"Siamo vincolati da troppe leggi superate dalle nuove necessità,,

"Siamo vincolati da troppe leggi superate dalle nuove necessità,, "Siamo vincolati da troppe leggi superate dalle nuove necessità,, Così dice Elio Borgogno, presidente della Provincia di Torino - "Non è più pensabile un'azione che non sia a livello almeno di area metropolitana" - Trasporti: "Siamo i più arretrati e paghiamo il costo sociale maggiore" - Esigenze dell'uomo e della natura Il presidente della Provincia, Borgogno, Interviene oggi nel dibattito che « La Stampa » ha aperto su un Piano per Torino che ha visto alternarsi le opinioni e le speranze di uomini politici, operatori economici, sociali, urbanisti. L'amministrazione provinciale è l'unica fra 1 grandi Enti locali pubblici che non ha patito crisi nel corso del 1973 e che anzi ha potuto lavorare con serenità nella linea del centro - sinistra senza subire gli scossoni del Comune e della Regione. Nonostante ciò 11 presidente Borgogno non ha difficoltà ad ammettere che gli amministratori devono riconquistarsi la fiducia del cittadini deteriorata dopo aver assistito al patteggiamenti che hanno portato alla paralisi di molti settori della pubblica amministrazione. « La fiducia — dice — assume una. importanza vitale nel peggiore periodo festivo che si sia attraversato dal 1945: la gente non è affatto serena e tranquilla. Le misure restrittive sono una sirena di allarme continua, ma l'ente pubblico dovrebbe dare l'esempio per il singolo cittadino. Per noi a Torino inoltre la preoccupazione è doppia: petrolio vuol dire automobile e vuol dire anche dover affrontare un discorso generale di programmazione per la riconversione produttiva. Il problema della fiducia è oggi un problema di credibilità e questa non è più pensabile se non in una azione a livello di area metropolitana. Deve essere un concerto a più voci modulato in modo razionale ed equilibrato secondo le esigenze del momento sia pure in una visione programmatica generale ». Area metropolitana: è un discorso che proprio la Provincia di Torino ha iniziato invitando tutte le componenti politiche ed economiche a partecipare attivamente. « Il problema principale è quello di creare una nuova autorità a livello di area metropolitana superando problemi di carattere politico-partitico. La formula di centro-sinistra potrebbe essere anche in questo caso una soluzione. Sarebbe in pratica una super autorità sotto la tutela regionale, ma non direttamente dipendente dall'ente ». Annualmente vengono spesi centinaia di miliardi nella provincia di Torino da parte di enti pubblici e privati e da parte delle industrie. Non vi è però nessun coordinamento in questi investimenti: « Se al momento dei bilanci di previsione ci si potesse guardare tutti insieme negli occhi si eviterebbero probabilmente molti errori e soprattutto molti sprechi pagati da tutti. Facciamo un esempio. E' assurdo che rimanga nell'ambito aziendale o cittadino un problema dell'Atm con un deficit (45 miliardi) che supera da solo quello già grave dell'intera amministrazione provinciale (36 miliardi). D'altra parte gli enti locali sono legati a leggi ormai vecchie e superate: è inutile avere degli indirizzi programmatrici con certe direttrici se poi l'ente non è in grado di seguirli. In passato abbiamo letteralmente dovuto "inventare" (potevamo farlo per il solo fatto che non erano proibite) le società che hanno fatto le tangenziali o le autostrade ma oggi è necessario che per attuare certi programmi l'ente locale sia libero da pastoie che risalgono addirittura al 1934, al 1929 quando non addirittura al secolo scorso. E' indispensabile creare degli strumenti per agire senza dover attendere sempre le grazie della burocrazia centrale ». Dei punti indicati dall'inchiesta della Stampa, Borgogno mette al primo posto il problema dei trasporti: « Siamo i più arretrati e paghiamo il costo sociale maggiore. Arriviamo con decenni di ritardo alle metropolitane anche per i limiti della classe dirigente torinese: non potevano forse essere impiegati meglio i miliardi sperperati per "Italia '61"? Ma allora non furono soltanto i politici a volere i palazzi inutili ». Assistenza: « E' un discorso che vede la provincia di Torino all'avanguardia rispetto ad altre città pur nella lentezza con la quale si è costretti a procedere. Noi continuiamo nella linea del massimo decentramento delle strutture assistenziali con gestione partecipata (comunità - famiglie). L'obiettivo è sempre la rottura del vecchio schema segrega¬ tolo. Villa Azzurra era ieri tema per inchieste scandalistiche, il Mainerò — che ospita gli stessi bambini — è di esempio per molte altre città ». Scuola: « L'ente locale era strutturato per una società contadina ed oggi deve rispondere allo sviluppo sempre crescente ed in continua mutazione di una metropoli moderna. Siamo riusciti a dare delle sedi per gli studenti, ma la capacità costruttiva è ben al di sotto del bisogno. Per quanto riguarda i compiti della Provincia (licei scientifici ed istituti tecnici) la crescita è di circa 3 mila alunni all'anno. Riusciamo a costruire nello stesso tempo aule per circa mille studenti, i rimanenti duemila non vengono sistemati come si dovrebbe. Con tutto ciò Torino ha doppi turni inferiori a quanto accade a Milano o a Roma ». Casa: « Deve ancora essere trovato l'equilibrio fra la salvaguardia del territorio urbano e la necessità di far case, in altre parole fra urbanistica ed edilizia privata. Torino è riuscita ad arrestare un certo tipo di insediamenti, ma ha riversato i suoi problemi su altri comuni, quelli della cintura, dando origine a ten. sioni sociali che prima non esistevano ». Decentramento: « Sul principio di decentrare siamo d'accordo e così pure concordiamo sul fatto che debba essere ricercata una partecipazione democratica. Il problema sta nel contrasto fra l partiti che ora si trovano di fronte a situazioni che non hanno mai voluto affrontare prima ». Ecologia: « E' un discorso che nasce a livello di comprensorio in cui l'ente pubblico svolge soltanto un compito promozionale. Importante è trovare un giusto equilibrio tra uomo e ambiente senza mettere la natura sotto una campana di vetro. Il punto focale della questione sta in un certo tipo di produzione industriale, quella delle materie plastiche in prima tinca, che deve essere modificata, non diventare lo strumento per modificare la vita dell'uomo ». g. Jj#

Persone citate: Borgogno, Elio Borgogno