Folle d'amore per la giovane cameriera uccide la moglie e la figlia di due anni di Giuliano Marchesini

Folle d'amore per la giovane cameriera uccide la moglie e la figlia di due anni Strage nella notte nelle campagne di Treviso Folle d'amore per la giovane cameriera uccide la moglie e la figlia di due anni Gravissimo un altro figlio di 5 anni - L'assassino è un infermiere di 29 anni: si era invaghito della domestica diciottenne - Mercoledì sera l'uomo dice: "Andiamo fuori a cena" - La famiglia e la ragazza salgono in macchina; in una piazzuola lungo la strada, la sparatoria (Dal nostro inviato speciale) Treviso, 20 dicembre. Un folle delitto: un uomo ha ucciso a colpi di pistola la moglie e la figlioletta, ferito gravemente l'altro figlio. Si chiama Giuseppe Soligo, ha 29 anni ed è di Casella d'Asolo. Le vittime sono Caterina Muller, trentaduenne, e Monica, di due anni. Il piccolo Walter, cinque anni, è ricoverato con prognosi riservatissima all'ospedale di Pederobba: c'è un filo di speranza di poterlo salvare. Pare che al centro di questa assurda tragedia vi siano sospetti di una tormentosa relazione tra l'omicida e la sua domestica, Alice Tonin, diciottenne. Lui e lei sono stati arrestati e condotti nel carcere di Treviso. Ma in serata la ragazza è stata scarcerata per mancanza d'indizi. Giuseppe Soligo faceva l'infermiere all'ospedale di Castelfranco Veneto. Dicono che sul lavoro s'è sempre mostrato «un tipo irreprensibile», sospinto da una certa ambizione, preoccupato di figurare tra i più volonterosi. Però non appariva un uomo cordiale. «Diligente sì, ma freddo», raccontano. L'infermiere conobbe Caterina Muller, originaria di Silandro in Alto Adige, a Cortina d'Ampezzo, dove lei faceva l'ostetrica. Si sposarono circa sei anni fa e, dopo la nascita di Walter, si trasferirono a Castelfranco Veneto: lei aveva vinto un concorso, si diede molto da fare perché anche il marito fosse assunto in quel nosocomio. Infine, i due coniugi ottennero di lavorare nello stesso posto: lui al reparto radiologia, lei tre piani più sopra. Sembrava una vita senza scosse, fra i turni all'ospedale e le serate in casa. L'ambizione, comunque, spin geva l'infermiere a traguardi piuttosto vistosi: un'auto di grossa cilindrata, una villetta tirata su dopo aver contratto un mutuo, per cui Caterina Muller dovette aumentare sensibilmente le sue ore di lavoro. Giuseppe Soligo continuò senza apparenti inquietudini quella sua vita sistematica. Circa due anni fa, comparve in casa sua Alice Tonin, una ragazzotta tonda, il viso infiammato e i capelli a spiovere sulle spalle. Alice veniva da Loreggia, portava dalla campagna una straripante esube- ranza. E vennero le inquietudini. Pare che qualche tempo dopo siano cominciate le discussioni, i sospetti andavano affollandosi nella mente di Caterina Muller. Con il trascorrere dei mesi, le serate nell'alloggio dei coniugi sono j andate costellandosi di litigi, Ieri sera, Giuseppe Soligo esce alle 19 dall'ospedale di j Castelfranco Veneto. Pare sia stata una giornata come tante altre. Un'ora più tardi l'infermiere è a casa, dice alla moglie e ai figli che stavolta li porterà fuori a cena. Caterina Muller, un poco stanca, infila il cappotto, infagotta i bambini e segue il marito per le scale. Salgono sulla macchina, un'Alfa 2000, e con loro prende posto anche Alice Tonin, in un silenzio opprimente. Giuseppe Soligo si dirige verso Cornuda, poi imbocca la strada che conduce a Mon-1 fumo. Sono le 21,30 quando l'uomo ferma la vettura su uno spiazzo a circa cinquecento metri di distanza da una trattoria. Passa un operaio, si avvicina all'auto, dà un'occhiata dentro e invita il conducente ad abbassare il finestrino: «E' successo qualcosa? — domanda — Avete bisogno di aiu- \ t0?)>- i «Ho una ruota che non va , bene — risponde l'infermiere | —; ma lasci stare, me In cavo i da solo». I due coniugi, i bambini e la ragazza restano in mezzo alla campagna, immersa nel buio. Trascorre un'ora e sopraggiunge una macchina guidata da un giovane, Lorenzo Bolzonello, che ha accanto la moglie. A duecento metri, al margine della strada, l'auto- 1 mobilista scorge una piccola \ figura che si muove lentamente. Blocca la vettura, balza a terra e rimane impietrito: è un bambino che si sta disperatamente trascinando, il capo insanguinato: «Mi hanno sparato — mormora —, ho tanto freddo». L uomo si precipita alla vicina trattoria, afferra il telefono e chiama il «113». Poi torna di cor- i sa sul posto, insieme con i fi- , gu del proprietario del locale. | La scena è allucinante. A ter i ra giacciono altri corpi sanguinanti: quelli di una donna e di una bambina. Tutti raggiunti alla testa da un colpo di pistola. Trascorrono momenti terribili, poi giungono i carabinieri e l'autoambulanza. Walter riesce a fare ancora qualche passo verso i soccorritori, la sorellina si protende verso i fari dell'ambulanza, poi si accascia. Caterina Muller è immobile in mezzo all'erba. Una ! corsa affannosa fino all'ospe! dale di Pederobba. La piccola i Monica è immediatamente av| viata verso quello di Padova, i ma spira durante il percorso. Sua madre ha perduto conoj scenza, non c'è niente da fare neanche per lei: muore poche ' ore dopo- La v"f di Walter è 1 tesata a un filo ! Intanto, Giuseppe Soligo è sparito dalla zona, non c'è più 1 nemmeno la domestica. I ca- ! rabinieri vanno a bussare alla porta di casa dell'infermiere. Qualche minuto d'attesa, poi l'uomo e la ragazza si presentano, entrambi in pigiama. Uno dei militi dice all'infermiere: «Sua moglie e i bambini stanno morendo». E l'uomo risponde precipitoso: «Non siamo stati noi». Ma nell'alloggio si trova la Brow ning 6,35 dalla quale sono partiti i tre colpi. Giuseppe Soligo e Alice Tonin sono arrestati: davanti al pretore di Montebelluna, lui finisce per confessare. Giuliano Marchesini Treviso. Giuseppe Soligo viene portato in questura. A destra, Alice Tonin (Telef.)