Ettore Amerio è già tornato al suo lavoro Interrogati gli sposi delle scritte "spray,, di Ezio Mascarino

Ettore Amerio è già tornato al suo lavoro Interrogati gli sposi delle scritte "spray,, Difficili indagini per individuare i rapitori del dirigente Fiat Ettore Amerio è già tornato al suo lavoro Interrogati gli sposi delle scritte "spray,, Ieri mattina Amerio ha raggiunto il suo posto: "Mi attendono impegni importanti, non è giusto che li trascuri" - Dei "carcerieri" dice: "Non c'era vena d'odio nelle loro parole" - I coniugi fermati: trovati nell'alloggio una pianta di Torino con alcune croci, uno schedario di esponenti della destra e di funzionari della questura - Incerta la posizione politica della coppia: "Pur avendo una presunta matrice di sinistra, non è esattamente collocabile" - Amerio non era l'obbiettivo principale delle Brigate Rosse? • La pista più battuta: braccati i tre autori materiali del sequestro Un appartamento al secondo plano di corso Tassoni 57: per otto giorni, In questa casa, si è vissuto nell'angoscia, col tempo che passava sempre più lento nell'attesa di una buona notizia. Da quarantott'ore vi è tornata la serenità. Le luci sono sempre accese, quasi In segno di gioia, dappertutto fiori Inviati da amici e colleglli. All'alba di martedì Ettore Amerlo ha suonato 11 campanello: « Sono lo, sto bene ». Poi ha vissuto una giornata carica di emozioni, fra le congratulazioni degli amici e dei colleghi, il telefono che squillava ogni momento, I giornalisti che volevano sapere, ascoltare dalla sua voce il racconto della prigionia. Lo stordimento era enorme, il desiderio del silenzio e della quiete più intenso. Nel primo pomeriggio di libertà, poco prima delle 15, il cavalier Amerio ha anche dovuto fare il racconto «ufficiale» della sua avventura a carabinieri e polizia. Ha dovuto ricordare il possibile, tutti quei particolari ai quali, forse, non dava nessuna importanza ed era anche sgradevole ricordare. Cinque ore (fino a notte) per descrivere, nei limiti del possibile, la sua prigione e i carcerieri. Un racconto, il suo, fatto «senza una sola parola di odio verso chi lo teneva sequestratoli. Una giornata stressante. E alla fine, una gran voglia di dormire, a lungo, nel suo letto. Ieri la giornata del cavaliere Amerio è cominciata due ore più tardi del solito, alle 9,30. Si è preparato, poi ha telefonato in ufficio, alla Fiat: «Arrivo». C'era da riprendere il lavoro bruscamente interrotto. Una 130 blu, con autista, è giunta sotto casa. La stessa auto, alle 13,30 riaccompagnava il cavaliere. La pausa per la colazione è stata breve: in ufficio l'appuntamento era per le 15, un quarto d'ora prima il dirigente è uscito di casa. Lo abbiamo incontrato proprio sulla porta. L'avventura che ha vissuto non sembra aver lasciato tracce, anche se non è dimenticata: il volto è riposato, l'espressione distesa, la voce tranquilla, pacata. «Ho ripreso la vita di sempre, sono tornato a' lavoro stamani — ci ha detto — non c'era motivo che rimandassi, visto che non ho dovuto sopportare violenze di sorta. Inoltre mi attendevano impegni notevoli, oggi dovrò seguire le trattative sindacali. E' il mio lavoro non è giusto che lo abbandoni». — Quando ha rivisto sua moglie e i suoi figli, a cosa ha pensato? — A tutto e tutto insieme: ho provato una gioia immensa, incredibile. Ora. per me. se possibile, la vita in famiglia ha ancora più valore. — I suoi carcerieri: com'erano? — Posso solo dire che mi hanno trattato molto bene. E' nel loro stile fare così, ed essi vogliono anche che lo si sappia. — Gli interrogatori erano duri? Cosa le chiedevano? — Non ho mai avvertito una vena dì odio nelle loro parole. Non posso dire in dettaglio cosa mi hanno chiesto. — Che cosa significa esser rimasto otto giorni lontano da tutto e da tutti? — Lo ripeto: è stata una grande esperienza di vita che mi sarà molto utile. — Nel lavoro? — Soprattutto per me. Forse le Indagini sul rapimento del cav, Ettore Amerio sono meno semplici di quanto gli inquirenti pensassero: l'ottimismo dei giorni passati sembra alquanto diminuito, le « piste sicure » alle quali più volte aveva accennato Il questore, dott. Massa grandi', non paiono più, in questo momento almeno, tanto concrete e andando avanti nell'inchiesta sorgono inattesi, ragionevoli dubbi. Ieri progressi non ce ne sono stati. Si è alquanto alleggerita la posizione dei due giovani coniugi Antonio Savino, 24 anni, e Vanna Legoratto, dì 23: gli uo¬ mini della squadra politica li avevano sorpresi alle 23,30 di lunedi, cioè sette ore prima del