Crollo a Vicoforte? di Remo Lugli

Crollo a Vicoforte? IN PERICOLO IL SANTUARIO FAMOSO Crollo a Vicoforte? Si sono allargate le crepe nella cupola ellittica più grande del mondo (Dal nostro inviato speciale) Moimìovì, 19 dicembre. Il santuario di Vicoforte è in pericolo. Sono più di duecento anni, da quando è stato ultimato, che una crepa serpeggia per la vasta cupola ellittica, la più grande del mondo con questa ferma. Ma negli ultimi tempi le spaccature si sono moltiplicate e si vanno allargando. Il rettore mons. Corrado Moretti e il suo vice, don Enrico Nasi, mostrano un sacchetto di plastica pieno di calcinacci. «Sono caduti alcuni giorni fa, una mattina alle sette e mezzo. Eravamo in canonica, abbiamo sentito una scarica, una gragnuola: erano questi pezzetti che rimbalzavano di cornicione in cornicione fin sul pavimento. E' un avvertimento, non sì può più tardare a correre ai ripari ». Tra i calcinacci si intravede del colore, azzurro, rosso: i colori che affrescano la volta. A guardare in alto si rimane stupefatti per la bellezza della decorazione, i critici l'hanno descritta come un poema pittorico: su oltre seimila metri quadrati di superficie è cromaticamente descritta la vita di Maria, l'attesa della Redenzione, la vita della Vergine Madre e la gloria della Madonna. Continua il vicerettore: « Siamo sinceri: questa situazione è stata tenuta praticamente nascosta per troppo tempo, ora non è più possibile tacere e continuare a far correre perìcoli alle persone ». Il santuario è monumento nazionale. L'asse maggiore della volta è di 38 metri, appena cinque in meno del diametro della Basilica di S. Pietro in Vaticano, e la lanterna, cioè il cupolino che sovrasta la cupola, si innalza fino a 76 metri. Tutta la costruzione poggia su otto pilastri; i quattro del lato Est hanno una base solida, di tufo compatto, mentre quelli del lato Ovest sono posati | su un'argilla plastica, impre¬ gnata di acqua fino profondità di venti metri. Tutta questa parte ha avuto un cedimento di oltn- 40 centimetri che s'è iniziato sin dalla prima fase della costruzione, è continuato nel tempo, accentuandosi poi negli ultimi anni. La costruzione, incominciata nel 1596 per volere del duca Carlo Emanuele I su progetto del Vittozzi, architetto orvietano, si arenò quando giunse a 12 metri di altezza, nel 1615, con la morte del progettista. Più di un secolo di abbandono, con guerre, carestie, pestilenze. Nel 1729 i lavori riprendono sotto la direzione dell'architetto monregalese Francesco Gallo, il quale deve però riprogettare tutta la struttura superiore perché i disegni originali sono andati perduti. Rimettendo mano all'opera ci si accorge che alcune colonne hanno già subito un cedimento, ma si continua ugualmente. Nel 1748 quando anche i pittori — Bortoloni di Rovigo, Galli Bibbiena di Bologna e Biella di Milano — hanno ultimato l'affresco vengono tolte le impalcature e gli ultimi puntelli alla cupola. Ed ecco subito annunciarsi la prima crepa nella grande voi* . Adesso le fenditure sono tante, due principali che sembrano fiumi con i loro affluenti. Quella sul lato Ovest parte dal cupolino, scende attraverso due ordini di finestre e si disperde su un cornicione. A guardarle da terra sembrano sottili. « Vede quel cornicione — dice don Nasi — ci sono salito sopra e in quel punto ho infilato il braccio dentro alla fessura. Non è una sensazione piacevole, viene davvero la paura di sentirsi crollare tutto addosso da un momento all'altro ». Il santuario s'è inclinato sul lato sinistro, e anche camminando si avverte che il pavimento pende; una cancel- unu ! lata in ferro battuto che si ; trova all'ingresso di una cappella laterale, dove riposa il duca Carlo Emanuele I, si è curvata sotto il peso dei muri sovrastanti ed ora sta lì j con la sua grossa pancia a ricordare anche al visitatore disattento quanto sia precario tutto ciò che è al disopra della sua testa. « La situazione è grave — dice ring. Vanni Badino, membro del j consiglio di amministrazio-1 ne della Basilica e assistente ai Politecnico di Torino — I perché non v'è dubbio che le crepe continuano ad allargarsi. Bisogna decidersi a studiare opere di consolidamento del terreno con le tecniche moderne. In passato furono eseguiti degli scavi per drenaggio, ma si sono dimostrati inutili ». Il tempio è stato « tenuto d'occhio » attraverso le misurazioni, ma non è mai stato fatto un esame vero e proprio sull'eventuale perico- ! losità. Continua a rimanere aperto al culto; in occasione di certe cerimonie sono pre- ; senti anche quattro o cinque- ! mila fedeli. La cupola potreb- ! be crollare da un momento i all'altro, nessuno può esclu-1 derlo. « Il nostro è un grido di allarme — dice il rettore — augufiamoci che non sia troppo tardivo ». Il sindaco di Mondovì, Bartolomeo Martinetti, ha proposto un convegno ad alto livello e ring. Giuseppe Fulcheri, che è sindaco di Vicoforte e presiden- ; te della Società studi storici, archeologici e artistici della provincia di Cuneo, ha offer- j to per l'incontro la sede e le j strutture della propria organizzazione. Tutti i parlamentari della provincia, oltre al ministro per le Attività culturali Ripamonti e al ministro per il Bilancio Giolitti, hanno promesso di partecipare all'incontro. Ma quando si farà? Remo Lugli | ; i , ! 1 j I i i 1 I

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