Gli inconsapevoli clowns dell'amore

Gli inconsapevoli clowns dell'amore Gli inconsapevoli clowns dell'amore Kingsley Amis: «Illibata ventenne cercasi», Ed. Rusconi, pag. 336, lire 3800. Che festino di voluto squallore! In questo perfido e malizioso romanzo del londinese Kingsley Amis i personaggi centrali sono la perfetta caricatura dell'amore extraconiuga'e, tra precipitosi appuntamenti in gargonnière e castelli di alibi improvvisati. Lui, un maturo e danaroso professionista della musica sinfonica, che ricorda la faccia della soddisfazione stampata sulle scatole dei callifughi; lei, appena diciassettenne, fa rimpiangere a ogni istante Lolita e il Medioevo degli Anni Cinquanta. T»:z emblematici protagonisti del nostro tempo, a ben considerare, molto meno innocenti dunque, e più pretenziosi, di quanto appaia a prima vista. Dietro i loro gesti goffi, sotto la piramide dei sentimenti quasi a portata di fotoromanzo, Amis lascia infatti indovinare una regìa estremamente ironica, consapevole e intellettuale. Luci, chiaroscuri e ombre sono studiati a evidenziare il simulato tormento, il tragicomico velleitarismo dei due amanti. E come potrebbe essere diversamente? Poveri adulteri! Insieme ai grandi libertini, intransigenti cultori di in gombranti vizi integrali, essi conoscono oggi la sorte esitante dei sopravvissuti. Le loro tresche sono scadute a pretesti di cattiva letteratur. , le loro ambagi paiono illustrazioni del buon tempo antico. Le attuali traversie del matrimonio sollecitano infatti diverse, più assolute licenze. Non ha retto simili affronti il prolifico romanzo a sfondo extraconiugale. Il quale, dal meno al più, si nutriva di una dilacerazione, rinviava a un sempre identico e angoscioso dilemma: quale delle due scegliere? Lei, l'amante rapinosa o l'altra, la madre dei propri figli? Interrogativi che, attuali ancora nella realtà di ogni giorno, riescono sulla carta ingenui e nella teoria superati. Si sono così detti i rischi che Amis ha deliberatamente sfidato in questo libro antici- patore dell'era « post-adulte-ra »; dove, sotto un intreccio scorrevole e intessuto di esi-laranti gags, serpeggiano imbarazzo e malessere. Come parlare ancora di certi sentimenti che avevano radici nella discrezione stessa? Amis prende cosi distanza dagli avvenimenti, che costituiscono la vicenda del romanzo. Quando può, come stesse raccontando Cappuccetto rosso a una platea di adulti, fa sentire la propria incredula irritazione. Ma altro che Cappuccetto rosso\ Viziosa, sensuale e imprevedibile, Silvya sembra la reclame stessa della marijuana e dello hippie: volto pallido senza labbra, capelli lunghi fino alla vita e blue-jeans. La sua femminilità ha le unghie mangiucchiate, fa stupidi capricci puerili. Eppure sir Roy Vandervene, che guadagna a palate dirigendo coni- i merciali esecuzioni discografi che di Rachmaninov e del Mahler, crede di trovare nel la ragazza una medicina a certe sue svogliatezze senili 1 La procacità come tale, pia ! gnucola, non lo interessa più 1 E abbagliato dall'aggressività della ninfetta, sposando per sino i suoi eversivi deliri, lascia la patriarcale famiglia. I soldi sistemerebbero magari ogni cosa, se sir Roy non buttasse completamente via la testa. Fino a decidere la sua partecipazione, con effetti naturalmente disastrosi, a un festival di musica pop. Scrittore assai scaltro, ormai approdato alla cinquantina e al successo, Amis non sembra in alcun modo partecipare agli avvenimenti narrati e alla loro dinamica. Naturalmente freddo come altri sono brillanti o concitati, egli lascia inciampare i suoi personaggi del Kitsch o nel luogo comune. E sottolinea con un lieve, raggelante sorriso i loro ruzzoloni di inconsapevoli clowns dell'amore. Antonio Debenedetti