Tante sere di fatica di Felice Froio

Tante sere di fatica PRESSIONE DEI LAVORATORI STUDENTI Tante sere di fatica Le scuole serali sono un ripiego, per ora indispensabile - A Milano le frequentano in centomila - Sono gli allievi più esigenti, perché tra impiego e scuola molti superano le 14 ore di lavoro - Ma la qualità dell'insegnamento è spesso mediocre e i vantaggi professionali non si rivelano sempre adeguati al duro impegno (Dal nostro inviato specialei Milano, dicembre. Tra le 22 e le 23 in numerosi quartieri di Milano la quiete è rotta dal rumore : di centinaia di motorini. ì Partono iutti nel gìro di ! f/ua;cfte minuto. Sono ì lavoratori studenti che escono da scuola e tornano a casa dopo una giornata di quattordici-diciotto ore di lavoro. Non perdono tempo: all'indomani dovranno alzarsi presto per ricominciare. E' difficile fermare qualcuno per parlare della i loro scuola, delle loro difficoltà. Al cronista non rimane che cogliere frasi e battute: «E' una vita disumana», «Non mi chieda perché voglio studiare, ma perché non ho potuto studiare quand'ero più giovane». «Questo tipo di scuola è superato », «Siamo studenti di serie B e ci mandano professori della stessa categoria ». Un operaio della Marelli è più loquace: « Domandi ai sindacati perché non si sono accorti prima che esistevano i lavoratori studenti. Ora che lo sanno non si accorgono che i turnisti non possono studiare perché l'orario di lavoro li esclude dalla scuola serale ». Stato e Comune A Milano i lavoratori stu- i denti sono circa 100 mila: 23 mila vanno ai corsi serali delle scuole civiche comunali, poco più di 10 mila ai corsi statali, 8 mila alle scuole medie pubbliche, tutti gli altri alle scuole private. E' una delle città italiane più fortunate. Il Comune, con una sessantina di scuole civiche serali (più dei doppio di quelle statali), argina in qualche modo la speculazione privata. Tuttavia anche a Milano la situazione è grave. « Le scuole statali e comunali, si legge nel notiziario della Camera del lavoro, sono grandemente insufficienti per dare una risposta valida all'esigenza di cultura e di qualificazione: insufficienti in tutti i sensi. Sono centri di sopravvivenza per insegnanti in attesa di una sistemazione più dignitosa nelle scuole diurne 0 altrove; oppure sono luogo di un secondo lavoro ». Il prof. Romeo Nigro, preside dell'istituto tecnico industriale « Feltrinelli », parla dei corsi serali e dei suoi studenti. In questa scuola si diventa perito metalmeccanico, elettrotecnico, elettronico. Più di mille lavoratori studenti frequentano dalle 18,30 alle 22,30 le 39 classi. «Quelli del primo anno non conoscono la scuola, e incontrano difficoltà ad inserirsi. Circa il ,'i0 per cento abbandonano dopo qualche mese di scuola. Tanti ritornano a distanza di anni. Superati i primi due anni quasi tutti arrivano alla maturità. Gli allievi del biennio sono abbastanza giovani, quelli del triennio hanno più di vent'anni. Nei primi mesi di scuola la frequenza è regolare, poi la fatica si fa sentire e aumentano le assenze. Non c'è differenza di preparazione tra quelli che vengono ai corsi serali e | gli altri dei corsi diurni. I risultati della maturità si equivalgono, la percentuale dei promossi è la medesima. 1 periti che escono dai corsi serali sono più richiesti di quelli dei diurni e si sistemano tutti entro qualche mese o nella loro azienda o in altre ». E i professori? E' vero che insegnano i più giovani alle prime esperienze o quelli di ruolo che al mattino hanno un secondo lavoro? Mi mostra un biglietto che gli ha lasciato ieri sera il vicepreside. Gli allievi di una classe lo pregano di allontanare un professore « perché non sa insegnare e non è prepararato ». « Me l'aspettavo, dice, questi giovani sanno giudicare e diffìcilmente si sbagliano. Su 108 professori dei corsi serali, solo uno è di ruolo. Alcuni insegnano per la prima volta, fanno la loro prima esperienza sulla pelle dei lavoratori studenti. Non è un fenomeno limitato al mio istituto, è abbastanza normale in tutti i corsi serali ». Il provveditore agli studi, Vincenzo Tortoreto, che ritiene « soddisfacenti » i corsi serali di Milano, quando affronta il problema generale dice: « Le scuole dei lavoratori non devono essere considerate di seconda categoria. Dobbiamo rinnovarle, i programmi ignorano la realtà umana, l'esperienza, la maturità dei lavoratori studenti. Nella sostanza i problemi di questi corsi non sono poi diversi da quelli della scuola diurna. E' tutta la scuola italiana che va riformata e nel rinnovamento globale si dovranno trovare particolari soluzioni per i corsi dei lavoratori studenti ». Il comune di Milano spende più di cinque