Consigli di fabbrica si discute nella notte

Consigli di fabbrica si discute nella notte Firenze: riunione nazionale della Uil Consigli di fabbrica si discute nella notte Probabile un compromesso fra le tre tesi emerse nel corso del dibattito (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 11 novembre. Tre giornate di dibattito alla «Conferenza nazionale delle strutture di base della Uil» non sono state sufficienti per eliminare tutti i contrasti sui consigli di fabbrica e di zona. Il comitato centrale della confederazione, riunitosi oggi, ha avuto bisogno di molto altre ore di discussione c mentre scriviamo la riunione è ancora in corso. Il punto centrale — nei tre giorni della conferenza, come nel comitato centrale di oggi — è come assicurare, all'interno del sindacato, «la libera formazione delle idee e il dialogo democratico». In altre parole, come garantire che le minoranze saranno rappresentate nei consigli di fabbrica in base alle forze reali che hanno nell'azienda. Il problema non e solo sindacalo ma politico: una egemonia dei sindacalisti di ispirazione comunista c la forza che possono esprimere quelli di tendenza democristiana rischierebbero di inaridire l'apporto delle forze laiche c socialiste (che vanno dai socialisti ai socialdemocratici, ai repubblicani) nel movimento sindacale. Si tratta di una prospettiva inaccettabile per questo forze che, di fronte alle ipotesi «conciliari» e alle proposte di «compromesso storico» avanzale dal pei, sentono di dover svolgere nel Paese un ruolo ancora maggiore di quello che hanno nel sindacato. Inoltre, qualsiasi intesa sindacale che non tutelasse le minoranze, potrebbe essere di serio ostacolo al processo di unificazione. Però c'è anche il pericolo che una accentuazione delle caratterizzazioni politiche all'interno del sindacato sia una remora al processo unitario. Tre le tesi in contrasto nella Uil. Il segretario socialista dei metalmeccanici Giorgio Benvenuto, forte della esperienza che la categoria ha già fatto in molte aziende (dove i delegati vengono eletti esclusivamente dai «gruppi omogenei»), si opponeva alla formulazione di qualsiasi norma per l'elezione dei consigli di fabbrica. All'altro estremo il segretario confederale socialdemocratico, Lino Ravecca, affermava con energia l'esigenza che a fianco dei delegati espressi dai «gruppi omogenei» fossero nominali i rapprcscnlanti dei tre sindacati. Oggi ad un certo punto del dibattito nel consiglio generale si era profilata persino la possibilità che Benvenuto e Ravecca si trovassero uniti nel respingere la terza ipotesi (quella del segretario generale dcll'Uil, Raffaele Vanni, e della segreteria), che non andava bene a Benvenuto perché presupponeva l'indicazione implicita di norme clcttorali e non andava nemmeno bene a Ravecca perche le norme non erano giudicate soddisfacenti. In sostanza Vanni — pur senza formulare proposte rigide — delincava la possibilità di far eleggere una parte dei delegati dai « gruppi omogenei » c l'altra parte attraverso una votazione generale di tutti i dipendenti dell'azienda. E' chiaro che se nell'elezione generale il numero dei voti di preferenza da esprimere è inferiore al numero delle persone da eleggere, lo spazio alle minoranze e assicurato. Mentre scriviamo si sta tentando un compromesso. Nel documento l'esigenza di tutelare le minoranze verrebbe ribadita dalla Uil con l'affermazione politica che nei consigli di fabbrica deve essere assicurata la rappresentanza di tutte le forze reali esistenti nell'azienda. Resterebbe cioè impregiudicata la scelta dei meccanismi per tradurre questa afférmazione in concreto. Nel documento però si direbbe anche che se il « gruppo omogeneo », per la sua dimensione, deve eleggere più di un delegato, si adotterà il voto di preferenza limitato. Per esempio, se i delegati da eleggere sono tre, non si dovrebbero esprimere più di una o due preferenze. Vanni, parlando oggi al comitato centrale, ha detto tra l'altro che nella Federazione delle Confederazioni (che unisce Cgil, Cisl c Uil) il lavoro preparatorio per un testo sui consigli di fabbrica e di zona dovrebbe essere ultimato entro le prossime settimane. Il testo verrà poi sottoposto all'esame dei sindacalisti di base e questa larga consultazione dovrebbe concludersi con la convocazione di una conferenza unitaria della Cgil, Cisl, Uil nei prossimi mesi. L'accordo tra Cgil, Cisl, Uil sui consigli di fabbrica e di zona è un passaggio obbligato per procedere sulla strada verso l'unità sindacale. Nella notte le riunioni di vari gruppi del comitato centrale della Uil proseguono per la redazione del documento finale. Sergio Devecchi Consigli di fabbrica si discute