De Mita: "Col razionamento arriveranno tempi più duri,, di Gianfranco Franci

De Mita: "Col razionamento arriveranno tempi più duri,, Fiducia al governo, comunisti astenuti De Mita: "Col razionamento arriveranno tempi più duri,, "I disagi saranno maggiori di quelli dell'attuale sistema" (perché sarà minima la quantità di benzina assegnata) - Il pli teme che si vogliano nazionalizzare le compagnie petrolifere private - Risponde il ministro: "Per esse vi è ancora un largo spazio; ma lo Stato ha il diritto-dovere di garantire tutto il fabbisogno del Paese" (Nostro servizio particolare) Roma, 20 dicembre. Con il razionamento della benzina verranno tempi ancora più duri. A togliere ogni illusione a chi le nutriva, è stato il ministro dell'Industria, De Mita, nel corso del suo intervento alla Camera nel dibattito sulle mozioni e sulle interpellanze rivolte al governo da tutti i gruppi politici in merito alla crisi energetica. Il dibattito si è concluso con l'approvazione di un ordine del giorno presentato dai gruppi della maggioranza e accettato dal governo (i comunisti si sono astenuti mentre liberali e missini hanno votato contro). La necessità di razionare la benzina, sostituendo questa misura al divieto di circolazione nei giorni festivi, era stata sostenuta, senza distinzioni, dalla maggioranza e dalle opposizioni di sinistra e di destra; questo è anche l'orientamento del governo. De Mita ha dichiarato anzi che gli studi tecnici sono più avanti di quanto si creda ma ha ammonito subito che «i disagi saranno maggiori di quelli connessi all'attuale sistema». In altre parole, la quantità di benzina assegnata sarà minima, anche se sarà tenuto conto delle esigenze delle varie categorie. Il ministro ha negato che i provvedimenti restrittivi siano stati improvvisati mentre, a suo avviso, dimostra superficialità chi, proponendo un nuovo modello di sviluppo, non si rende conto che questo non può avvenire dall'oggi al domani e senza difficoltà. Ha respinto inoltre le affermazioni dei liberali, secondo cui il governo avrebbe in animo di nazionalizzare il settore dei prodotti petroliferi. «In tutte le branche in cui si articola — egli ha detto — vi è ancora un largo spazio per le compagnie private: ma c'è anche il diritto-dovere dello Stato di garantire il fabbisogno del Paese». Alle sinistre che avevano sollecitato il blocco delle esportazioni dei prodotti del petrolio, ha risposto invece che l'unica vera forza dell'Italia consiste nella enorme capacità di raffinazione, che può essere usata non solo per i consumi interni ma anche per l'esportazione. De Mita ha ripetuto a questo punto quanto disse ieri al Senato, che cioè dovrà essere trasformato il piano di lavorazione delle raffinerie da semplice comunicazione statistica in un vero impegno obbligatorio che assicuri i rifornimenti interni ed eventualmente priorità di scelte tra i vari prodotti. Nell'attuale situazione, il governo ha stabilito la seguente graduatoria: olio combustibile, necessario alle industrie e alle centrali elettriche, gasolio per riscaldamento e infine benzina. Per il gasolio era impossibile introdurre il razionamento proprio nella stagione fredda: con le compagnie petrolifere si è concordato che i rifornimenti siano fino alla fine di marzo, all'80 per cento di quelli dell'anno scorso. Per l'olio combustibile, sarà fornita in dicembre la stessa quantità richiesta nello stesso mese del 1972 mentre per gennaio, febbraio e marzo ne sarà dato il 90 per cento. De Mita ha detto poi che nessuno aveva previsto che la crisi sarebbe esplosa in modo tanto drammatico. « Il fatto — ha detto — è che l'energia, fattore indiscutibile di progresso economico e sociale, dopo essere stata per decenni disponibile in abbondanza e a basso costo, sta diventando scarsa e costosa». A giudizio del governo tale carenza può provocare una recessione Nel campo elettronucleare i programmi sono stati accele rati (due centrali atomiche sono state appaltate dall'Enel, altre due sono sul punto di esserlo), ma occorrerà molto tempo prima che si possa avere un massiccio incremento di energia elettrica così prodotta. Quanto agli approvvigionamenti di petrolio, si avranno in dicembre circa venti milioni di tonnellate in meno rispetto a settembre. Malgrado il governo sia ricorso a tutti i canali diplomatici, solo l'Irak ha assicurato maggiori forniture: al contrario le società multinazionali avranno meno materia prima per gli altri mercati « e non è detto che non si rifacciano sul nostro», ha osservato De Mita aggiungendo: «Chi vende petrolio è sollecitato a farlo affluire dove i prezzi sono più remunerativi». Il ministro dell'Industria ha concluso affermando che dal punto di vista politico l'aspetto più preoccupante della crisi sta nel fatto che le strade da percorrere per passare ad un diverso tipo di società, basata su nuove fonti energetiche, non sono state finora sperimentate né teorizzate da alcuna dottrina politica. «Ciò implica l'esigenza — ha detto — della più larga e solidale partecipazione delle forze del paese per sostenere il ritmo produttivo e per garantire le stesse condizioni di libertà e di progresso. Governo, maggiorqnza, opposizioni, sindacati ed imprenditori sono impegnati tutti insieme per doppiare questo difficile capo onde guardare con fiducia all'avvenire, fugando gli spettri della recessione e della disoccupazione». Nell'ordine del giorno approvato dall'assemblea si chiede: 1) un efficace controllo dell'approvvigionamento, della raffinazione, della costituzione e della conservazione delle scorte, per evitare speculazioni e per garantire la precedenza di fabbisogno interno: 2) organico programma di razionamento, fino a quando persisterà la crisi dell'energia, con precedenza alle produzioni di «rilevanza strategica» (agricoltura e industria), ai consumi civili di pri¬ mario interesse, all'Enel; 3) rafforzamento dei trasporti pubblici, con interventi per il risanamento delle aziende e la limitazione della circolazione privata nei centri urbani; 4) piano nazionale per il petrolio, da attuare rapidamente, nell'ambito della politica comunitaria, per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, disciplinare la raffinazione, indicare definitivamente la funzione delle società petrolifere, curando il rafforzamento dell'Eni; 5) politica europea comune verso i paesi produttori e sviluppo della ricerca e realizzazione di fonti alternative (specialmente nucleari); 6) programmi per contrastare la spinta recessiva che la crisi ha generato e risolvere i problemi, (centrali elettriche e trasporti pubblici) messi in evidenza dalla attuale congiuntura. Gianfranco Franci

Persone citate: De Mita

Luoghi citati: Italia, Roma