miliardi l'anno per le civiche scuole serali. E' difficile un confronto con quelle statali. Alcuni studenti affermano che nei corsi comunali «c'è uno sforzo di rinnovamento, una maggiore apertura per l'agibilità politica all'interno delle scuole». L'assessore all'istruzione. Luigi Bellini, più che del funzionamento delle scuole comunali preferisce parlare di quello che si sta facendo per superare i normali metodi d'insegnamento. Metodi nuovi « Stiamo studiando — dice — modi didattici diversi dai tradizionali. Partiamo dalla premessa che la scuola si può rivalutare solo attraverso l'impegno e la partecipazione dello studente. Stiamo preparando un insegnamento individuale con le video cassette; non si tratta del metodo usato per imparare le lingue, ma di un vero e proprio insegnamento individuale seguito da vicino, giorno per giorno dagli insegnanti. Quest'anno faremo le prime esperienze realizzando un centinaio di corsi singoli con le video cassette; se, come speriamo, i risultati saranno positivi entro qualche anno lo estenderemo ad alcune migliaia di lavoratori studenti. Siamo ancora indietro con l'organizzazione dei corsi per corrispondenza, ma anche questa sperimentazione sarà avviata abbastanza presto ». I sindacati confederali criticano le scuole per lavoratori studenti, statali e comunali. Ritengono che la scarsa preparazione degli insegnanti e i contenuti culturali dei programmi siano la causa principale della defi¬ cienza di queste scuole. I tre sindacati provinciali della Cgil, Cisl e UH di Milano stanno preparando un documento unitario sul problema dei lavoratori studenti. Anche qui i dirigenti riconoscono di giungere in ritardo, « di essere stati insensibili per un lungo periodo ai problemi culturali dei lavoratori ». Ora vogliono « recuperare » definendo una linea unitaria in fabbrica dove i lavoratori studenti sono «disseminati, senza la possibilità di aggregarsi ». Solo il 15 per cento dei lavoratori studenti hanno un legame coi sindacati. All'università il fenomeno dei lavoratori studenti è rilevante. L'indagine su « gli studenti dell'Università statale di Milano » fatta dal prof. Guido Martinotti, direttore dell'istituto di sociologia di Scienze politiche, ha accertato che il 29.2 per cento degli studenti lavorano. Il 19,7 per cento lavora da un anno, ma ci sono studenti che hanno sulle spalle molti anni di lavoro (anche sette, dieci anni) e il 2,4 per cen- I to lavorano da vent'anni. La j massa dei lavoratori studenti frequenta legge e scienze politiche; seguono lettere e le facoltà scientifiche, in coda medicina. Il prof. Martinotti ritiene che il problema dei lavoratori studenti debba essere affrontato prima dell'università: «Bisogna evitare che alla fine della scuola superiore i giovani si trovino nella situazione di dover scegliere tra il proseguimento degli I studi e il lavoro. Per elimi- nare o almeno limitare il fe- I nomeno si dovrebbero con- cedere borse di studio du- | rante la frequenza delle scuo- . le secondarie, confermando- ! le ai meritevoli per tutto il I Conseguito il diploma o la ! laurea, quanti lavoratori stu- I denti riescono a trovare un I corso universitario. Ovviamente parlo di borse di studio che consentano di studiare senza che i giovani abbiano ad affrontare altre difficoltà ». Prossima crisi? posto adeguato al titolo? Non esistono dati certi, solo qualche indicazione. Alla Pirelli dicono che tutti i lavoratori studenti, diplomati e laureati, vengono sistemati entro poco tempo: questo è possibile perché l'azienda ha bloccato le assunzioni ed attua la « politica delle promozioni sul lavoro ». Nel futu- ro sarà più difficile: « A medio termine avremo difficoltà a sistemarli tutti », dice un dirigente dell'ufficio del personale. A Milano c'è un clima di tensione tra i lavoratori studenti. Da un momento all'altro i presidi e il personale non docente degli istituti tecnici potrebbero proclamare uno sciopero. Con lo stato giuridico i capi d'istituto hanno perso l'assegno speciale che percepivano per il lavoro dei corsi serali (da 400 mila a 1 milione l'anno); il personale non docente che presta servizio anche la sera viene pagato con un'indennità di lavoro straordinario di 320 lire l'ora. I presidi volevano bloccare l'inizio dei corsi serali, ma si sono resi conto dell'impopolarità dello sciopero. Ora attendono una risposta dal ministero. La vertenza va avanti ormai da due mesi. Un eventuale sciopero potrebbe diventare la «miccia» per l'esplosione della contestazione nelle scuole e nell'Università milanesi. Felice Froio

Persone citate: Guido Martinotti, Luigi Bellini, Marelli, Martinotti, Romeo Nigro, Vincenzo Tortoreto

Luoghi citati: Milano