Dopo 8 giorni di accanite ricerche ancora nessuna traccia di Amerio

Dopo 8 giorni di accanite ricerche ancora nessuna traccia di Amerio Sfuma la speranza di ritrovare presto il sequestrato Dopo 8 giorni di accanite ricerche ancora nessuna traccia di Amerio Le perquisizioni, finora, hanno suscitato solo risentimento, senza dare risultati - Per quelle nelle abitazioni di tre docenti universitari, telegrammi e dichiarazioni di sdegno e protesta - Continuano le ispezioni in alloggi del centro, ma "è come aggirarsi in un labirinto" - Indagini a Roma Dicono le « tonti ufficiali », procura, polizia e carabinieri: « Non c'è niente ili nuovo; le indagini continuano; seguiamo una pista ». Da lunedi della passata settimana il cav. Ettore Amerio è stato rapito ila una pattuglia di criminali che si definisce « Brigata rossa ». In un volantino i rapitori avanzano le loro richieste; tre giorni dopo, nuovo ciclostilato con un riassunto dei risultati tleli'« interrogatorio » a cui sarebbe stato sottoposto il prigioniero. Le indagini sono iniziate subito. La prima traccia era ovvia, e la offrivano gli stessi n brigatisti » nel primo messaggio: « Abbiamo "arrestato'' Amelio perché il segretario dello pscudosindacato fascista Cisnul Ida noi "arrestato" e interrogato nel febbraio scorso) lo ha chiamato in causa attribuendogli pesanti responsabilità». Il sindacalista era Bruno Labate e in mano alla polizia che indagava sul suo sequestro c'era un indizio preciso: due impronte trovate sullo specchietto retrovisore del furgone usato per il ratto. Le impronte appartenevano a Paolo Maurizio Ferrari, 28 armi, modenese, appartenente a gruppi eversivi da anni. Zone di azicne: Chieti, Grosseto. Milano e Torino. Di qui le prime ricerche, la fiducia di giungere presto a un risultato. Poi la notizia, data in questura: « Abbiamo i nomi di tre rapitori, li stiamo cercando ». Giorni di attesa, e sabato ancora ima conférma: « Stiarno per conoscere anche il nome dì un quarto complice ». Nello stesso tempo, però, sono cominciate le perquisizioni a tappeto in città che non hanno dato alcun risultato, suscitando invece molti risentimenti. Alla protesta scritta indirizzata alla Procura della repubblica dai professori Salvador! e Tranfaglia, oggi se ne sono aggiunte altre. Il consigliere regionale Nerio Nesi del partito socialista, ha inviato una interrogazione urgente al presidente del Consiglio « per sapere se è a conoscenza delle perquisizioni effettuate nelle abitazioni dei professori Massimo Salvadori e Nicola Tranfaglia e per sapere se non ritenga questo un atto di grave intimidazione contro due valorosi esponenti della cultura torinese legati ai movimenti popolari e progressisti ». Un telegramma è stato inviato alla procura della Repubblica dal Circolo della Resistenza: « Il Coli siglio direttivo del Circolo Resi stema, onorato dalla presenza fra i suoi membri del professore Sai- i vadorì. storico insigne e convinto | antifascista democratico, esprime I il suo indignato stupore per la misura persecutoria operata nei confronti suoi e di un altro studioso e docente universitario. Ricordando la lunga e intensa opera Circolo in difesa dei diritti di libertà riconquistata con la lotta i di liberazione ritiene un effettivo rispetto di tali diritti la prima seria condizione per la difesa dei cittadini e delle istituzioni contro le provocazioni e gli attacchi fascisti comunque camuffati. Presidente Quazza ». Quaranta studiosi hanno rilasciato questa dichiarazione: «Di fronte alle perquisizioni condotte dalla polizia in relazione al rapimento del dirigente Fiat Amerio, presso le abitazioni di