Con fiducia di Giovanni Arpino

Con fiducia Con fiducia Molti impegni, dai mondiali di calcio agli europei di atletica - Annata che conterà Nel 1974 pioverà manna sportiva? Prima ancora d'un bilancio riguardante le avventure dell'anno ormai trascorso, interessati e appassionati si dilettano tra ogni sorta di pronostici. Riva o chi per lui (o chi con luì) sarà in grado di segnare a Monaco i gol che falli per tante umanissime e climatiche ragioni in Messico? Gli « europei » di atletica, preventivati per settembre a Roma, scopriranno un nuovo Berruti, un nuovissimo Arese, o sarà ancora il « vecchio » amico Arese a tenere in piedi le speranze italiane? E nello sci, nell'automobilismo, al Giro d'Italia ciclistico, quali risposte daranno le diverse discipline sportive? L'austerità rende l'anno cruciale, anche agli effetti dello sport. Lo spettacolo resiste, ma reggendo l'anima coi denti, i protagonisti programmano i loro Impegni sentendo accresciuto Il peso di una responsabilità che non è solo consolatoria, ma spronata dai fatti. Il '74 può essere un autentico giro di boa per i nostri sport maggiori: riapparirà Merckx (ha detto: « Riderebbero in troppi se mi ritirassi oggi ») carico di rabbiose e lodevoli intenzioni dopo il « furto * del Giro di Lombardia, e la sua partecipazione al Tour suona ormai classica sfida. Ma per Felice Gimondi, carico di chilometri oltreché di anni, la stagione invita ad una onestissima difesa del suo titolo, ad un « imprimatur » verso coloro che dovranno ereditare la sella, dai Baronchelli ai Moser. La Fidai sta elaborando un grandioso panorama per i campionati di atletica settembrini: il richiamo che offrono scattisti e lanciatori è secondo soltanto al football (al grande football, osiamo dire). Ma l'impegno organizzativo deve poter trovare conforto e non solo consolazione in qualche nome nuovo, o l'atletica italiana vivrà tra ricordi, anche recenti, e speranze, anche troppo lontane. In questa cornice, lo sport paga il prezzo delle sue improvvisazioni, delle sue mancanze strutturali, che gli enti, dal Coni alla Fidai stessa, hanno sempre denunciato. Non bastano le medaglie, se non si comincia a « progettarle » negli asili. Tutti dicono, infine: Monaco, cioè Nazionale Azzurra protagonista ai ' mondiali » pallonari. E' la carta più popolare e più ardua. Organizzare, studiare ogni tipo di raccordo, selezionare uomini e schemi non basta: sul campo necessiteranno i gol, e qui è il difficile. Il Club Italia, che ha le sue furbizie diplomatiche, getta acqua sul fuoco, chiedendo fiducia ma non fanatismo, suggerendo caute speranze ma badando a non rinfocolare quell'animosità che dopo Italia-Brasile sconvolse il Paese, neppur festosamente. Il « rendez-vous » di Monaco è anch'esso pietra di paragone per la vivacità del nostro sport. Lo si onora con qualche messicano rimasto (e magnifico) e con i nuovi, dai Capello ai Causio, che potranno rinsanguare una Nazionale degnissima. Zio Ferruccio tace e sogna, e noi tutti con lui, ma un campionato di football è anche un terno al lotto, cumulo di casualità favorevoli o meno, lavagna che sull'erba deve trovare riscontro. E' assai più facile criticare che non giocare, sbatter via un buon pallone che non infilarlo nel « sette ». Quindi, già da oggi, dobbiamo avvertire gli sportivi — seduti o in piedi — che un clima nevrotico può soltanto recar danno al Club Azzurro. L'attesa è legittima proprio se è anche cauta e magari lieta (basti pensare ai buoni inglesi, che vedranno le dìsfide mondiali solo sul video). Tutto l'ecosistema del nostro sport si appresta ad un '74 difficile anche se stimolante. Dicono gli scienziati: l'ecosistema è l'insieme degli organismi viventi, del loro ambiente non vivente e delle relazioni che tra essi intercorrono. Lo si può applicare, questo termine, ad una grande comunità vegetale ma anche ad un ' mondo * qual è quello sportivo, che vive di scambi, vittorie che annullano sconfitte subite in altri settori, che si nutre di partecipazioni a minimo e grande livello. Ebbene: l'ecosistema del nostro sport è delicato, rifrange e rispecchia ogni disavventura o fortuna nazionali. Può contribuire molto alla pace come alla discordia. Per uno scudetto — si sa — è facile delirare. Nulla come lo spettacolo sportivo è però in grado di offrire linguaggi comuni, piattaforma di discorsi, di comunicativa, di speranza. Il '74, per sé e per gli ostacoli che presenta, non è un anno da affrontare col sorriso. Ma andrà accettato, durante e dopo, con sorridente obbedienza alla logica, alla natura bizzarra che deriva dallo sport. Il consuntivo del '73 è solo un trampolino per ciò che ci attende. Nell'anno venturo, la « nostra nobilitate » avrà ben altre occasioni per esprimersi. Tra Monaco c Roma, si vedrà. Chi ha più filo, in sport, non solo fa più tela, ma riempie gli albi d'oro. Non sono mai gremiti quanto basta. Giovanni Arpino

Persone citate: Baronchelli, Berruti, Causio, Felice Gimondi, Merckx, Moser