nella notte Firenze: riunione nazionale della Uil Consigli di fabbrica si discute nella notte Probabile un compromesso fra le tre tesi emerse nel corso del dibattito (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 11 novembre. Tre giornate di dibattito alla «Conferenza nazionale delle strutture di base della Uil» non sono state sufficienti per eliminare tutti i contrasti sui consigli di fabbrica e di zona. Il comitato centrale della confederazione, riunitosi oggi, ha avuto bisogno di molto altre ore di discussione c mentre scriviamo la riunione è ancora in corso. Il punto centrale — nei tre giorni della conferenza, come nel comitato centrale di oggi — è come assicurare, all'interno del sindacato, «la libera formazione delle idee e il dialogo democratico». In altre parole, come garantire che le minoranze saranno rappresentate nei consigli di fabbrica in base alle forze reali che hanno nell'azienda. Il problema non e solo sindacalo ma politico: una egemonia dei sindacalisti di ispirazione comunista c la forza che possono esprimere quelli di tendenza democristiana rischierebbero di inaridire l'apporto delle forze laiche c socialiste (che vanno dai socialisti ai socialdemocratici, ai repubblicani) nel movimento sindacale. Si tratta di una prospettiva inaccettabile per questo forze che, di fronte alle ipotesi «conciliari» e alle proposte di «compromesso storico» avanzale dal pei, sentono di dover svolgere nel Paese un ruolo ancora maggiore di quello che hanno nel sindacato. Inoltre, qualsiasi intesa sindacale che non tutelasse le minoranze, potrebbe essere di serio ostacolo al processo di unificazione. Però c'è anche il pericolo che una accentuazione delle caratterizzazioni politiche all'interno del sindacato sia una remora al processo unitario. Tre le tesi in contrasto nella Uil. Il segretario socialista dei metalmeccanici Giorgio Benvenuto, forte della esperienza che la categoria ha già fatto in molte aziende (dove i delegati vengono eletti esclusivamente dai «gruppi omogenei»), si opponeva alla formulazione di qualsiasi norma per l'elezione dei consigli di fabbrica. All'altro estremo il segretario confederale socialdemocratico, Lino Ravecca, affermava con energia l'esigenza che a fianco dei delegati espressi dai «gruppi omogenei» fossero nominali i rapprcscnlanti dei tre sindacati. Oggi ad un certo punto del dibattito nel consiglio generale si era profilata persino la possibilità che Benvenuto e Ravecca si trovassero uniti nel respingere la terza ipotesi (quella del segretario generale dcll'Uil, Raffaele Vanni, e della segreteria), che non andava bene a Benvenuto perché presupponeva l'indicazione implicita di norme clcttorali e non andava nemmeno bene a Ravecca perche le norme non erano giudicate soddisfacenti. In sostanza Vanni — pur senza formulare proposte rigide — delincava la possibilità di far eleggere una parte dei delegati dai « gruppi omogenei » c l'altra parte attraverso una votazione generale di tutti i dipendenti dell'azienda. E' chiaro che se nell'elezione generale il numero dei voti di preferenza da esprimere è inferiore al numero delle persone da eleggere, lo spazio alle minoranze e assicurato. Mentre scriviamo si sta tentando un compromesso. Nel documento l'esigenza di tutelare le minoranze verrebbe ribadita dalla Uil con l'affermazione politica che nei consigli di fabbrica deve essere assicurata la rappresentanza di tutte le forze reali esistenti nell'azienda. Resterebbe cioè impregiudicata la scelta dei meccanismi per tradurre questa afférmazione in concreto. Nel documento però si direbbe anche che se il « gruppo omogeneo », per la sua dimensione, deve eleggere più di un delegato, si adotterà il voto di preferenza limitato. Per esempio, se i delegati da eleggere sono tre, non si dovrebbero esprimere più di una o due preferenze. Vanni, parlando oggi al comitato centrale, ha detto tra l'altro che nella Federazione delle Confederazioni (che unisce Cgil, Cisl c Uil) il lavoro preparatorio per un testo sui consigli di fabbrica e di zona dovrebbe essere ultimato entro le prossime settimane. Il testo verrà poi sottoposto all'esame dei sindacalisti di base e questa larga consultazione dovrebbe concludersi con la convocazione di una conferenza unitaria della Cgil, Cisl, Uil nei prossimi mesi. L'accordo tra Cgil, Cisl, Uil sui consigli di fabbrica e di zona è un passaggio obbligato per procedere sulla strada verso l'unità sindacale. Nella notte le riunioni di vari gruppi del comitato centrale della Uil proseguono per la redazione del documento finale. Sergio Devecchi

Persone citate: Giorgio Benvenuto, Lino Ravecca, Raffaele Vanni, Ravecca, Sergio Devecchi

Luoghi citati: Firenze