La crisi dell'energia

La crisi dell'energia Dibattito al Ceep di Torino La crisi dell'energia La situazione e le prospettive in Italia (g. r.) Sul tema «crisi energetica, situazione e prospettive nel nostro Paese» si è svolto mercoledì sera al Ceep di Torino (Centro studi di politica economica) un ampio dibattito tra esperti, tecnici ed economisti, moderato dall'onorevole Giorgio La Malfa, che è membro del comitato tecnicoscientifico del Centro. Secondo il professor Felice Ippolito il nostro Paese sconta ora gli errori di programmazione per l'energia fatti da dieci anni a questa parte: il ritardo e le remore per la costruzione di nuove centrali elettriche; gli ostacoli per le centrali elettronucleari che hanno costretto tutto un settore d'attività a segnare il passo per un de¬ 1 cernilo; l'insufficienza della «poli- tica del petrolio» in questi anni, che ci porta oggi a risentire assai più di altri Paesi della strozzatura negli approvvigionamenti. Per l'energia elettrica le carenze della programmazione a lungo termine di questi anni in Italia fanno si che «anche i progetti d'Industrializzazione del Mezzogiorno di cui tanto si parlava prima della crisi fossero soltanto sulla carta: per far funzionare gl'Impianti previsti, in realtà l'energia elettrica non c'era». Questa osservazione di Ippolito si collega con un'altra dell'ingegnere Oscar Montabone, direttore della ricerca Fiat, secondo il quale non bisogna tanto ragionare in termini di crisi petrolifera quanto in chiave di crisi globale energetica: «Occorre una pianificazione rigorosa delle fonti d'energia», ha detto Montabone, richiamando anche l'attenzione sul fatto che oggi dev'essere primaria la preoccupazione per le conseguenze che si hanno e che si avranno nel settore dei trasporti. Riprendendo il tema delle centrali elettronucleari (Ippolito aveva detto che occorrerebbe progettarne una trentina da mille megawatt in 10 anni) ring. Puri, esperto elettronucleare, ha dichiarato che l'industria italiana specializzata è in grado di avviare la costruzione nella misura di tre all'anno. Quali i tempi dall'inizio dei lavori al funzionamento effettivo? Le valutazioni sono discordi, si va da un minimo di sei anni a 10-12. Il professor Armani, dell'Università di Pisa, e il dottor Savona dell'Ufficio studi della Banca d'Italia hanno poi affrontato gli aspetti più propriamente economici della crisi energetica. Secondo Savona è giunta l'ora, per gli economisti, «che fino alla viglila delta crisi credevano di dominare la situazione» di fare la «lista delle ignoranze». La carenza di dati, per quanto si riferisce all'Italia, è allarmante: non si conosce la distribuzione settoriale dei bisogni d'energia, le informazioni che si hanno risalgono al '65. Ancora Savona ha affermato che l'edilizia sarà tra i settori più colpiti. Sull'andamento del prezzi il discorso è ancor più difficile: se, come pare, i Paesi produttori di petrolio vogliono arrivare ad un aumento del 50 per cento dei prezzi del greggio, ciò comporterà un aumento del tasso d'inflazione mondiale del 2 per cento «e questo aggravio — ha detto Armani — sarà assai più sentito dalla fragile economia italiana».

Persone citate: Armani, Felice Ippolito, Giorgio La Malfa, Ippolito, Montabone, Oscar Montabone, Puri

Luoghi citati: Italia, Savona, Torino