Quel pozzo in Pennsylvania che aprì la corsa al petrolio
Quel pozzo in Pennsylvania che aprì la corsa al petrolio Quel pozzo in Pennsylvania che aprì la corsa al petrolio Un lettore ci pone una serie di domande relative all'argomento di attualità, il petrolio. Anzitutto qualche cenno storico. Del petrolio, cioè letteralmente « olio di pietra » affiorante in superficie sotto forma di bitume in Mesopotamia e in Persia, si ha noti zia già in epoche molto remote. Nelle regioni anzidette, 10 si usava per consumare riti primitivi col fuoco, ma anche per preparare vernici; sempre 11 bitume era usato nell'antico Egitto per la mummificazione. Solo nel 1600 si cominciò a usare il bitume per calafatare le carene delle imbarcazioni, e anche per riscaldamento. L'invenzione del bruciatore Argand, nel 1784, apri infinj la strada all'uso del petrolio, tratto da rocce bituminose, come combustibile per lampade da illuminazione e come lubrificante per carri, mulini, telai. Mentre cresceva la domanda di olio illuminante, la caccia alle balene era in declino. Fu allora che sopravvenne la scoperta che doveva dare all'umanità una nuova dimensone. Nel 1859 presso Titusville, in Pennsylvania, un gruppo di intraprendenti uomini di affari acquistò un terreno sul quale da tempo si verifiI cavano manifestazioni super| fidali di petrolio, e affidarono a un certo Edwin Laurentin Drake, un ex macchinista, l'incarico di organizzare una perforazione. A 21 metri di profondità avvenne il miracolo: il foro si riempì improvvisamente di un liquido bruno dall'odore penetrante. Drake e i suoi soci riuscirono a estrarre per molti mesi trenta barili di petrolio al giorno, rivendendolo a 45 dollari per barile: una fortuna. Comunque, ancora per parecchi anni il petrolio grezzo, estratto con mezzi rudimentali, servì soprattutto come illuminante e lubrificante. Gli impianti erano incapaci di trattenere e condensare i vapori di benzina, leggeri e volatili. Ma del resto nessuno ci pensava: il motore a scoppio non era ancora nato. Nascevano i primi impianti di distillazione del greggio, i cui componenti, riscaldati ad alta temperatura, entravano successivamente in ebollizione ed evaporavano, dando luogo a diversi prodotti: dall'olio combustibile a quello lubrificante, dal petrolio propriamente detto fino alla benzina, oltre ad altri sotto¬ prodotti come il bitume. Ciascuno di essi troverà un impiego sempre più spinto nelle nascenti attività industriali che lo sfruttamento del petrolio andava via via propiziando. Ancor oggi, con mezzi enormemente progrediti, la distillazione del petrolio nelle raffinerie avviene in un enorme cilindro metallico, affiancato da una specie di forno il cui fuoco viene attraversato da tubi a serpentina entro i quali viene immesso il petrolio greggio, che è un liquido denso e nerastro. Mentre sul fondo si deposita il bitume, che viene raccolto a parte, la miscela di idrocarburi e vapore sale per piani successivi ver¬ so l'alto, e a seconda del punto di ebollizione si distilla via via in olio combustibile, olio lubrificante, gasolio, petrolio illuminante, benzina, e ancora in gas liquefatti e in frazioni ancora più leggere, utilizzate dall' industria petrolchimica. Il costo di produzione di ciascun componente del petrolio è tanto maggiore quanto più alto è il punto di distillazione, cioè in pratica a seconda dell'altezza della torre. Per questo l'olio combustibile è meno caro, all'uscita dalla raffineria, del gasolio, e questo meno della benzina, il più prezioso dei frutti dell'« oro nero ». Ferruccio Bernabò Da un'incisione dell'epoca, uno dei primi pozzi di petrolio in Pennsylvania
Persone citate: Argand, Edwin Laurentin Drake, Ferruccio Bernabò
Luoghi citati: Egitto, Mesopotamia, Pennsylvania, Persia
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