I tecnici non vogliono diventare dei "robot,,

I tecnici non vogliono diventare dei "robot,, Al convegno degli ingegneri e architetti a Torino I tecnici non vogliono diventare dei "robot,, Si chiede di integrare le materie scientifiche con corsi di cultura umanistica: filosofia e sociologia - Il concetto di "educazione permanente" Il Convegno, nel quale ingegneri ed architetti si sono testé riuniti per ascoltare, discutere e proporre iniziative — avendo come tema i problemi dell'aggiornamento professionale o formazione permanente — ha dato un'ulteriore prova delle difficoltà da superare, per conciliare esigenze, non opposte fra loro in linea di principio, ma di fatto contrastanti sul piano concreto. Muovendo lutti da una concorde asserzione sull'urgenza di assicurare mezzi, modalità ed occasioni sistematiche di un apprendimento continuo, si urta però ad ogni passo, a causa di una critica, conflittuale progressione fra dualismi concettuali. Da un iato, ad esempio, sta la tentazione di proporre ben costrutte sistematizzazioni del tema in esame, ovvero la seduzione di tracciare ben congegnate linee di un'armonica architettura socio-filosofica, od ancora l'attrazione irresistibile di porre sotto processo (e condanna) le strutture passate ed attuali, od infine l'aspirazione ad invocare che al più presto si istituzionalizzino impostazioni radicalmente innovatrici. Per converso, stanno i limiti dei mezzi a disposizione, la realtà entro cui si deve operare, i contrasti interpretativi sulle vie da intraprendere, le pressioni insite nell'urgenza di decisioni non più differibili. Alternanze di fiducia e scetticismo: la fiducia trae radice e alimento dalla storia; i primi che centocinquant'anni fa proclamarono la necessità dell'istruzione elementare obbligatoria furono considerati utopisti; secondi nel tempo, sopravvennero i patrocinatori della qualificazione scolastica sino ai 14 anni e ottennero per tutti le scuole di avviamento; terzi sopraggiunsero coloro che vollero una consistente liberalizzazione della scuola media superiore e dei corsi universitari; ora è la volta dei sostenitori della formazione permanente. L'arch. Roggero, preside della facoltà di Architettura, sostiene la prima tesi; la sua «proposta di sistematizzazione» è affascinante, fervida di impulsi generosi, per la concezione universale d'un processo educativo che dura tutta la vita, l'implicito consapevole inserimento in un ciclo di formazione permanente, il bisogno imperativo di coesione che aiuta a superare il conflitto con sistemi stabilizzati da autorità unilaterali. Il modello cui tende è ['uomo-ingegnere, l'uomoarchitetto, aperto e sensibile a tutti i problemi dello scibile, della società, della comunità di lavoro entro la quale opera e — in più — del futuro di cui può anticipare problemi e soluzioni. I consensi a questa concezione, ricca di prospettive e di fascino culturale, sono stati prevalenti: li hanno espressi il prof. Piglione e il prof. Gonella del Politecnico, il prof. Donati del Galileo Ferraris, l'arch. Gentili anche in collegamento con un'iniziativa della Fondazione Agnelli, il prof. Rossetti (che ebbe altresì a chiaramente illustrare la nuova normativa francese di educatimi permanente, concertata in una razionale gradualizzazione di stages a vari livelli e perorandone un'analoga introduzione in Italia, come « obbligo nazionale » dello Stato verso i cittadini). Il preside della facoltà d'Ingegneria, prof. Inghilleri, ha portato la risonanza pensosa e sofferta di chi, avendo presente una diagnosi veritiera ed impietosa della realtà in atto ed essendone pressato a prendere diuturne decisioni, avverte l'imposizione morale di mantenersi attento a sollecitazioni ed ispirazioni di varia natura, ma altresì di resistere alle lusinghe teoriche, per quanto convincenti esse siano, al fine di salvaguardare quel poco o non-poco di positivo a disposizione. «Unico discorso di cui si può essere sicuri è il discorso della scienza », radice del conflitto: può e deve la facoltà d'Ingegneria « aprire » corsi e programmi a temi di sociologia, di psicologia, di politica ctc. in vista ed in funzione dell'uomo nella sua globalità di essere sociale e futuro professionista, ovvero deve ricordare che la società stessa chiede al Politecnico di assicurare ai propri laureati un «bene» culturale non generico, della cui specializzazione possa fondatamente fruire sapendo che se ne è accertata la capacità conoscitiva? Si può, e/o si deve dire agli studenti che sappiano e vogliano integrare la preparazione tecnico-scientifica dei programmi, ma con altre e diverse occasioni di arricchimento della cultura, liberamente scelte in ore extra-scolastiche, come frutto di un'autogestione ed aulovalutazionc già poste in atto nel periodo universitario? Estendendo infine il discorso alla formazione permanente, ci si chiede se sia bene indugiare analiticamente su scelle preliminari di fondo: dev'essere una formazione profcssionalc-specializzata. o culturale-umana? dev'essere limitata nella fattispecie a Ingegneria e Architettura, o aperta agli operatori delle sfere produttive, qualunque ne sia l'estrazione della laurea o del diploma? dev'essere impostala ancora e solo dall'Università, o dal mondo imprenditoriale, o da entrambi, ponendo a disposizione — la prima — esperienza didattica, rigore metodologico, conoscenza dei problemi « a venire » e — il secondo — prassi della vita aziendale, sensibilità economico-sociale (così come ebbe a suggerire il prof. Fasoli, in un intervento volto a contempcrare ardori idealizzanti e realizzazioni fattive)? Chi scrive queste brevi note — nulla togliendo all'afflalo riformatore che investe il cosmo dell'individuo nel suo divenire come « jaber ». come « homo sapiens », come « civis » solidalmente inserito nella comunità umana — ha proposto di dare frattanto avvio ad iniziative che si possono mettere in moto celermente: il Politecnico, col sostegno della Società architetti e ingegneri e dello Csao (Centro studi organizzazione aziendale) quale punto d'incontro fra docenti universitari e aziende, accolga la partecipazione, tanto più utile se più numerosa, di quanti intendano aggiornare il proprio patrimonio professionale; sta per essere posto in atto un Corso di cultura, che include discipline gestionali intese in senso applicativo e di illustrazione del loro presente stadio evolutivo; altri corsi, o seminari o incontri possono essere rapidamente organizzati su temi che imprese ed associazioni tecniche vogliano indicare, con partecipazione congiunta di docenti universitari ed esperti aziendali. Nel frattempo, e ne ha dato notizia l'ing. Bonicelli, presidente della Società ingegneri ed architetti nonché del Convegno, sarà avviata un'indagine per individuare le esigenze degli ex-laureati in funzione dell'aggiornamento professionale; il dr. Palcnzona della Fiat, illustrando l'esperienza dei corsi d'aggiornamento all'interno dell'azienda per neo-laureati, ha offerto suggerimenti incisivi e prospettive efficaci di orientamento; il Collegio dei costruttori edili di Torino già ha confermalo, attraverso l'ing. Gromctto, adesione c sostegno; altri enti non mancheranno, per meglio definire dove. come, quando, per chi convenga predisporre la « nuova fase » dell'educazione. G. F. Micheletti Ordinario ili Tccnòlosili Meccanica l'olilccnico ili 'l'ormo

Persone citate: Bonicelli, Fasoli, Galileo Ferraris, Gonella, Inghilleri, Piglione, Roggero, Rossetti

Luoghi citati: Italia, Torino