Il Consiglio è riunito riaperte le indagini di Giulio Accatino

Il Consiglio è riunito riaperte le indagini Il Consiglio è riunito riaperte le indagini Convocazione straordinaria da parte del presidente Franchi - Previsti gli interrogatori di Buricchi e dei direttori di gara chiamati in causa dalla lettera di denuncia - Ferrari Aggradi dichiara: "Chi ha sbagliato deve pagare, si tratti di un arbitro o di un dirigente" (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 17 dicembre. Comincia oggi una settimana importante per il football italiano, una settimana in cui può succedere tutto o quasi tutto. Si tratta di • calcio parlato » non di « calcio giocato », si tratta cioè di risolvere alla meno peggio la crisi esplosa con la lettera-denuncia presentata dal presidente del Milan, Albino Bisticcili, che chiedeva un'inchiesta su presunti casi di corruzione tentati dallo stesso Milan diretto da Buticchi. Sembra strano, ma è proprio così. Che cosa può accadere? Si potrebbero registrare le dimissioni del presidente della Federazione, Franchi, potrebbero anche scioperare gli arbitri, scontenti della frettolosa chiusura di un'inchiesta troppo rapida, si potrebbero riaprire le indagini portando in cau- sa — per ora come semplici testimoni — Buticchi. il suo accusatore, gli arbitri elencati nella lanosa lettera. E potrebbe pure accadere niente, perché in Italia è molto facile insabbiare i casi più spinosi, forse proprio perché sono troppo delicati. Al punto in cui stanno le cose, due fatti sono certi: 1) la riunione straordinaria del Consiglio federale che. come -governo del calcio: ha il diritto di essere informato, di discutere e di poter decidere; 2) la riapertura delle indagini con gli interrogatori di Buticchi, dell'ex socio del Milan Sciuto, degli arbitri chiamati in causa (pare che ce ne siano anche stranieri) e del giocatore del Cagliari Gigi Riva. Gli sportivi si domandano: ma come può succedere che il Milan chieda un'inchiesta sul Milan? Ecco una rapida spiegazione. Buticchi. venuto a conoscenza che qualcuno sussurrava voci di presunti casi di corruzione, inviava una lettera alla presidenza federale sollecitando un'indagine per sfatare queste accuse. Franchi ordinava all'Ufficio inchieste, ditetto dal dottor Di Biase, di studiare l'argomento. Di Biase decideva di interrogare il signor Sciuto, che smentiva tutto. Cadeva ogni motivo d'indagine, perché mancava la prova dell'eventuale tentativo (o dei tentativi) di corruzione. Di Biase non aveva materia su cui lavorare, e chiudeva la pratica ordinandone l'archiviazione. Agli arbitri questa fretta non piaceva e proprio coloro che erano stati chiamati in causa sollevavano la necessità di ulteriori indagini, portando l'intera categoria all'agitazione sino alla minaccia di sciopero. La presa di posizione degli arbitri, giusta nella sostanza, anche se decisamente cruda nei termini, metteva in crisi la presidenza federale, proprio perché la categoria dipende direttamente dal presidente. In un momento di sconforto Franchi disse ad alcuni amici di volere lasciare l'incarico, ma gli stessi amici lo invitarono a rinviare ogni decisione per evitare una crisi in un periodo delicato per difficoltà interne (il campionato è scosso da molte polemiche) e per necessità internazionali, in quanto siamo a pochi mesi dai campionati del mondo. Molti credono che Franchi finirà per rimanere al suo posto. Stamane, dopo molti tentativi, siamo riusciti a parlare con Franchi. Il massimo esponente calcistico italiano è parso demoralizzato e preoccupato. Ha detto: « Non voglio fare dichiarazioni su questo argomento, perché nel calcio parlano in troppi. Almeno io devo stare zitto. Ci rivedremo a Roma mercoledì dopo il Consiglio federale. Allora dirò tutto ». Nel pomeriggio Franchi ha ricevuto il presidente della Commissione nazionale arbitri, Ferrari Aggradi, che ha ribadito la richiesta degli arbitri di riaprire la inchiesta sulla denuncia del Milan. precisando la necessità d'un confronto Ira Buticchi e Sciuto. Al termine del colloquio Ferrari Aggradi ha dichiarato: « Noi chiediamo e pretendiamo che sia fatta piena luce e che paghi chi ha sbagliato, chiunque sia. Se è un arbitro, paghi l'arbitro: se è un altro, voglio dire se anche è un dirigente, paghi egualmente ». E' una richiesta che dev'essere accolta. Già si discute molto di arbitri, guai se si lasciasse in piedi il dubbio che qualcuno abbia potuto impunemente favorire questa o quella squadra. Gli arbitri chiamati in causa sono due, o forse più. sono noti, addirittura « intemazionali ». L'indagine deve appurare la verità. E' opinione diffusa che la crisi rientrerà. Mercoledì i consiglieri federali conforteranno Franchi, invitandolo a non presentare le dimissioni. Lo stesso Consiglio autorizzerà la ripresa delle indagini e gli arbitri, soddisfatti, non sciopereranno. Più avanti si vedrà. Il dottor Di Biase e i suoi collaboratori avranno un mese di tempo per chiudere l'istruttoria. Se c'è un colpevole dovrà essere scoperto. Cosi la controversia entrerà nel giusto binario, e potrebbe chiudersi il capìtolo delle voci di una congiura di palazzo, voci che circolano con insistenza in questi giorni. Sono frasi che accennano al defenestramento di Franchi, aggiungendo che già sarebbe stato trovato il sostituto. Qualcuno critica apertamente Franchi e la sua conduzione, altri riportano a galla contrasti con alti dirigenti sportivi. Sono fantasie o realtà? E' dovere del cronista riferire tutto. Per ora c'è solo molta confusione, ma forse nel calcio italiano la « guerra di successione » ancora non è aperta. Giulio Accatino

Luoghi citati: Firenze, Italia, Roma