Per Gran Bretagna fine anno migliore

Per Gran Bretagna fine anno migliore Per Gran Bretagna fine anno migliore Il forte recupero della Borsa dopo un periodo "nero" è attribuito alle ultime decisioni arabe e a schiarite sul fronte sindacale (Nostro servizio particolare) Londra, 28 dicembre. La Borsa valori londinese ha anche oggi mostrato di reagire con fiducia al clima pesante di questo incerto mese di dicembre che conclude un anno non certamente dei più felici per lo sviluppo produttivo del Regno Unito. Durante la seduta odierna non si sono ripetuti i guadagni consistenti della riunione precedente, ma si può lo stesso affermare che le indicazioni fornite dallo svolgimento delle contrattazioni confermano la tendenza precedente verso un maggiore ottimismo. Stasera il numero indice del Financial Times (che tiene conto della quotazione dei 30 titoli azionari delle principali società industriali) mostra un ulteriore aumento, pari a quasi 7 punti, che va ad aggiungersi al rialzo di 17,8 punti di ieri, quando è stato conseguito il guadagno giornaliero più consistente degli ultimi 33 mesi. Diversi motivi sono stati addotti per spiegare il migliorato tono degli affari borsistici. Gli esperti menzionano la offerta dei produttori arabi di petrolio di accrescere in gennaio le forniture di greggio assieme alla prospettiva di una prossima soluzione nella lunga vertenza dei minatori, e dei guidatori dei convogli ferroviari, oltre alla fine dello « sciopero bianco » degli addetti alle riparazioni delle centrali termoelettriche di questo pomeriggio. Qualche commentatore autorevole propende nell'indicare le liberalizzazioni adottate a favore degli investimenti all'estero di cittadini e gruppi imprenditoriali americani, la causa più importante. L'altro ieri, infatti, il Tesoro, il Dipartimento del Commercio e il Federai Reserve Board hanno annunciato di voler abbandonare la linea di rigido controllo sul trasferimento di capitali oltre i confini nazionali, come pure per quanto attiene i limiti imposti alla concessione di credito da parte delle sussidiarie estere degli istituti finanziari, con case madri registrate negli Stati Uniti. Questi provvedimenti permetteranno a circa 1600 società trasnazionali di oltre Atlantico maggiori investimenti diretti e, in ultima analisi, una loro più massiccia presenza sulla scena produttiva mondiale. La cosa non potrà non avere riflessi positivi sul mantenimento di certi livelli di sviluppo nel Regno Unito, dove le società controllate da azionisti residenti in America detengono una posizione di rilievo che è andata intensificandosi in questi ultimi decenni, come provano ' seguenti dati in milioni di dollari: 1950, 847; 1965, 5123; 1970, 8015. La presenza degli imprenditori statunitensi in Gran Bretagna è molto più consistente di quanto non dicano gli importi ora menzionati (non calcolati a prezzi di mercato, ma a valori costanti) che, in ogni caso, non includono i consistenti investimenti effettuati dalle società americane nel settore dei servizi finanziari, dove la loro presenza è andata assumendo di recente dimensioni tali da metterli in grado di competere alla pari con le più vecchie e potenti istituzioni creditizie della City. &* se-

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