Un paese per non "disturbare,, un radar dovrà rinunciare agli elettrodomestici di Remo Lugli

Un paese per non "disturbare,, un radar dovrà rinunciare agli elettrodomestici Montemarcello, nel golfo della Spezia, in guerra con l'aviazione Un paese per non "disturbare,, un radar dovrà rinunciare agli elettrodomestici Qualsiasi motorino elettrico impedirebbe regolari ricezioni alle apparecchiature - Proibito anche sopraelevare case, installare linee aeree per l'energia - Inutili sinora le proteste contro l'autorità militare, decisa a costruire il radar (Dal nostro inviato speciale) La Spezia, 28 dicembre. «Vogliamo continuare a vivere nel nostro secolo, non tornare improvvisamente indietro di centinaia di anni, vogliamo raderci con il rasoio elettrico, fare il bucato con la lavatrice, vedere la televisione, usare il frigorifero». Sembra impossibile, eppure c'è chi minaccia di impedire queste cose che da tanto tempo sono entrate nella consuetudine della vita moderna. Siamo a Montemarcello, una borgata di Ameglia, sulla propaggine orientale del Golfo dei Poeti. Un luogo di sogno. Di quassù, 280 metri, si spazia sul mare, si vedono la Gorgona e la Capraia, si individuano i vari centri della Versilia. Alla bellezza paesaggistica non si unisce la tranquillità. I 400 abitanti del paese sono turbati: l'autorità militare minaccia di avvilirli, frustrarli; il sindaco rincara la dose: «Diciamo pure "schiavizzarli"». Tutto per un radar che do¬ vrebbe sorgere proprio di fianco all'abitato sul terreno del vecchio forte militare, un'area di 28 mila metri quadrati. Dove adesso sono ruderi e rovi, si dovrebbero innalzare tre tralicci di ferro alti 25 metri. «Una bruttura — dice Luciano Cervia della Pro Loco — che nessuno vuole perché deturpa il paese finora rispettato nella sua estetica, tanto che non si sono quasi fatte costruzioni nuove e qualcuno del luogo che aveva bisogno di casa è dovuto andare ad abitare altrove. Ma almeno fosse solo questione dei tralicci: ci vogliono imporre condizioni da età della pietra». L'ordinanza del comando della seconda regione aerea è giunta al sindaco professor Ennio Silvestri alla fine del luglio scorso, perché fosse esposta all'albo pretorio del Comune. Sono cinque fitte cartelle di imposizioni, servitù militari nelle zone perimetrali al costruendo impianto. Tutta, l'area è divisa in fasce: nei primi venti metri di raggio non si possono nemmeno fare colture a basso fusto. Il raggio via via si allarga fino a raggiungere il mezzo chilometro comprendendo quindi anche tutto l'abitato: non si possono sopraelevare fabbricati, non si possono installare linee elettriche aeree, non si possono far funzionare «macchinari e apparecchi elettrici capaci di provocare disturbi elettromagnetici». Chi se ne intende dice: «Anche il più piccolo motorino che funziona con le spazzole può provocare disturbi elettromagnetici, quindi anche il rasoio, anche il frigorifero». Già nel 1970 le autorità militari avevano manifestato l'intenzione di realizzare questo radar il quale deve servire soprattutto per l'eliporto che ha sede nel vicino campo militare di Luni, in vai di Magra. «Sin da allora abbiamo cercato di opporci — dice il sindaco — e abbiamo offerto in cambio del terreno dell'ex forte un nostro appezzamento demaniale non molto distante, che non disturberebbe l'abitato. Il ministro Taviani ci ha risposto negativamente perché da quella posizione il radar avrebbe una zona d'ombra sotto la costa che non riuscirebbe a scrutare. In queste ultime settimane abbiamo ripetuto l'offerta che ci è stata nuovamente respinta». In paese sono tutti allarmati. Hanno raccolto una somma, 200 mila lire, e hanno pubblicato un appello che occupa una pagina di settimanale: «Mandateci una firma per Montemarcello presto, per favore », si implora. Il Comune ha inviato telegrammi a tutte le autorità, dal presidente della Repubblica al prefetto. Pochi giorni fa, il presidente della Regione ha risposto al sindaco scrivendo che «da parte del ministero della Difesa s'è peraltro fatto presente che ad impianti ultimati non si mancherà di esaminare con ogni possibile larghezza la concessione di deroghe ai vincoli imposti sempre che questi non risultino incompatibili con l'efficienza degli impianti». Questa storia in paese non va giù. Dicono: «Promettono vagamente di esaminare le 1 nostre richieste, però prima ' vogliono costruire i tralicci. Noi pretendiamo garanzie prima ancora che si avviino i lavori». Il sindaco ha scritto una lettera personale riservata al prefetto: gli ha fatto conoscere le voci raccolte in paese, voci che accennano ad eventuali reazioni violente contro gl'impianti, qualcosa che ricorderebbe quanto accadeva anni fa nell'Alto Adige. «Ma perché — chiede il sindaco — si vuole a tutti i costi arrivare a queste situazioni di tensione? Perché l'autorità militare si ostina nel suo silenzio? E' mancato il contatto umano, la spiegazione. Basterebbe forse che un alto ufficiale o un progettista venisse qui a parlarne, a dire che cosa s'intende per apparati elettrici capaci di provocare disturbi elettromagnetici». ■ Che adesso l'autorità militare sia decisa a fare sul serio non v'è dubbio. Giorni fa c'è stata l'asta per l'assegnazione dell'appalto dei lavori, che però è andata deserta. Si dice che per costruire questo radar siano disponibili cinquecento milioni. «L'unica mia speranza — commenta il sindaco — è che la cifra, a causa degli ultimi aumenti di prezzi, non sia più sufficiente e che il ministero non possa aumentarla». Luciano Cervia è più pessimista: «Temo proprio che prima o poi si presenterà qualcuno per incominciare la costruzione. E' bene si sappia che in quel momento gli abitanti cercheranno >Zi manifestare la loro opposizione. Siamo tutti proprio decisi a non ripiombare nel Medio Evo». Remo Lugli

Persone citate: Luciano Cervia, Magra, Taviani

Luoghi citati: Ameglia, La Spezia