ritorno a casa del sequestrato, davanti alla Mlrafiorl. Avevano una bomboletta spray di colore e sul muro di cinta avevano tracciato la scritta « Brigate Rosse ». Erano stati portati in questura; la loro casa, in via Paesana 16, era stata perquisita. Il questore aveva detto: « Per noi , sono personaggi nuovi, ma il 1 materiale che abbiamo trovato è molto interessante ». Quello stesso pomeriggio gli inquirenti avevano aggiunto: « Vogliamo vedere se ci sono collegamenti fra i due e alcuni atti di violenza in questi ultimi tempi. Potrebbe provarlo un documento finito nelle nostre mani ». Questo indizio era una pianta della città sulla quale erano state segnate alcune croci e circoli. Nel cassetto di un tavolo era stato scoperto anche uno I « schedario »: nomi, numeri di ! telefono, indirizzi e foto di numerosi esponenti politici della estrema destra torinese, fra i quali, sembra, quello dell'on. Abelli, che abita di fronte alla casa del cav. Amerio; di funzionari e sottufficiali della questura in particolare dell'ufficio politico. Agli inquirenti che chiedevano ai due sposi perché tenessero in casa questo materiale, Antonio e Vanna Savino hanno dato una serie di risposte « evasive », arrivando a dire: « Non è roba nostra. Non sappiamo chi possa averla messa lì ». Erano stati fermati: l'accusa era di « reticenza e falsa testimonianza ». Per tutta la mattina di ieri gli inquirenti hanno tentato di mettere in luce le figure dei due giovani. Antonio Savino ha abitato fino al luglio scorso con i genitori, Vincenzo, 62 anni, e Maria, di 52, e con la sorella Rita, 20 anni, al primo piano di via Zoppis 45 a Borgomanero. A Torino si è trasferito appena sposato. Alcuni lo consideravano genericamente un « estremista ». Si parla di riunioni infuocate, in casa sua, durante l'occupazione del setificio in cui lavorano madre e sorella. Insieme ad altri amici avrebbe tenuto i contatti con gli occupanti, attraverso le finestre della fabbrica. A qualcuno di questi incontri notturni avrebbe partecipato anche Carmen Cerutti e un medico, il dott. Levati. Da ieri, nell'ufficio politico della questura, c'è una pratica con questi e altri nomi: Claudia Bellasta, Angela Bollazzi. I | Erano stati in qualche modo legati alla « comune » di via Ferrante Aporti 3, e interrogati — come si ricorderà — nel corso di indagini fatte dalla polizia sulla « costituzione di bande armate » nei mesi che seguirono alla morte di Feltrinelli. Allora vennero rilasciate quasi subito e anche stavolta la polizia per il momento si è limitata a controllare la loro posizione. Una tra le ipotesi avanzate è che Ettore Amerio non fosse l'obiettivo principale delle « Brigate Rosse », ma che sia stato deciso di ripiegare su di lui dopo che un tentativo di ratto, ad altro personaggio, era sfumato per l'Intervento di « guardie del corpo ». Gli accertamenti continuano. Piangente, Maria Savino ha detto: « Se la prendono con mio figlio perché la nostra è una famiglia di immigrati. Ma io ho la coscienza a posto e anche lui ce l'ha ». Savino è operaio elettricista alla Fiat, la moglie è laureata in lettere, ma non insegna. Sulla posizione politica della coppia, comunque, rimangono concreti dubbi. Secondo gli inquirenti « pur avendo una presunta matrice di sinistra essa non è esattamente collocabile ». Dunque si seguono più piste, segno che nessuna è certa. La più battuta però, rimane la prima, quella del « tre identificati ». Il questore, a mezzogiorno di ieri, ha detto: « Stiamo lavorando per trovare 11 'carcere' dov'era sequestrato il cavalier Amerio e per rintracciare quelle persone che abbiamo Identificato durante le prime ore delle indagini. Sarebbero gli autori materiali dei sequestro: sono state riconosciute da parecchi testimoni. Li stiamo braccando ovunque. Sulla loro posizione, sugli elementi d'accusa raccolti contro di loro, abbiamo inviato un rapporto alla magistratura ». Le indagini sulla carta dei volantini diffusi dalle Brigate Rosse continuano: i carabinieri sono andati in una ditta che fabbrica macchine per riproduzione continuando così a vagliare gli indizi emersi dall'esame dei manifestini. Dei coniugi Savino il questore nel tardo pomeriggio ha detto: n Non si possono arrestare, anche se hanno cose notevoli in casa. Non possiamo certo tenerli in prigione per falsa testimonianza ». Verso le 20 i due coniugi Savino sono stati ascoltati, in questura, dal sostituto procuratore della Repubblica, dott. Silvestro. Servizio di: Vincenzo Tessandori, Ezio Mascarino, Roberto Reale

Luoghi citati: Borgomanero, Massa, Torino