo. Basta questo per capire che si tratta di pesci piccoli, in tutti i sensi. Giulio Anselmi / La Spezia. La moglie del dottor Giampaolo Casucci Il medico arrestato fu ufficiale nazista La Spezia: le indagini sui fascisti Il medico arrestato fu ufficiale nazista Scoperti i contatti che la cellula eversiva di Ortonovo aveva con organizzazioni "nere" in Veneto e in Toscana - Ancora sconosciuti i veri cervelli della centrale (Dal nostro inviato speciale) La Spezia, 11 novembre. La cellula eversiva fascista scoperta ad Ortonovo, in provincia della Spezia, grazie al ritrovamento di piani terroristici nell'abitazione di un medico noto per i suoi studi contro il cancro, era collegata ai «Giustizieri d'Italia» ed alla «Rosa dei venti», organizzazioni «nere» attive nel Veneto ed in Toscana. Lo proverebbero tre inchieste giudiziarie a carico del dottor Giampaolo Porta Casucci e di suoi compagni di fede, in corso a Livorno, Treviso e La Spezia. Questo è l'unico dato certo scaturito, per ora, dalle indagini sulla violenza neofascista, condotte contemporaneamente in Veneto, in Toscana e in Liguria. Il resto è frutto di voci, rese incontrollabili dal segreto istruttorio. Dei tre procedimenti, il primo è relativo ad una distribuzione di manifestini firmati dalla «Rosa dei venti», effettuata a Livorno nello scorso giugno; il secondo, per «rapina e detenzione di armi da guerra», riguarda reati commessi a Maserada sul Piave (Treviso) nel marzo di quest'anno. Sulle comunicazioni di reato, accanto al nome del medico, figurano quello dell'avvocato Giancarlo De Marchi, 47 anni, di Recco, consigliere provinciale missino di Genova e di Sandro Rampazzo, 33 anni, padovano. Quest'ultimo, da tempo tenuto d'occhio dalla polizia che lo ritiene legato ai «Giustizieri d'Italia», è stato arrestato il 20 ottobre scorso a Viareggio assieme a Santo Sedona, 33 anni, da Mestre, estremista di destra, per detenzione abusiva di pistole e proiettili. La terza inchiesta ha per oggetto l'attività della cellula spezzina e mira ad identificare i membri del gruppuscolo responsabili di «tentata rico- stituzione del partito fascista», associazione per delinquere, costituzione di bande armate e cospirazione ai danni dello Stato. Tra gli indiziati Porta Casucci, Rampazzo, Sedona, un non meglio identificato avvocato genovese ed un rappresentante di commercio spezzino. Il legale ed ii rappresentante sarebbero, secondo indiscrezioni attendi¬ bili, i veri «cervelli» della centrale reazionaria. Fin qui i dati di fatto. Al centro di questo complesso groviglio di trame nere c'è, come si vede, il dottor Porta Casucci, personaggio sconcertante e bizzarro. Ma il ruolo del medico è oscuro. Uomo dichiaratamente di destra, ufficiale della marina nazista alla fine dell'ultima guerra (quando i tedeschi, afflitti dalla scarsità d'uomini, arruolavano anche stranieri di provata fede), ex missino, uscito dal partito «dopo che hanno gettato le bombe sulla polizia», viene definito un comprimario. Custode di piani segretissimi per attentati a uomini politici, attrici, uffici pubblici, giornali, di una «lista nera» contenente i nomi degli antifascisti da punire e di un programma di rapine da compiere per finanziare le imprese dell'organizzazione, ad un certo punto avrebbe avuto paura e si sarebbe rivolto alla polizia. «Gli piaceva mettersi in vista — dicono alla Spezia — ma un conto è diffondere manifestini, un altro trovarsi invischiato in un gioco che si è rivelato più grosso di lui». L'avv. De Marchi alle accuse che gli sono state mosse ha ribattuto con una difesa molto semplice: « Cose da pazzi — dice — tutto è avvenuto a causa di una mia vecchia Ford. L'ho venduta, ma il nuovo acquirente non ha mai provveduto a fare la coltura. Così la macchina, che risulta intestata a me, è in realtà nelle mani di qualcuno legato a queste organizzazioni fasciste. Non è questa la prima grana che questo sconosciuto mi procura. Sono già stato coinvolto in una distribuzione di manifestini di un movimento di destra e addirittura in una rapina ». Il segreto istruttorio, e il fatto che da quasi un mese siano in carcere, impedisce di sapere quale sia l'esatta posizione di Sandro Rampazzo e Santo Sedona, gli unici due protagonisti della vicenda già seriamente compromessi nei confronti della legge (il primo, tra l'altro, deve scontare due anni di manicomio criminale). Si sa però che sono solo esecutori, pedine di un gioco di cui quasi certamente ignorano gli scopi, nutriti di una rettorica da cattivo fumetto che li rende paghi di chiamarsi «giustizieri». Al momento della cattura oltre alle armi e ad alcune piantine della zona con segnate delle «crocette», uno di loro aveva in tasca una medaglietta con l'effige di Mussolini ed una foto in cui era ritratto col fez nero in capo. Basta questo per capire che si tratta di pesci piccoli, in tutti i sensi. Giulio Anselmi / La Spezia. La moglie del dottor Giampaolo Casucci

Persone citate: Casucci, De Marchi, Giampaolo Casucci, Giampaolo Porta Casucci, Giancarlo De Marchi, Mussolini, Rampazzo, Sandro Rampazzo