Guarire con esotismo

Guarire con esotismo Guarire con esotismo C'è da chiedersi se sia nato prima il vino o i suoi sofisticatori leggendo il Pen ts'ao p'in hui ching yao, l'« Antico codice cinese di farmacologia », del XVI secolo, pubblicato con le sue miniature da Garzanti in un prezioso volumetto (142 pagine, 5500 lire) di lettura piacevole non soltanto per chi conosca la medicina o per i dotti curiosi. « Devi sapere che il vino disperde la malinconia, annulla le passioni, suscita letizia e allegria, dà potenza alle droghe (...), libera dal catarro e dalle indigestioni, fa scorrere il sangue nelle vene. Così è scritto nelle "Memorie dei medici famosi" ». I quali, per ottenere il «molto gradevole» toccasana, informano che « puoi ancht far fermentare il latte di vacca, l'osso di tigre, la bile di un immortale, l'araHa, la soia, le lappole, le bacche e altre cose». E suggeriscono di utilizzare, quali rimedi per vari malanni, l'acqua del « fiume che scaturisce dal cielo» o la « sabbia del fondo di un pozzo », o la « polvere di ferro », che « innanzitutto dà pace alla mente, irrobustisce le ossa e il midollo, giova nelle cento malattie». Persino l*«acqua calda», se usata con accortezza, « fa bene a chi è morto di morte violenta», come « Tao l'eremita » definisce, con prudente ottimismo, svenimenti e deliqui, a. a.