Il dramma del Boeing dirottato seguito per radio a Francoforte di Tito Sansa
Il dramma del Boeing dirottato seguito per radio a Francoforte Il dramma del Boeing dirottato seguito per radio a Francoforte Dagli uffici della "Lufthansa" - Le drammatiche conversazioni tra l'aereo e la torre di controllo di Atene - Brandt chiese per quattro volte ai greci di cedere alle richieste dei terroristi - Ingiustificate critiche alle autorità italiane (Dal nostro corrispondente) Bonn, 18 dicembre. Per tutta la notte scorsa il cancelliere tedesco Willy Brandt — che oggi ha compiuto 60 anni — è rimasto in contatto diretto con il governo greco per indurlo a cedere ai terroristi palestinesi e salvare in tal modo la vita degli ostaggi prigionieri sull'aereo della Lufthansa. Quattro sono stati gli appelli che Brandt ha rivolto ai greci: due per telefono, uno con un messaggio telex, un altro attraverso l'ambasciatore di Germania Dirck Oncken. «E' stato tentato tutto il possibile», ha detto stasera un portavoce, ma non ha fatto alcun commento o critica al comportamento irriducibile delle autorità elleniche. La televisione, invece, ha critica-to con estrema severità il caos esistente a Fiumicino nelle operazioni di controllo dei passeggeri e dei loro bagagli, attribuendo alle autorità italiane la responsabilità del massacro. Le notizie diffuse dalle agenzie, secondo cui i terroristi sarebbero giunti a Fiumicino con un aereo proveniente da Madrid, sono state completamente taciute. Il dramma all'aeroporto di Atene è stato seguito minuto per minuto, in Germania, dallo stato maggiore di emergenza istituito dalla Lufthansa presso l'aeroporto di Francoforte. Qui, utilizzando i più moderni impianti radio e usando come «ponte-radio» alcuni aerei che volavano nella zona dello Jonio e dell'Egeo, si è stati più volte in contatto diretto con il Boeing 737 in mano ai terroristi. Anche quando l'apparecchio era in contatto radio con la torre dell'aeroporto di Atene, era possibile seguire, con un telefono collegato con la 1 torre, le conversazioni, i negoziati, le minacce, le grida a bordo dell'apparecchio. Perfino i colpi di arma da fuoco con i quali i Fedayn fingevano di uccidere le loro vittime. «E' stato uno stillicidio di ore terribili », ha detto uno dei direttori dell'aeroporto di Francoforte. « Vi è stato — ha detto — un crescendo di minacce, da quella di uccidere uno alla volta tutti gli ostaggi fino a quella di far precipitare l'apparecchio sul centro della capitale greca, intercalate ogni tanto da un colpo d'arma da fuoco e dalla numerazione: " e tre, e quattro ", fino al messaggio del pilota, che parlava con una pistola puntata alla nuca: " ho otto morti a bordo " ». A Bonn tutti i partiti hanno condannato l'azione dei Fedayn, proponendo che la Comunità europea chieda un intervento energico delle Nazioni Unite. La condanna più forte è venuta dalle associazioni arabe in Germania — la Lega degli studenti arabi, il Club egiziano e l'Unione libanese — le quali hanno detto che «l'atto barbarico di un gruppo di folli mira a sabotare la conferenza per la pace nel Medio Oriente». Tito Sansa
Persone citate: Brandt, Willy Brandt
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