numerosi esponenti della sinistra tra cui i noti studiosi Nicola Tranfaglia, Massimo Salvadori e Angelo d'Orsi esprimiamo la nostra piena solidarietà con tutti i perquisiti e denunciamo la natura discriminatoria di tale brutale azione. In particolare sottolineiamo con preoccupazione i seguenti fatti: 1) non sono stati resi noti 1 motivi della perquisizione: questo addita all'opinione pubblica determinate persone come sospette di un grave reato, senza dare la possibilità di valutare i motivi di tale sospetto; 2) la parzialità dell'iniziativa, in quanto risultano oggetto di tale misura soltanto simpatizzanti o militanti della sinistra. «Si richiede quindi che vengano forniti al più presto gli opportuni chiarimenti a proposito dei motivi che hanno portato alle perquisizioni e del loro rapporto con l'inchiesta sul rapimento Amerio. Inoltre, si chiede che i perquisiti vengano pubblicamente scagiona-1 — .... j-..-!ti, laddove per ammissione della polizia stessa non sono stati trovati elementi utili ai fini dell'inchiesta». Il documento reca le seguenti firme: Basaglia, Bazzi, Bert, Bignari, Boeri, Bonelli, Bottasso, Carp. De Resmini, Cesareo, Cini, Cislaghi, De Carli, Dina, Forr.ari, Gaglio, Giardini, Jervis, Lojacono, Lombardi, Lucca, Manacorda, Maccacaro, Mangione, Mancia, Mistura, Morosini, Morpurgo, Mottura, Nuhon, Napolitani, Paccino, Pandolfo, Rozzi, Sereni, Terracini, G. Terzian, H. Terzian, Tibaldi, T:' chi, Zorzoli. Anche il sindacato provinciale scuola Cgil «esprime la più viva preoccupazione per le notizie di perquisizioni cui sono state sotto-1 poste le abitazioni di alcuni do centi dell'Università di Torino. \Ancora una volta sembra destina- ta a ripetersi quella che oramai è !una intollerabile prassi dì alcuni.organi dello Staio: si colgono a Ipretesto fatti criminosi e chiara- mente provocatori per avviare procedimenti persecutori nei con- \fronti di persone solo in base a | un toro orientamento politico di sinistra». II sindacato esprime la «più fra- terna solidarietà ai compagni Salvadori e Tranfaglia» e garantisce «l'impegno di una vigile iniziativa tesa a contrastare la logica che sorregge tali orientamenti di alcuni organi dello Stato e che ha fat- to siche i responsabili dei più gra¬ vi episbdi dal '69 ad oggi restasse ro impuniti». Le perquisizioni in alloggi del centro sono proseguite anche ieri mattina, e l'impressione generale è che la «traccia concreta» sia meno solida di quanto sperato in un primo momento. Gli inquirenti battono la città «a tappeto», gli «agenti speciali» sono al lavoro, ma si muovono fra non poche difficoltà. E' stata anche avanzatal'ipotesi che il ratto a scopo politico celasse un «rapimento a scopo di estorsione» e che i brigatisti altro non sarebbero che delinquenti comuni che si nascondono dietro il paravento della politica. Le indagini non tralasciano neppure questo indirizzo: gli ambienti della «mala» sono controllati assiduamente dagli agenti della Mobile e della Criminalpol. Dalla Fiat, intanto, è arrivata la smentita che i rapitori abbiano preso contatti. L'angoscia per la sorte del cavalier Amerio aumenta di ora in ora. Le sue condizioni fisiche non erano ottime neppure prima del rapimento: soffriva di tachicardia e tempo addietro aveva subito un collasso, certo non gli hanno giovato i giorni di prigionia. Ieri mattina a Roma sono stati diffusi alcune copie del volantino firmato «Brigate Rosse». La polizia svolge indagini anche nella capitale, come a Milano e in altre città. Servizio di: Vincenzo Tessandori, Ezio Ma scafino, Roberto Reale.

Luoghi citati: Chieti, Grosseto, Lucca, Milano, Roma, Torino